Condividi

Minibond: boom di offerta nel 2022. Il tasso medio supera il 5%. Rapporto Politecnico

Le emissioni di minibond sono riuscite ad ottenere la garanzia di istituzioni europee, nazionali e regionali e hanno contribuito da una parte a ridurre il costo del capitale per le imprese, dall’altra a sostenere l’offerta

Minibond: boom di offerta nel 2022. Il tasso medio supera il 5%. Rapporto Politecnico

E’ un esercito ormai di oltre mille aziende quello che è affacciato sul mercato dei capitali offrendo bond di piccole dimensioni, ma con un buon rendimento che è riuscito a catturare una grossa fetta di investitori. E questo nonostante le tensioni geopolitiche, l’aumento dell’inflazione e l’ascesa dei tassi di interesse. Sono i dati emersi dal Rapporto sul sistema dei mini-bond in Italia realizzato dalla Scuola di Management del Politecnico. Sono progetti che sono riusciti ad ottenere la garanzia da parte di istituzioni europee, nazionali e regionali, contribuendo da una parte a ridurre il costo del capitale per le imprese, dall’altra a sostenere l’offerta.

E’ cresciuta anche la dimensione delle emissioni

Il 2022 ha segnato un nuovo record per l’industria italiana dei minibond: a fine anno risultavano 1.016 imprese italiane che avevano collocato minibond, di queste 663, cioè il 65,3%, sono Pmi in base alla definizione Ue. “Mentre i fondi di private capital a livello mondiale ed europeo hanno visto un calo della raccolta, i collocamenti di titoli di debito per importi inferiori a 50 milioni di euro si sono mossi in controtendenza” osserva Giancarlo Giudici, tra gli autori del report. “Un ruolo importante è stato giocato dalle diverse iniziative di basket bond Cdp e da altri soggetti come Borsa con banche commerciali. Si tratta di progetti che sono riusciti ad ottenere la garanzia da parte di istituzioni europee, nazionali e regionali, contribuendo da una parte a ridurre il costo del capitale per le imprese, dall’altra a sostenere l’offerta”.
Inoltre, si può pensare che “l’incremento dei tassi di interesse sul mercato abbia convinto alcune imprese a diversificare le fonti di finanziamento, mettendo il ‘fieno in cascina’ e preparandosi a possibili restrizioni future nella disponibilità di credito (o nel suo costo” conclude Giudici. A prova di questa ipotesi si registra un aumento della dimensione media dei collocamenti rispetto al biennio precedente e il ritorno sul mercato delle Mid-Cap.

Nel 2022 il tasso medio dei minibond è risultato del 5,18% contro il 3,94% del 2021

Nel solo 2022 le emittenti sono state 254 (di cui 190 esordienti), in aumento rispetto alle 200 del 2021. Il valore nominale totale dei minibond è di 8,61 miliardi e il contributo del 2022 è stato di 1,65 miliardi con 268 emissioni (nel 2021 erano state 221) di cui il 25% di importo inferiore a 2 milioni. E’ decisamente cresciuta la remunerazione dell’offerta, in linea con la dinamica dei tassi sul mercato, mostrando una media del 5,18% contro il 3,94% rilevato del 2021).

Minibond green e i sustainability-linked sono in cima alla graduatoria

In particolare nel 2022 si è verificato, dice il rapporto, un balzo nell’emissione di minibond green e sustainability-linked. Tipologie di titoli che piacciono agli investitori e danno visibilità alle imprese, permettendo loro di ottenere crediti spendibili rispetto al loro rating Esg. Nell’ultimo anno, il 18,5% della raccolta è associato a queste tipologie e in 31 emissioni la cedola era indicizzata alla performance di sostenibilità dell’azienda.

La svolta con le nuove norme emerse nel 2012

Il fenomeno minibond come asset class (titoli di debito, obbligazioni e cambiali finanziarie di società italiane non finanziarie, quotate o non quotate) ha avuto una spinta dal 2012, in virtù delle innovazioni normative introdotte. In particolare si fa riferimento a emissioni di società di importo inferiore a 50 milioni, non quotate su listini aperti agli investitori retail. Si tratta della cosiddetta “finanza alternativa” volta alla crescita oppure a rifinanziare un debito rispetto al tradizionale credito bancario. Il database dell’Osservatorio è arrivato a collezionare 1.461 emissioni fatte dalle imprese del campione dal 2013 (in alcuni casi le imprese hanno condotto più emissioni).

Poche le emissioni che sono state quotate sul mercato di borsa

Solo una piccola parte dei titoli è stata quotata su un mercato borsistico; nel 2022 la percentuale è scesa al minimo del 5% (il 4% su ExtraMOT PRO3 e l’1% su un listino estero). Tra i principali investitori ci sono i fondi di Private debt, veicoli nati proprio sulla scia dello sviluppo di queste emissioni.

Commenta