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Mattarella su Gaza: “Disumano ridurre alla fame un popolo”. Appello al cessate il fuoco e al rispetto del diritto internazionale

Monito del presidente sulla situazione di Gaza: l’importanza di rispettare il diritto internazionale, il sostegno alla soluzione dei due Stati e l’invito a un impegno concreto per la pace. Questi i punti chiave del discorso di ieri, in occasione del 2 giugno

Mattarella su Gaza: “Disumano ridurre alla fame un popolo”. Appello al cessate il fuoco e al rispetto del diritto internazionale

In occasione della Festa della Repubblica, nel tradizionale discorso al Quirinale, Sergio Mattarella ha scelto di rivolgere parole forti e dirette sulla crisi in Medio Oriente. Il presidente ha parlato davanti ai vertici dello Stato e al corpo diplomatico accreditato in Italia, puntando l’attenzione in particolare su Gaza, con una denuncia che non lascia spazio a interpretazioni.

Si impone subito il cessate il fuoco a Gaza. È disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani”. Il capo dello Stato ha chiesto che l’esercito israeliano consenta finalmente l’accesso agli aiuti umanitari, permettendo alle organizzazioni internazionali di operare nella Striscia. Un appello che si inserisce in un contesto internazionale sempre più critico nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, sotto pressione da settimane da gran parte delle cancellerie europee.

Mattarella: “Diritto umanitario, non vendetta”

Mattarella non ha fatto nomi, ma il messaggio è stato inequivocabile. È stato un atto d’accusa preciso nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, colpevole – secondo il Quirinale – di ignorare le regole basilari del diritto umanitario. “È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza“. Il presidente ha voluto così ribadire l’importante dei diritti umani che devono valere sempre, ma soprattutto anche durante i conflitti.

Il capo dello Stato ha parlato di “semina della sofferenza” e di “rancore”, accusando, senza giri di parole, la strategia israeliana di esasperare il conflitto fino a renderlo ingestibile. Un approccio che, ha spiegato, mette a rischio anche la sicurezza di Israele stessa, da lui comunque definita “imprescindibile”.

Il diritto a un focolare e i confini da rispettare

Centrale nel ragionamento del presidente è stata la questione dei confini. Con una frase carica di significato, Mattarella ha ribadito il sostegno alla soluzione dei “due popoli, due Stati”, tanto cara all’Unione europea: “I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi”.

Il riferimento alla continua espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania è stato chiaro: “È grave l’erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese”.

L’attenzione del capo dello Stato si è poi allargata in un’analisi più ampia, in cui Gaza e Ucraina si trovano accomunate dallo stesso problema di fondo: l’occupazione illegale di territori. Un fenomeno che, ha ammonito, “ovunque, in qualsiasi continente, non può essere presentato come misura di sicurezza”. A suo avviso, questa giustificazione rischia di trasformarsi in “volontà di dominio, barbarie nella vita internazionale”.

L’appello alla responsabilità: “La pace non è un’illusione”

Il presidente ha chiuso il suo intervento con un appello rivolto a chi governa e a chi rappresenta le istituzioni: la pace non è un concetto astratto, né una parola da usare a vuoto. “La pace non è un ideale per anime ingenue” ma “un’esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire” Da qui la sua esortazione a “proseguirne l’opera” senza limitarsi a “evocarla”.

Un monito chiaro e senza compromessi, soprattutto in un momento storico di tensioni crescenti: occorre “leale collaborazione”, “dialogo” e la costruzione di “misure crescenti di fiducia vicendevole” per superare divisioni e conflitti. Serve responsabilità, impegno concreto e soprattutto visione politica per evitare che il mondo scivoli in una spirale di barbarie e sopraffazione.

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