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Lusso, cercasi talenti: in Italia ne mancano 236.000

Il nuovo presidente della fondazione Altagamma, che riunisce 110 marchi made in Italy, è Matteo Lunelli, CEO delle Cantine Ferrari: “Rappresentiamo 9.000 anni di storia ma dobbiamo internazionalizzarci e innovarci”.

Lusso, cercasi talenti: in Italia ne mancano 236.000

Cercasi 236.000 talenti manifatturieri per il lusso made in Italy, entro il 2024. Il settore, che con 115 miliardi di fatturato rappresenta il 7% del Pil italiano e il 9% del mercato del lusso globale, impiega oggi 400.000 persone in Italia, ma secondo le stime di Altagamma il fabbisogno delle imprese rischia di non essere soddisfatto per una cifra che vale oltre la metà della forza lavoro attuale. Un paradosso, se si pensa che le maestranze italiane sono ambite anche dai grandi gruppi del lusso internazionali (Lvmh produce le calzature in Italia), e che nel nostro Paese la disoccupazione giovanile è quasi al 30%.

Sarà questa una delle missioni di Matteo Lunelli, nuovo presidente di Altagamma, la fondazione ideata nel 1992 da Santo Versace che riunisce 110 marchi del made in Italy di altissimo livello, un settore che nonostante la crisi non accenna a rallentare e dove gli investimenti rappresentano il 14% del fatturato. “Dobbiamo far capire alle famiglie – ha detto Lunelli, Presidente e CEO delle Cantine Ferrari, nominato all’unanimità a capo di Altagamma fino al 2022 – che esiste una forte domanda di questo tipo di professioni, poco comunicati ma che sono alla fine le eccellenze del saper fare italiano. Oggi molti ragazzi vogliono fare gli chef perché il food è diventato cool: dobbiamo fare in modo che sia così anche per tutte le maestranze del mondo del lusso”.

Un mondo sempre più vario, che solo nell’ultimo mandato con Andrea Illy ha portato sotto l’egida di Altagamma 34 nuovi marchi, portando il totale da 76 a 110. Comanda sempre il fashion con 28 brand, ma tutti sono rappresentati, dall’ospitalità luxury con 15 grandi realtà alberghiere, al Food&Beverage (soprattutto il Beverage, tra cui il Ferrari del presidente Lunelli) con 20 marchi, gli yacht con 8, la gioielleria con 5, le auto con 7, con il recente ingresso di Lamborghini. Il CEO Stefano Domenicali, fino a qualche mese fa in lizza per il ruolo di boss delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, è stato nominato consigliere, insieme tra gli altri al CEO di Campari Bob Kunze-Concewitz e per la prima volta ad un rappresentante del mondo finanziario, il presidente di TIP Gianni Tamburi.

Matteo Lunelli

Il presidente Lunelli ha illustrato a Milano le linee guida del suo mandato triennale che andrà a districarsi in un universo, quello del lusso, che vale a livello globale 1.300 miliardi di euro e di cui l’Europa è il primo produttore e il primo esportatore, con 400 aziende e due milioni di dipendenti. “L’Italia ha un ruolo da sempre centrale – ha detto il produttore del pregiato vino trentino -, basti pensare a un dato: sommando la tradizione dei 110 marchi di Altagamma, gli anni di storia complessiva risultano essere ben 9.000”. Le tre sfide principali per questa grandissima eredità, che dovrà innanzitutto sapersi rinnovare, sono l’internazionalità, la sostenibilità e la contemporaneità.

“Per supportare le strategie dei soci – ha spiegato Lunelli – Altagamma amplierà il proprio network di relazioni. La grande sfida è quella del mercato cinese e asiatico, che nel giro di pochi anni produrrà 10 milioni di nuovi consumatori del lusso”. Poi c’è la sostenibilità, che non è solo la tendenza del momento, l’effetto Greta, ma una vera e propria esigenza che clienti sempre più giovani sentono, pretendendo il massimo dell’engagement dalle aziende, in particolare quelle dell’alto di gamma. Un aspetto che ha un impatto sia economico che reputazionale. Infine, la contemporaneità: “E’ stimato che nel giro di pochi anni il 100% delle transazioni del lusso sarà influenzato dal digitale. Non significa che tutto sarà acquistato online, ma che i prodotti saranno in ogni caso scoperti e valutati tramite siti internet e social network”, ha chiuso Lunelli.

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