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L’Italia esce dalla Via della Seta: la nota d’addio consegnata alla Cina tre giorni fa

Il governo Meloni ha consegnato la nota di disdetta alle autorità del governo cinese il 3 dicembre, confermando la volontà di mantenere l’amicizia strategica con Pechino

L’Italia esce dalla Via della Seta: la nota d’addio consegnata alla Cina tre giorni fa

L’Italia esce dalla Via della Seta. Una decisione attesa già da tempo ma ora arriva l’ufficialità: il governo guidato da Giorgia Meloni ha consegnato, domenica 3 dicembre, una nota alle autorità del governo cinese nella quale si comunica che l’accordo – a quattro anni dalla sigla del Belt and Road Initiative – non verrà rinnovato a scadenza. Lo scrive il Corriere della Sera precisando che Roma ha comunque confermato la volontà di mantenere l’amicizia strategica con la Cina. Bisognerà vedere se così sarà o se ci saranno ritorsioni di natura commerciale da parte di Pechino, ma sono effetti che saranno misurabili nei prossimi mesi. Intanto, Palazzo Chigi risponde con un “no comment”.

L’Italia esce dalla Via della Seta: cosa è successo

Il Memorandum sulla Via della Seta firmato da Giuseppe Conte e Xi Jinping nel 2019 – per rimodellare l’economia globale e che avrebbe dovuto spostare l’asse economico verso Oriente – prometteva accordi sino a 20 miliardi di euro. Ad oggi, però, il bilancio di quest’esperienza ha prodotto molto poco, se non quasi nulla. Complice la pandemia, la contrarietà di Washington e il cambio del governo in Italia, la nostra presenza per quattro anni dentro il progetto internazionale di Pechino ha prodotto molto poco, se non quasi nulla.

L’Italia era l’unico Paese del G7 ad aver aderito al progetto. L’esecutivo di Giorgia Meloni aveva già da tempo disseminato la propria intenzione di non rinnovare l’accordo. Prima al vertice del Fondo monetario internazionale, quando il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva chiarito di non aver condiviso il passo fatto dell’allora premier Giuseppe Conte, poi la stessa Meloni durante più incontri internazionali aveva annunciato la volontà di abbandonare il progetto cinese senza incrinare in nessun modo le relazioni del nostro Paese con il Dragone.

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