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La Borsa di Tokyo rimbalza, Milano apre in rosso

Apertura negativa per i listini europei, mentre in Asia riesce finalmente il tentativo di rimbalzo della Borsa giapponese – Chiudono ancora in rosso, invece, Shanghai e Shanzhen – L’euro resta sopra la soglia di 1,15 nei confronti del dollaro – Petrolio in lieve rialzo.

La Borsa di Tokyo rimbalza, Milano apre in rosso

Dopo la risalita di ieri innescata dalle mosse della Banca centrale cinese (taglio dei tassi e nuova iniezione di liquidità), torna la tensione sulle Borse europee. In Asia, invece, dopo due crolli consecutivi, chiude in positivo la Borsa di Tokyo, mentre quella di Shanghai fallisce il tentativo di rimbalzo. 

In apertura Piazza Affari scivola del 2,1%, meglio di Parigi (-2,8%) e Francoforte (-2,5%). Nei minuti immediatamente successivi, tuttavia, le perdite si sono ridotte: Milano -1,6%, Parigi -2,1% e Francoforte -1,9%. Londra-1,8%.

Sul Ftse Mib i titoli peggiori sono Luxottica (-2,53%), Yoox (-2,45%), Telecom Italia (-2,39%), Eni (-2,39%) e Fiat Chrysler Automobiles (-2,35%). Si salvano solo Wdf (+0,2%) e Cnh Industrial (+0,6%).

Dopo lo scivolone di ieri i corsi obbligazionari europei tornano questa mattina ad imboccare la via del rialzo sfruttando la nuova debolezza dei mercati azionari. Il bund future scambiato sull’Eurex dopo aver aperto a 153,63 punti ha accelerato al rialzo e si muove ora a 153,99 punti base, in rialzo dello 0,05% dal riferimento precedente. Spread in leggero rialzo a 127 punti base.

Sul mercato valutario, l’euro resta sopra la soglia di 1,15 nei confronti del dollaro: il cambio segna 1,1515 (da 1,1518 ieri sera). Euro/yen a 137,39 (136,87). Dollaro/yen a 119,35 (118,84).

Petrolio in lieve rialzo: +0,8% per il Wti ottobre a 39,72 dollari al barile.

Quanto alle Borse asiatiche, Tokyo, dopo sei sedute negative consecutive, ha visto il Nikkei rimbalzare e chiudere con un progresso di oltre il 3 per cento. Al termine delle contrattazioni l’indice Nikkei dei titoli guida ha guadagnato il 3,20% a 18,376.83 punti, registrando la maggior crescita percentuale dal 31 ottobre 2014. Nel corso delle sei precedenti sedute l’indice ha lasciato sul terreno 2.800 punti (-13%).

Alla Borsa di Shanghai, invece, fallisce sul finale il tentativo di archiviare una seduta in positivo dopo il crollo delle ultime giornate. L’intervento della Banca centrale cinese, che ieri ha cercato di arginare il panico tagliando i tassi dello 0,25% ed effettuato una nuova iniezione di liquidità, aveva consentito stamattina all’indice composito di aprire in moderato progresso (+0,5%) e continuare a salire a metà seduta. Ma sul finale l’indice ha girato in territorio negativo chiudendo in calo dell’1,27% a 2.927,29 punti. La Borsa di Shenzhen ha lasciato sul terreno il 3,1%, a 1.695,76 punti.

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