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Martedì nero in Borsa: effetto cinese ma anche americano. Piazza Affari perde il 2,24%

Altra giornata di passione su tutte le Borse sulla scia del peggioramento dell’economia cinese con conseguente crollo dei mercati asiatici ma anche della caduta della produzione industriale americana che ha travolto Wall Street – Tutte le Borse europee hanno lasciato sul campo tra il 2 e il 3%: Piazza Affari (-2,24%) è tra quelle che hanno perso meno.

Martedì nero in Borsa: effetto cinese ma anche americano. Piazza Affari perde il 2,24%

Non si ferma il crollo dei listini sotto i timori della crescita globale. Il petrolio Wti crolla del 7,05% a 45,73 dollari al barile. Le principali piazze europee mettono a segno cali sopra il 2%: Milano -2,24%, Parigi -2,40%, Francoforte -2,38%, Londra -3,03%. Mosca -3,425 dopo che a metà giornata problemi tecnici hanno causato una sospensione delle negoziazioni di circa un’ora.

Le vendite sono partite dopo il dato negativo sull’attività manifatturiere cinese in sensibile rallentamento ad agosto e ai minimi d atre anni che ha mandato ko anche le piazze cinesi con Shanghai in calo dell’1,23%. Inoltre, il Fmi ha rivisto al ribasso le proprie attese sulla crescita mondiale: in un discorso in Indonesia il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha dichiarato che la crescita mondiale è attesa dall’istituzione di Washington su un ritmo più moderato delle stime anticipate a luglio a causa di due fattori concomitanti, la ripresa inferiore alle attese nelle economie sviluppate e un ulteriore calo nelle economie emergenti e specialmente in America Latina.

Giù anche gli Usa dove, dopo il sell off innescato dai dati cinesi, si è aggiunta la delusione per l’indice Ism americano: l’Ism manifatturiero è sceso a 51,1 punti in agosto da 52,7 il mese precedente contro le attese degli analisti di una conferma a quota 52,7 punti. Fanno invece meglio delle attese le spese per costruzioni negli Stati Uniti che lo scorso luglio sono aumentate dello 0,7%, raggiungendo il livello più elevato dal 2008 e sopra lo 0,6% atteso dagli esperti. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones cede l’1,98% e l’S&P500 l’1,81%. Il sell off sui future del pomeriggio ha indotto il New York Stock Exchange a invocare nuovamente la Rule 48 dopo le sedute del 24, 25 e 26 agosto. La Rule 48 consente di non disseminare i prezzi in vista dell’apertura delle contrattazioni e facilita l’avvio degli scambi in giorni potenzialmente volatili. Sotto i fari del mercato Yahoo che cede terreno dopo che il ceo Marissa Mayer ha annunciato di essere in cinta di due gemelle. Vendite anche sui petroliferi. Il cambio euro dollaro sale dello 0,49% a 1,1266.

In questo clima il Ftse Mib non riesce a beneficiare della revisione al rialzo del Pil del secondo trimestre a +0,3% (da +0,2%) comunicata oggi dall’Istat e della discesa del tasso di disoccupazione di luglio al 12%, al livello più basso da due anni.

In un tweet il ministro dell’economia Padoan conferma la stima per fine anno dei una crescita dello 0,7% commentando: “L’economia cresce, la disoccupazione cala, aumentano gli occupati. Ora consolidare e accelerare, ma la direzione è giusta”. Lo spread Btp/Bund chiude stabile a 119 punti base.

A Piazza Affari le vendite colpiscono soprattutto lusso e banche. Yoox cede il 4,4%, Moncler il 3,53%. Tra i peggiori titoli del Ftse Mib anche Bpms -4,27%, Unicredit -3,43%. Azimut -3,66%. Eni perde l’1,71% nonostante il ritrovamento di un maxi-giacimento di gas in Egitto che aveva fatto scattare gli acquisti in avvio. Controcorrente in cima al Ftse Mib solo la Bper che strappa un +0,13% e chiude positiva unica blue chip.

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