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L’Eurogruppo lancia l’Esm, il bazooka europeo da 700 miliardi

I ministri delle Finanze dei Paesi della zona euro hanno dato il via al nuovo fondo salva-Stati permanente che nel 2014 avrà una capacità di prestito di 500 miliardi – L’Esm potrà emettere obbligazioni sul mercato e finanziare i Paesi in crisi – Quando sarà attivo il sistema di sorveglianza bancaria comune, potrà ricapitalizzare direttamente le banche.

L’Eurogruppo lancia l’Esm, il bazooka europeo da 700 miliardi

Dopo il programma Omt della Banca centrale europea, grazie all’avvenuta ratifica del suo statuto da parte della Germania, oggi l’Eurogruppo ha dato il via al nuovo strumento fondamentale per ripristinare la fiducia nei mercati della zona euro e uscire così dalla crisi del debito: il Meccanismo di Stabilità Europeo (Esm). 

Cos’è e a cosa serve l’Esm? 

Il Meccanismo di stabilità europeo è uno strumento di solidarietà finanziaria in grado di provvedere assistenza finanziaria ai Paesi della zona euro in difficoltà. E’ un’agenzia permanente, con sede in Lussemburgo, che sostituirà gradualmente l’Esfs, il fondo salva-Stati temporaneo, anche se per qualche anno i due opereranno in modo parallelo. 

In che modo può agire l’Esm? Quali sono i suoi poteri? 

L’Esm può emettere bond per raccogliere fondi necessari a finanziare prestiti ai Paesi in difficoltà. Può intervenire nei mercati sovrani primari e secondari, agendo però sulla base di programmi precauzionali. Inoltre l’Esm può finanziare direttamente la ricapitalizzzazione delle istitutizioni finanziarie, ma solo quando il nuovo sistema di supervisione bancaria europea verrà istituito.

Quali sono i mezzi finanziari dell’Esm?

La capacità di prestito arriverà a 500 miliardi di euro nel 2014. Dopo che verranno sommati i 200 miliardi non utilizzati dell’Efsf, la forza complessiva dell’Esm sarà di 700 miliardi, l’equivalente della dotazione del Fondo Monetario internazionale. Il capitale dell’Esm sarà composto da 80 miliardi di fondi propri, che i governi dovranno sborsare effettivamente: i primi 32 miliardi di euro arriveranno a fine ottobre – ma avranno già una capacità di fuoco di 200 miliardi di euro. Altri 32 miliardi arriveranno nel 2013 e gli ultimi 16 miliardi nel 2014. Gli altri 620 miliardi di capitale sono esigibili “a chiamata” in caso di necessità.

Il capitale non corrisponde ai fondi che verranno utilizzati per dare assistenza ai Paesi in crisi: serve solo come garanzia per assorbire le eventuali perdite di un mancato pagamento dello Stato debitore. 

Come si finanzierà l’Esm? 

L’Esm potrà finanziarsi sui mercati finanziari vendendo strumenti finanziari, e con questi poi potrà provvedere ai prestiti ai Paesi in difficoltà. Tutte e tre le agenzie di rating americane hanno assegnato la tripla A al Fondo. 

Quanto costerà all’Italia? 

Il nostro Paese contribuisce per circa il 18% del valore complessivo, terzo per volume dopo Germania e Francia. I 14 miliardi di capitale proprio verranno versati in tre tanche tra il 2012 e il 2014. Il resto sarà apportato sotto forma di garanzie.

Ci saranno condizioni per accedere all’assistenza finanziaria? 

Sì. Le condizioni saranno discusse caso per caso. Tendenzialmente prevederanno una combinazione di tagli alla spesa e aumenti delle imposte e stimolare la crescita economica, con riforme strutturali al mercato del lavoro. 

Sarà sufficiente l’Esm a risollevare l’economia della zona euro? 

Se l’Italia e la Spagna avessero entrambe bisogno di aiuti probabilmente l’Esm, da solo, non sarebbe sufficiente a finanziare le necessità di entrambi i Paesi (le stime degli aiuti potenzialmente necessari arrivano anche a 670 miliardi di euro). Ma in questo caso entrerebbe in scena il nuovo programma Omt lanciato dalla Banca centrale europea che dà all’istituto di Francoforte un potere praticamente illimitato nell’acquisto di bond dei Paesi in difficoltà, ma solo dopo che questi ultimi abbiamo accettato un programma di aiuti con l’Esm. 

Cosa succederà all’Esfs? 

I due meccanismi non si fonderanno. L’Esfs, in quanto meccanismo transitorio, continuerà i suoi programmi di prestiti alla Grecia, all’Irlanda e alla Grecia e non potrà più impegnarsi in un programma di aiuto dopo luglio 2013. Ma esisterà ancora per molti anni, fino a quando le sue obbligazioni non saranno terminate. 

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