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Maxxi, il museo celebra i 100 anni del Bauhaus

La scuola tedesca delle arti, dell’architettura e del design nata nel 1919 è celebrata quest’anno dalle più importanti istituzioni museali d’Italia. Il Maxxi organizza la proiezione di un film e una lectio magistralis per acclamarla

Maxxi, il museo celebra i 100 anni del Bauhaus

Il 2019 è di nuovo l’anno del Bauhaus e tutti i più importanti musei nazionali ne stanno celebrano il centesimo anniversario. Anche il Museo nazionale delle arti del XXI secolo ricorda la nascita della famosa scuola tedesca di architettura, arte e design che ha operato a Weimar dal 1919 al 1925, a Dessau dal 1925 al 1932 e a Berlino dal 1932 al 1933 e fu ispirata dall’artista Walter Gropius.

Il museo ha organizzato due appuntamenti: la proiezione del film Bauhaus – Model and myth per la regia di Niels Bolbrinker e Kerstin Sutterheim è stato il primo.

Il film restituisce un’immagine unica del Bauhaus, istituzione simbolo del Modernismo, attraverso le testimonianze dirette degli ex studenti e una selezione dei materiali d’archivio che ripropongono le parole dei loro maestri.

Bauhaus – Model and myth è un resoconto critico degli obiettivi artistici e politici del Bauhaus, forse il più esaustivo che sia mai stato reso in un film. Un racconto in cui viene restituito un punto di vista interno e inedito sull’essenza dei principi del Bauhaus, i conflitti che portarono allo spostamento della sede da Weimar a Dessau, la chiusura della scuola durante l’era nazista, l’attività di costruzione nel giovane stato d’Israele fino ad arrivare all’emergere del “mito del Bauhaus” negli Stati Uniti. Il secondo evento organizzato dal Maxxi è stato la Lectio Magistralis di Barry Bergdoll, curatore della mostra Bauhaus 1919–1933: Workshops for Modernity, tenutasi nel 2009 al Museum of Modern Art di New York City, che sarà protagonista di una lezione per capire la storia e il significato di quella scuola.

La scuola Bauhaus rappresentava l’anima più industrialista e socialmente consapevole del Modernismo, in opposizione alla versione plastica e mediterranea che ne dava Le Corbusier. La Bauhaus ebbe tra i suoi docenti (e studenti) alcuni tra i più grandi artisti dell’epoca: da Klee a Moholy-Nagy, da Schlemmer a Kandinsky, da Peter Oud a Mies van der Rohe. Obiettivo di Gropius era la sintesi tra la produzione in serie e l’aura dell’opera singola, da raggiungere tramite l’impiego delle nuove tecnologie e delle conoscenze inedite nel campo delle scienze psicologiche e sociali. La proiezione della pellicola è in versione originale in lingua tedesca con sottotitoli in inglese.

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