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Le Borse hanno la febbre asiatica: anche Piazza Affari in rosso

L’ondata ribassista che arriva dai listini asiatici travolge anche l’Europa – A metà giornata Piazza Affari perde oltre un punto: si salvano solo le utilities.

Le Borse hanno la febbre asiatica: anche Piazza Affari in rosso

Dopo due giorni di ritrovata fiducia sui listini europei torna il pessimismo e gli investitori preferiscono andare all’incasso e rivolgersi a investimenti più sicuri. A metà giornata Piazza Affari si muove in calo -1,23%; Francoforte -1,03%; Parigi -1,28%; Madrid -0,55%; Londra -0,75%.

A orientare le scelte è ancora il “demone” virale cinese che, questa mattina, ha gettato nel panico i listini asiatici: la borsa di Taiwan, che ha riaperto per la prima volta dopo le festività del Capodanno lunare, ha perso il 5,75%; Tokyo -1,7%; Hong Kong -2,86%. In rosso anche i future di Wall Street. Ieri la Fed ha lasciato invariato il costo del denaro, ma Jerome Powell, ha detto che “Il nuovo coronavirus in Cina crea incertezza per le prospettive di crescita dell’economia globale, anche se parte dei rischi collegati alle tensioni commerciali sono diminuiti”

La seduta risulta dunque negativa anche in Europa e non bastano a risollevare gli animi i dati diffusi dalla Commissione Europea, secondo cui l’economic sentiment della zona euro è migliorato a gennaio e la fiducia nel settore manifatturiero è ai massimi da agosto. A pesare sui listini sono energia, informatica e i trasporti mentre entra nel vivo la stagione delle trimestrali, con risultati altalenanti. Deutsche Bank guadagna circa il 3%, nonostante i conti in profondo rosso. Tonfo per Royal Dutch Shell, -3%, che ha deluso le attese con i risultati trimestrali.

Il petrolio viaggia in netto ribasso: il Brent cede il 2,16% e si muove su 57,64 dollari al barile. Un andamento che ha riflessi sugli energetici di Piazza Affari: Tenaris -2,26%; Saipem -2,15%; Eni -1,8%. In fondo al listino, attualmente è Prysmian -2,57%. Netti ribassi per i finanziari: Unipol -2,4%; Banco Bpm -2,2% (dopo che l’ad ieri ha raffreddato le attese sul fronte aggregazioni anche Ubi perde l’1,84%); Finecobank -2,15%.

Atlantia cede l’1,83%, in attesa della decisione del governo sulla concessione che arriverà nei prossimi giorni, secondo il ministro delle infrastrutture Paola De Micheli. Sono solo tre i titoli positivi sul listino principale: Enel +1,02%; Nexi +0,12%: Hera +0,03%.

Lo spread resta sotto quota 140 punti base, mentre sul primario il rendimento del decennale è sceso al di sotto dell’1%. Nell’odierna asta a medio-lungo, infatti il Tesoro ha collocato titoli per 8,75 miliardi di euro, il massimo della forchetta di offerta, con tassi in calo sui minimi da quattro mesi sia sul 5 sia sul 10 anni.

In particolare per la nona tranche del Btp 5 anni febbraio 2025, cedola 0,35%, il rendimento si è portato a quota 0,31%, minimo da settembre, a fronte di 0,61% nell’asta di fine dicembre. Il Tesoro ha collocato 2,750 miliardi nel titolo.

L’undicesima tranche del Btp aprile 2030 con cedola 1,35%, collocata per 3,25 miliardi, ha visto il rendimento scendere a 0,94%, minimo da settembre, dall’1,35% dell’asta di fine dicembre. Collocati anche 2,75 miliardi del nuovo Ccteu con scadenza 15 dicembre 2023 al tasso lordo di 0,18%

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