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La Borsa di Londra punta 23 miliardi sui dati Thomson Reuters

Il Londono stock exchange ha ufficializzato di essere in trattative avanzate per l’acquisto di Refinitiv, la società di analisi di dati finanziari. E’ la prima mossa del nuovo Ad David Schwimmer. Intesa possibile già la prossima settimana

La Borsa di Londra punta 23 miliardi sui dati Thomson Reuters

Non è più un’indiscrezione. Il London Stock Exchange ha confermato di essere in trattative e di essere ormai vicina all’acquisto di Refinitiv – la società di analisi di dati finanziari che controlla anche la piattaforma di trading Eikon – per 27 miliardi di dollari, equivalenti a 23,3 miliardi di euro (debito compreso). Le discussioni sono ad uno stadio avanzato e potrebbero concludersi già la prossima settimana.

Lo scorso anno un consorzio guidato dal gruppo di private equity americano Blackstone — che comprendeva anche Gic, il fondo sovrano di Singapore, e il fondo pensione del Canada — aveva acquistato una quota del 55% di Refinitiv dal gruppo Thomson Reuters, che aveva mantenuto comunque una quota di minoranza del 45% oltre alla divisione agenzia di notizie conosciuta in tutto il mondo. La valutazione del gruppo era stata di 20 miliardi. Questa acquisizione invece trasformerebbe l’Lse in un colosso globale con ricavi annuali di oltre 6 miliardi di sterline, in diretta concorrenza con l’americana Bloomberg. D’altronde, i terminali Eikon sono i maggiori concorrenti di quelli di proprietà dell’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, di cui più è volte si è ipotizzata una candidatura alla Casa Bianca, mai verificatasi.

Il London Stock Exchange intende finanziare l’acquisizione tramite l’emissione di nuove azioni per circa 11 miliardi di sterline, che si trasformerebbe in una delle maggiori emissioni sul mercato londinese da diversi anni. I soci Refinitiv avrebbero una quota del 37% del nuovo gruppo, ma meno del 30% dei diritti di voto. Thomson Reuters una partecipazione del 15%. È la prima mossa di David Schwimmer, l’ex banchiere di Goldman Sachs nominato amministratore delegato. Forse per attenuare l’impatto negativo di un «hard Brexit», ipotesi diventata probabile con l’elezione a premier britannico di Boris Johnson.

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