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Lavoro a chiamata: boom (+73,7%) dopo l’addio ai voucher

Secondo la nota congiunta di Istat, ministero del Lavoro, Inps e Inail relativa al secondo trimestre del 2017, subito dopo l’abolizione dei voucher i lavoratori a chiamata sono aumentati di 92mila unità

Lavoro a chiamata: boom (+73,7%) dopo l’addio ai voucher

L’abolizione dei voucher ha fatto la fortuna del lavoro a chiamata, che nel secondo trimestre si è impennato del 73,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+92mila unità). Lo comunicano Istat, ministero del Lavoro, Inps e Inail nella quarta nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione.

Dopo quattro anni di variazioni tendenziali negative, a partire dal quarto trimestre del 2016 il numero dei lavoratori a chiamata registra una prima inversione di tendenza (+2,5%). Nel primo trimestre 2017, anche a seguito dell’abrogazione del lavoro accessorio, si osserva una significativa ripresa (+13,5%) che si trasforma in un vero e proprio boom tra aprile e giugno (+73,7%).

Analogamente il numero di lavoratori coinvolti nel lavoro somministrato, in aumento dal secondo trimestre 2013, si conferma in forte crescita su base tendenziale nel primo e nel secondo trimestre del 2017 (+22,4%, +24,4% e rispettivamente).

Dal 18 marzo 2017 il lavoro accessorio è stato abrogato e il suo utilizzo, con l’acquisto di nuovi voucher, non è stato più possibile (nel periodo transitorio, fino al 31 dicembre 2017, è consentito l’utilizzo dei voucher acquistati prima del 18 marzo 2017).

Dal 21 giugno 2017 sono state introdotte le nuove prestazioni occasionali: il Contratto di prestazione occasionale per le imprese e il Libretto Famiglia per le prestazioni in ambito domestico. Con la creazione di un’apposita procedura di attivazione sulla piattaforma telematica dell’Inps, le nuove prestazioni occasionali sono divenute operative nella seconda metà di luglio.

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