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La Juve non sa più uccidere le partite e l’Inter la obbliga al pari (1-1)

Sotto la gestione Allegri i bianconeri hanno perso il cinismo e anche ieri, dopo aver dominato il primo tempo e aver segnato con Tevez, si sono fatti infilare nella ripresa da Icardi che ha regalato il pari all’Inter di Mancini: era già successo con la Samp e con il Napoli – Ora il vantaggio in classifica della Juve sulla Roma si riduce a un solo punto.

La Juve non sa più uccidere le partite e l’Inter la obbliga al pari (1-1)

Un tempo a testa per un pareggio che va bene a tutti e non accontenta davvero nessuno. Il Derby d’Italia ha regalato emozioni da una parte e dall’altra, dimostrando che, in fondo, in serate così le distanze in classifica contano relativamente. A guardare solo il match di ieri non si direbbe che, tra la Juventus capolista e l’Inter undicesima, ci siano ben 18 punti di differenza. Bella partita quella di Torino, terminata con un pareggio giusto, seppur striminzito nelle sue forme: viste e considerate le numerose occasioni (per entrambe) potevano tranquillamente starci più gol. Anche perché il primo è arrivato dopo appena 5’ quando Vidal, con un numero straordinario, ha servito a Tevez un pallone solo da appoggiare in rete. 

L’1-0 ha reso ancor più facile la parte di gara per la Juve e, di conseguenza, terribile quella dell’Inter. Vidal ha sfiorato il gol altre due volte e Pogba, con una giocata d’altissima scuola, ha costretto Handanovic a una grande parata. Raddoppio nell’aria ma, come da copione negli ultimi tempi, la Juventus non sa “uccidere” le partite. E così, anche questa volta, ha finito per subire il ritorno degli avversari. “Nessun crollo fisico, l’Inter ha alzato la pressione e noi avevamo speso molto nel primo tempo – la spiegazione di Massimiliano Allegri. – I primi 45’ minuti sono stati i migliori della stagione, dopo il gol invece siamo andati in difficoltà e abbiamo rischiato. Sbagliamo troppo quando c’è da chiudere le partite, bisogna migliorare questo tipo di gestione…”. 

Eh sì, perché ultimamente (era successo anche con Torino, Sampdoria e Napoli in Supercoppa) la Juve fatica a mantenere i ritmi per 90’. La svolta è arrivata al 64’ quando Icardi, servito ottimamente da Guarin, ha infilato Buffon con un diagonale preciso e spietato. Da lì in poi, salvo qualche fiammata bianconera più casuale che altro, c’è stata solo l’Inter. Al centro di tutto ancora Maurito, protagonista così nel bene e nel male. L’argentino ha costretto Buffon al miracolo, poi ha mancato la doppietta arrivando un attimo lungo sull’assist di Podolski (a proposito, buon esordio del tedesco entrato nella ripresa per Kuzmanovic), infine ha vanificato un contropiede clamoroso con un “tiraccio” dal limite invece di servire il meglio piazzato Osvaldo.

Ne è nata una lite che ha finito per coinvolgere anche Mancini, mandato a quel paese dall’ex Southampton. L’assalto finale nerazzurro (4-2-4 con Osvaldo, Icardi, Podolski e Kovacic contemporaneamente) è stato però interrotto dal numero 10 croato: fallo (sciocco) su Lichtsteiner e Inter in 10. L’ultimo brivido lo ha regalato la Juve, vicina al 2-1 dopo una percussione di Pogba conclusa in qualche modo da Evra. 

“Dobbiamo essere rammaricati, anche se la partita era difficile noi abbiamo avuto le occasioni per vincerla – l’analisi di Roberto Mancini. – Non siamo riusciti a sfruttarle ma sono contento per il nostro secondo tempo, decisamente migliore del primo”. Pareggio giusto insomma che, a conti fatti, può accontentare tutti anche se con un pizzico d’amaro in bocca. La Juve resta comunque prima (occhio però al prossimo turno, con i bianconeri a Napoli e la Roma impegnata nel derby con la Lazio), l’Inter rinsalda le proprie convinzioni con un risultato prestigioso. Per la prima dell’anno, in fondo, va bene anche così.

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