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La Juve espugna Venezia e conquista un posto in Champions, alla Roma non basta battere il Toro. Retrocedono Empoli, Venezia e Monza

La Juve soffre ma vince a Venezia e conquista l’ingresso nella prossima Champions. La Roma piega il Toro ma resta al qui to posto e andrà in Europa League con il Bologna. Fiorentina in Conference

La Juve espugna Venezia e conquista un posto in Champions, alla Roma non basta battere il Toro. Retrocedono Empoli, Venezia e Monza

Juve in Champions, Roma in Europa League, Fiorentina in Conference. Spettacolo e tante, tantissime, emozioni nell’ultima domenica di A, con verdetti sia nella zona alta che in quella bassa della classifica. In chiave coppe, come detto in precedenza, sorridono i bianconeri di Tudor, qualificati in Champions grazie al successo sul Venezia, e i giallorossi di Ranieri, comunque protagonisti di una cavalcata clamorosa. Male invece la Lazio, uscita da qualsiasi velleità europea dopo il ko col Lecce; la Fiorentina di Palladino ha ringraziato e, complice la vittoria di Udine (2-3), messo la freccia per il sorpasso al fotofinish.

Tanto da raccontare anche in chiave salvezza, dove esultano Verona, Parma (3-2 a Bergamo) e Lecce: niente da fare, invece, per Empoli (sconfitto 2-1 dall’Hellas) e, appunto, Venezia. Toscani e lagunari raggiungono così il Monza nel campionato cadetto, con l’obiettivo (o quantomeno il sogno) di tornare subito su.

Venezia – Juventus 2-3: Tudor trema, ma un rigore di Locatelli vale la Champions

Obiettivo raggiunto! La Juventus ha battuto 3-2 il Venezia di Di Francesco e chiuso il campionato al quarto posto, alle spalle di Napoli, Inter e Atalanta. Un successo sofferto ma fondamentale, che ha regalato ai bianconeri la qualificazione in Champions League e, allo stesso tempo, condannato i lagunari alla retrocessione in Serie B. Tudor ha scelto Nico Gonzalez largo a destra e il tandem Conceiçao-Yildiz alle spalle di Kolo Muani per l’ultima fatica della stagione. Di Francesco, a caccia dell’impresa, ha risposto rilanciando Doumbia in mediana al fianco dell’ex bianconero Nicolussi Caviglia, affidandosi davanti alla coppia Yeboah-Fila con Ellertsson tra le linee.

La partita si è accesa subito: appena due minuti e il Venezia ha colpito con Fila, bravo e fortunato a deviare in rete un cross basso di Haps. I bianconeri hanno provato a rispondere con una prodezza di Alberto Costa, che ha insaccato in controbalzo dal limite… ma prima si era aggiustato la palla con la mano. Il Var ha fatto il suo e Colombo ha annullato. Il guizzo, comunque, è arrivato poco: Yildiz ha sfruttato una rimessa laterale, saltato Sverko e pareggiato con un sinistro secco. Il gol ha ridato slancio alla Juve. Thuram ha sfiorato il 2-1 dopo uno scambio elegante con Yildiz, poi ci ha pensato Kolo Muani con un destro potente a ribaltare il risultato. Il Venezia ha reagito subito: Nicolussi Caviglia ha centrato il palo con un cross velenoso, Doumbia ha sparato fuori da buona posizione. Il primo tempo si è chiuso con la Juve che ha abbassato il baricentro, cercando di colpire in ripartenza con Cambiaso e Conceiçao larghi sulle fasce. Nella ripresa, Tudor ha inserito Veiga per Costa e la Juve ha sfiorato il tris con un paio di occasioni, ma ha anche concesso troppo. E alla prima vera ripartenza, il Venezia ha punito: Doumbia ha aperto per Haps, che ha colto di sorpresa la difesa e ha firmato il 2-2. Il gelo è tornato sulla Juve. Yeboah ha sfiorato il palo, Yildiz ha risposto ma senza successo, Nico Gonzalez ha calciato alto. La tensione è salita. Di Francesco ha cambiato: dentro Gytkjaer e Kike Perez. Dall’altra parte, Di Gregorio ha salvato i suoi con una parata strepitosa su Doumbia. Poco dopo, è arrivato il momento decisivo: Nicolussi Caviglia ha steso Conceiçao in area, Locatelli dal dischetto non ha tremato. 3-2 Juve. Da lì, pioggia di cambi: dentro McKennie, Vlahovic, Oristanio, Marcandalli, Weah, Maric e Gatti. Fuori Cambiaso, Kolo Muani, Doumbia, Sverko, Ellertsson e Conceiçao. Nel finale, il Venezia ci ha provato con tutte le energie rimaste, ma la Juve ha stretto i denti, ha resistito ai crampi e ha portato a casa tre punti pesantissimi.

