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Milano, ha ancora senso il nuovo stadio?

E’ la domanda che si pongono, alla luce dell’emergenza sanitaria e insistendo sulla tutela del verde urbano, i cittadini del Coordinamento San Siro: “I modelli di sviluppo vanno ripensati, Milano sia da esempio” – Ma il Comune tira dritto: il Meazza sarà almeno in parte abbattuto.

Milano, ha ancora senso il nuovo stadio?

Ha ancora senso pensare a una città ancora più cementificata, dopo la lezione imposta dalla pandemia? La domanda si riferisce a Milano, una delle città più colpite dal contagio da Covid-19 e che per rilanciarsi dovrà più di altre – forse – ripensarsi e rivedere il proprio modello di sviluppo e le proprie priorità. Una di queste era, fino a due mesi fa, prima che il virus cambiasse tutto, il nuovo stadio di Inter e Milan: a porre la doverosa riflessione sul futuro di quel progetto, da tempo discusso dagli abitanti del quartiere, è il Coordinamento San Siro, un comitato di cittadini da sempre contrario ad una nuova struttura e che chiede piuttosto “la ristrutturazione del Meazza e la riqualificazione dell’area, secondo i criteri della rigenerazione urbana ispirata da principi ecologici”.

“Attraverso il modo in cui l’amministrazione comunale gestirà la vicenda del quartiere San Siro-Ippodromo si vedrà se davvero esiste un’attenzione per i temi ambientali, la tutela della salute pubblica, la conservazione di aree e quartieri che offrono all’intera città un polmone verde per il benessere dei cittadini”, recita un passaggio dell’ultima newsletter. E’ innegabile che lo sviluppo urbanistico delle città e in particolare di Milano, che negli ultimi anni ha cambiato volto, è in una fase storica in cui è indispensabile rispondere non solo alle grandi questioni climatiche, ma ora anche a quelle sanitarie. La battaglia del Coordinamento ha sempre insistito su una serie di alternative valide (e firmate da importanti architetti) da contrapporre ad un progetto che rivoluzionerebbe l’intera area e – secondo il punto di vista dei residenti – ridurrebbe drasticamente il verde urbano.

“Già ai primi di marzo – denuncia il comitato -, mentre tutti eravamo chiusi per l’emergenza Covid19, sono stati tagliati 80 alberi di circa 50 anni nella zona del “Bosco La Goccia”. E questo a fronte dello sbandierato progetto ForestaMI. L’area che è stata deforestata avrebbe contribuito ad assorbire una grande quantità di C02, a ridurre temperatura e ozono. Abbattere alberi adulti per piantarne di giovani ha un effetto controproducente. Nonostante la situazione di emergenza, non si è ancora fermata questa nuova e inquietante cementificazione che farà strage di una delle aree verdi milanesi più grandi, polmone della città, tutela di una cittadinanza che vuole respirare e che vede nella conservazione degli ormai rari spazi verdi di Milano un patrimonio da conservare e preservare perché necessari per il benessere di tutti”.

A maggior ragione in un momento in cui la salute sta diventando la priorità dell’intero pianeta, e dopo che alcuni studi stanno dimostrando un collegamento tra lo smog e la diffusione del virus. “Inter, Milan e la società di scommesse Snaiteh – sostiene il Coordinamento – stanno forzando la mano per fare scempio di un’area verde che è più estesa del parco di Berlino”. Il comitato insiste dunque sulle possibili alternative, che ruoterebbero intorno ad una ristrutturazione dell’attuale Meazza: “E’ stato certificato che ciò è possibile e realizzabile in tutta sicurezza, con risparmio di soldi, senza interrompere il campionato e garantendo lavoro a molti addetti, oltre che conservando il verde circostante”. Ma per ora il Comune tira dritto: è proprio delle ultime ore la notizia che il piano va avanti e che l’attuale impianto sarà in parte abbattuto e trasformato in un centro sportivo con piste da corsa, campetti da basket e pareti per l’arrampicata.

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