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Istituto Cattaneo – Amministrative: vince l’astensionismo e crollano Lega, Pdl e M5S. Male anche Pd

Un’elaborazione dell’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna sui 16 comuni capoluogo in cui si è andati al voto per le elezioni amministrative mostra il crollo, in termini di voti assoluti, di tutti i principali partiti rispetto alle precedenti tornate elettorali: Lega, Pdl e Movimento 5 Stelle, ma anche il Pd che però va ovunque al ballottaggio.

Istituto Cattaneo – Amministrative: vince l’astensionismo e crollano Lega, Pdl e M5S. Male anche Pd

L’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna ha effettuato alcune elaborazioni dei risultati del voto amministrativo appena concluso, analizzando i dati dei 16 comuni capoluogo chiamati alle urne, per capire quanto i contendenti della partita politica abbiano riscosso maggiori o minori consensi rispetto alle precedenti tornate amministrative, regionali e politiche. L’analisi, in un contesto fortemente caratterizzato dall’astensionismo e dal crollo dell’affluenza alle urne degli elettori, non verte sulla percentuale di voti validi ricevuti dai partiti, ma sui voti ricevuti in termini assoluti.

In estrema sintesi, l’elaborazione dell’Istituto Cattaneo mostra come sia i partiti di centrosinistra che quelli di centrodestra abbiano perso molti consensi, anche se la contrazione più forte è stata quella subita da Pdl e Lega Nord insieme.

Nelle 16 città analizzate le forze che fanno riferimento ai partiti a sinistra del Partito democratico, ovvero Sel e Sinistra arcobaleno e Rifondazione comunista hanno incrementato dell’8,8% i consensi rispetto alle politiche del 2013, mentre un avanzamento molto più significativo c’è stato in comparazione con le regionali del 2010 (+25,2%). Torna in auge, quindi, l’ala più estrema della sinistra, come risposta alla delusione nei confronti del Partito Democratico che, invece, ha subito, nei 16 capoluoghi, una contrazione pari al 63% dell’elettorato che lo aveva scelto nel 2013 alle politiche (pari a un decremento di 243.000 voti) e del 47,6% rispetto alle elezioni regionali sempre.

Ma se Atene piange Sparta di certo non ride, perchè una dinamica simile, se non peggiore, è quella dei voti verso il Popolo della Libertà, che ha perso il 65,8% dei consensi rispetto alle politiche del febbraio scorso (-163.000 voti), mentre rispetto alle precedenti regionali il partito di Berlusconi ha visto ridursi i propri voti del 46,5%, pari a – 115.000 elettori, un dato che sorpende molto, soprattutto se rapportato ai tanti e sbandierati sondaggi che darebbero il Pdl in continua ascesa. In crollo verticale la Lega Nord, che ha perso la metà dei consensi ricevuti alle politiche del 2013 e alle scorse comunali, raccogliendo solo un terzo dei voti delle regionali 2010.

A piangere, però, è anche il terzo polo emerso dalle consultazioni di febbraio, quel Movimento 5 Stelle che sembra essersi già sgonfiato e forse paga la sua scelta di chiudere la porta in faccia al governo Bersani. Il movimento di Grillo e Casaleggio, infatti, ha subito un tracollo sia rispetto alle elezioni politiche (raccoglie meno di un terzo dei voti ricevuti alle politiche), che rispetto alle scorse regionali, -43%.

Togliendo dal computo il valore del Comune di Roma, il cui peso elettorale incide notevolmente sull’intero campione dei comuni capoluoghi di provincia considerati, la flessione del Pd si riduce nelle proporzioni (–45% rispetto alle politiche e –21% rispetto alle regionali) mentre la contrazione elettorale del Pdl si accentua notevolmente (perde oltre la metà dell’elettorato conquistato alle politiche e circa i due terzi rispetto alle regionali).

Nel paese dei ciechi, dunque, beato chi ha un occhio. In un contesto in cui tutti, in virtù anche di un astensionismo galoppante, crollano, a vincere la partita politica non è più chi cresce, ma colui che perde meno voti.

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