Tudor: “Obiettivo centrato meritatamente! Il futuro? Prima del Mondiale per Club”

“Ci siamo meritatamente conquistati quello per cui eravamo venuti qui – ha esultato Tudor -. Il mio futuro? Si saprà presto, non dopo il Mondiale per Club. Io sono felice, ma bisogna accettare questa vita di allenatore sempre in bilico. Rimanere concentrati sul percorso, sulla crescita, trovare il gusto e il piacere di fare questo lavoro. Se non avessimo vinto mi sarei sempre sentito comunque un buon allenatore, ma ovviamente quando si vince si è più felici. A questa squadra serve essere innanzitutto al completo: con Bremer, Koopmeiners, Cabal può competere con tutti. Con due-tre innesti mirati si può vincere con tutti, basterebbe gente che dà un po’ di esperienza e di peso. Serve arrivare a un’età media di 27-28 anni, noi siamo un po’ verdi da questo punto di vista… Sul mercato non posso dire niente, sicuramente con la società ci vedremo presto e si deciderà presto. Fin qui eravamo tutti focalizzati sulle partite. Ora c’è il Mondiale per Club, ma il mio futuro si deciderà prima, non sarebbe una buona idea andare lì con un allenatore che non è certo del suo futuro o che sa che non lo sarà più…”.

Torino – Roma 0-2: Ranieri conquista l’Europa League con Paredes e Saelemaekers

Era il 14 novembre 2024 quando Claudio Ranieri ha raccolto una Roma a pezzi: appena 13 punti in 12 giornate, squadra in piena crisi e doppiamente scossa dagli esoneri di De Rossi e Juric. Nessuno, nemmeno il più ottimista tra i tifosi giallorossi, avrebbe potuto immaginare che quella squadra in naufragio sarebbe arrivata a sfiorare la Champions League, accarezzata per lunghi minuti nella serata dell’Olimpico Grande Torino. Ranieri ha chiuso la sua straordinaria carriera nel modo più epico possibile: davanti alla Lazio, che è rimasta fuori da tutte le coppe europee, e con una qualificazione in Europa quasi miracolosa. Un traguardo frutto di un lavoro incredibile: la Roma ha raccolto 53 punti nelle ultime 22 partite, recuperandone ben 11 a quella Juve che alla fine ha tenuto il quarto posto per un solo, misero punto. La sfida contro il Torino si è messa subito in discesa: al 18’ era già virtualmente chiusa. Di Bello ha assegnato un rigore per un pestone ingenuo di Dembélé su Saelemaekers e Paredes non ha tremato. Destro secco, potente, solo intuito da Milinkovic-Savic. Gol e Roma avanti. Ranieri ha spiazzato Vanoli con un 4-3-3 deciso, ma a fare davvero la differenza sono state le motivazioni. Il Toro, già con la testa in vacanza e bersagliato dai fischi, ha lasciato campo aperto a una Roma aggressiva, viva, affamata. Il 2-0, arrivato di testa con Saelemaekers a inizio ripresa, ha certificato il dominio giallorosso. Soulé ha sfiorato il tris con una traversa al 65’, poi la Roma ha gestito in scioltezza un finale che è stato poco più di un’esibizione. I tifosi romanisti hanno festeggiato l’Europa e, con un pizzico di gusto in più, l’eliminazione della Lazio dalle coppe. Quelli del Toro, invece, hanno incassato anche la beffa finale: la Juve in Champions, e una stagione iniziata con grandi speranze finita nell’anonimato più totale. Ranieri, intanto, ha salutato il calcio dal campo con l’eleganza di sempre e una classifica che sa di capolavoro.

