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L’eterno ritorno dei vinili: boom delle vendite nel 2013

Dall’inizio del 2013 le copie vendute in Gran Bretagna sono state 550 mila e con il boom natalizio potrebbero arrivare alla quota siderale di 700 mila – Il doppio rispetto all’anno scorso – Italia settimo mercato mondiale e quarto in Europa – Molti gli artisti che tornano al disco nero: Daft Punk, Arctic Monkeys, David Bowie, Rolling Stones, Pearl Jam.

L’eterno ritorno dei vinili: boom delle vendite nel 2013

Se i Cd sono il passato e le musicassette appartengono alla storia storia, i vinili rientrano ormai nella sfera dell’archeologia. Eppure, negli ultimi tempi, proprio i vecchi e ingombranti dischi neri si sono concessi un lifting commerciale. 

Secondo gli ultimi dati della British Phonographic Industry, dall’inizio del 2013 le copie vendute in Gran Bretagna sono state 550 mila e con il boom natalizio potrebbero arrivare alla quota siderale di 700 mila. Il doppio rispetto all’anno scorso, per un indotto economico complessivo da 13 miliardi di sterline. Quanto all’Italia, il nostro Paese è il settimo mercato mondiale per i vinili e il quarto in Europa dietro Germania, Gran Bretagna, Francia e Olanda.

A rinverdire la sorte del vinile – che non vedeva un anno così roseo dal 2001 – sono stati diversi artisti, inglesi e non: dai Daft Punk agli Arctic Monkeys, passando per sua maestà David Bowie, i Rolling Stones e i Pearl Jam. Pesi massimi che non hanno resistito alla tentazione di vedere il proprio nome stampato sulle copertine quadrate dal sapore vintage.  

Il dubbio è sempre lo stesso: non sarà solo una moda retrò, sospesa tra lo snobismo e la nostalgia di veri o presunti intenditori? A quanto pare no, o almeno non del tutto, visto che ben un terzo dei più accaniti consumatori del formato analogico sono under-35. Musica, è proprio il caso di dirlo, per le orecchi dei discografici, che ormai da qualche anno continuano ad aumentare gli investimenti nelle stampe su vinile. Per sopravvivere a internet, il ritorno all’antico è una delle poche strade.   


Allegati: The Guardian

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