Condividi

Modiano, Pansa e De Cecco: idee contro la crisi. Spunti di riflessione dal convegno di Nomisma

I lavori sono stati aperti da Pietro Modiano, presidente di Nomisma, che ha evidenziato l’importanza di ripartire dalle risorse manifatturiere dell’Italia. Per il direttore generale di Finmeccanica bisogna investire in ricerca e tecnologia. Marcello De Cecco ha spiegato che la speranza di un futuro migliore è legata ad un ricambio della classe dirigente.

Modiano, Pansa e De Cecco: idee contro la crisi. Spunti di riflessione dal convegno di Nomisma

Basta ricette facili per uscire dalla crisi, “è il momento dell’analisi e della comprensione”. È il messaggio che Pietro Modiano, presidente di Nomisma, ha voluto lanciare da Bologna, in occasione del convegno “Verso un nuovo equilibrio mondiale”, promosso per celebrare i 30 anni del centro studi. “Quello di cui soffriamo – ha detto Modiano – è una carenza di comprensione collettiva della realtà, perché i tempi sono oltremodo complessi e una sintesi appare, a prima vista, impossibile. Dobbiamo trovare dei luoghi di analisi e dei momenti di riflessione, Nomisma è a disposizione per dare il suo contributo. L’Italia è un paese manifatturiero, con buone performance sulle esportazioni e prospettive al 2030 sulle pensioni migliori degli altri. Proviamo a partire da qui”.

Un contributo all’analisi è venuto da Alessandro Pansa, direttore generale di Finmeccanica, secondo il quale l’Italia si trova in una situazione difficile perché non è più al passo coi paradigmi tecnologici contemporanei e deve accettare di essere diventata marginale in campi importanti come l’elettronica, la telefonia, l’informatica, l’automobile, il nucleare, la chimica e la farmaceutica. “Restano però – ha aggiunto – settori come l’energia, i grandi lavori, la difesa, l’aeronautica e lo spazio, il sistema ferroviario e agricolo”. Ma è il futuro che va immaginato e sulla base di questo sforzo di comprensione bisognerà investire soldi pubblici in ricerca e tecnologia laddove ci sarà più domanda:“per esempio in agricoltura o sanità”, in un mondo che avrà sempre più bocche da sfamare e anziani da curare.

Per Marcello De Cecco, docente della Scuola normale di Pisa, i segnali più preoccupanti oggi vengono dal quadro mondiale dell’economia: “la Cina rallenta di qualche punto, gli Stati Uniti sono fermi al 2% e anche il Bric sembra in calo. L’Europa è un insieme di paesi esportatori e non può riprendersi in un contesto congiunturale come questo, perché non sta in piedi da sola”. Questo pone problemi di prospettiva e interpella direttamente l’alta politica che purtroppo, negli ultimi anni, non ha dato gran prova di sé. All’origine della critica situazione dell’euro, secondo De Cecco, c’è infatti anche la “mediocrità politica” di due leader come Merkel e Sarkozy. La speranza di un futuro migliore risiede perciò in un auspicabile cambiamento ai vertici di questi due importanti paesi europei.

Commenta