Ranieri: “Spiace per la Champions, ma abbiamo dato tutto. Il nuovo allenatore? Lo dirà Friedkin quando vorrà”

“Ho spiegato come dovevamo giocare 4-3-3 o quando metterci a 5 quando loro avevano la palla e con la nostra noi a 3 in avanti – ha sottolineato Ranieri -. Ho sempre detto che fino all’ultimo dovevamo lottare. Dispiace non essere in Champions e faccio i complimenti alla Juventus ma siamo soddisfatti, abbiamo dato tutto. Magari tra qualche mese o anno ripenserò alla mia carriera, al momento sono ancora allenatore, mi raccomando… Sono contento e orgoglioso. Sono arrivato con la squadra con il morale sotto i tacchi, ho parlato con il bambino che avevano dentro per farli lottare fino alla fine. Non pensavo di fare queste cose, i tifosi ci hanno fatto sentire il loro amore. Questo vuol dire tanto. Il nuovo allenatore? Non dico niente di niente”.

Lazio – Lecce 0-1: biancocelesti beffati da Coulibaly, sfuma la qualificazione alle coppe

Nessuna coppa per la Lazio nella prossima stagione: la squadra di Baroni ha perso 1-0 all’Olimpico contro un Lecce tosto, determinato e alla fine salvo. Serata amarissima per i biancocelesti, che hanno chiuso il campionato a 65 punti, a pari merito con la Fiorentina, ma penalizzati dagli scontri diretti. La Lazio ha provato fin da subito a prendere in mano il ritmo della gara, ma il Lecce ha tenuto botta: difesa compatta, pressing alto e tanta intensità. Rovella ha provato a scuotere i suoi con personalità, ma le occasioni migliori le ha avute la squadra di Giampaolo. E al 43’, il Lecce ha colpito: Coulibaly ha recuperato palla a centrocampo, ha scambiato con Krstovic e ha infilato Mandas con una zampata chirurgica tra le gambe. 0-1 e gelo all’Olimpico. Nel recupero del primo tempo, però, il match ha cambiato volto: Pierotti ha steso Nuno Tavares in ripartenza, ha rimediato il secondo giallo e ha lasciato i suoi in dieci per tutto il secondo tempo. Baroni ha risposto inserendo Pedro al posto di Isaksen, e con l’uomo in più la Lazio ha cambiato marcia. Lo spagnolo ha acceso la manovra, ma Falcone ha alzato il muro: parate, uscite perfette e tanta sicurezza per blindare il vantaggio. I biancocelesti hanno continuato a spingere, ma senza trovare varchi.

Nel finale, è esploso il nervosismo: Romagnoli ha reagito in malo modo a un contrasto e si è fatto espellere, lasciando la Lazio in dieci nel momento decisivo. Il Lecce ha tenuto fino alla fine e ha portato a casa tre punti d’oro: ha chiuso a quota 34, diciassettesimo posto e salvezza conquistata grazie alla contemporanea sconfitta dell’Empoli contro il Verona. Per la Lazio, invece, l’epilogo è stato amarissimo: settima, fuori da tutto, con il sapore amaro di un traguardo sfumato proprio all’ultima curva.

Baroni: “Non cerco alibi di nessun tipo, mi spiace per i tifosi”

“Non sono io la persona che deve parlare di fallimento, a me dispiace per i tifosi, la società e la squadra il commento amaro di Baroni -. Avevo detto più volte alla squadra dell’importanza di questa gara, l’immagine finale è quella che rimane. Questa immagine ha sporcato il percorso fatto dalla squadra, di questo sono addolorato e deluso, per la nostra gente e per i tifosi. Non voglio cercare alibi, la cosa che mi dispiace di più è che nel girone d’andata abbiamo fatto 34 punti e nel ritorno 31, bastava una prestazione all’altezza oggi, come quella di San Siro contro l’Inter. Siamo stati lenti nei primi 45′, ci siamo fatti gol da soli. Mi dispiace per la nostra gente e per i calciatori. Il futuro? Quando la palla si muove, si pensa al campo. Ci sarà tempo per incontrare la società adesso che il campionato è finito. In questo momento c’è tanto dolore per questa partita, poi ritroverò calma e lucidità, così da analizzare il futuro insieme alla società”.

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