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Ipo Klarna: debutto al Nyse a 40 dollari per azione, valutazione da 15 miliardi

La fintech svedese Klarna sbarca a Wall Street con un’Ipo a 40 dollari per azione, raccolta di 1,37 miliardi e capitalizzazione da 15 miliardi. Dal boom del 2021 al crollo, l’ingresso in Borsa segna una nuova sfida per il leader del buy now, pay later

Ipo Klarna: debutto al Nyse a 40 dollari per azione, valutazione da 15 miliardi

Wall Street riapre le porte alle fintech, e lo fa con il botto. Klarna, pioniera svedese del buy now, pay later (Bnpl), ha fatto oggi il suo ingresso al New York Stock Exchange (Nyse) con una valutazione di circa 15 miliardi di dollari, in quello che potrebbe diventare il debutto più emblematico dell’anno per il settore dei pagamenti digitali.

Ipo sopra le attese: azioni a 40 dollari

L’Ipo (Offerta Pubblica Iniziale) ha raccolto 1,37 miliardi di dollari grazie al collocamento di 34,3 milioni di azioni a 40 dollari l’una, prezzo superiore alla forchetta iniziale (35-37 dollari). Di queste, 5 milioni sono state emesse dalla società, mentre il resto è stato venduto da azionisti esistenti, tra cui Sequoia Capital. L’offerta è stata sovrascritta 25 volte, segnale di un forte interesse degli investitori nonostante l’incertezza macroeconomica.

Il ticker “KLAR” debutta dunque sul listino newyorkese, con la possibilità per i sottoscrittori di esercitare un’opzione di sovra-allocazione fino a 5,1 milioni di titoli aggiuntivi.

Klarna: dal boom al crollo e ritorno

La parabola di Klarna è un condensato delle fortune e dei rischi delle fintech. Valutata oltre 45 miliardi di dollari nel 2021, sull’onda dell’euforia per gli acquisti online durante la pandemia, ha visto il suo valore precipitare a 6,7 miliardi l’anno successivo, complice l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione.

Il ritorno a quota 15 miliardi segna una rivincita parziale, ancora lontana dai fasti del 2021, ma ben al di sopra dei minimi post-crisi.

Crescita sì, ma in perdita

Fondata nel 2005 a Stoccolma, Klarna è stata in profitto fino al 2019, anno della sua espansione negli Stati Uniti. Da lì in avanti i conti hanno iniziato a scricchiolare. Nel secondo trimestre 2025 le perdite sono salite a 52 milioni di dollari, contro i 7 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso, mentre i ricavi hanno accelerato a 823 milioni di dollari, in crescita del 21% su base annua.

Il modello Bnpl, che consente ai consumatori di dilazionare i pagamenti in rate senza interessi, continua a macinare volumi, ma la sostenibilità resta una sfida: il 75% dei ricavi arriva ancora dalle commissioni pagate dai merchant, mentre la quota di interessi attivi è salita al 25%.

Il mercato premia il brand, un segnale per le fintech

“Il mercato è di nuovo aperto alle quotazioni fintech, ma le aziende saranno giudicate rapidamente sulla capacità di bilanciare crescita e redditività in un contesto più duro”, ha avvertito Rudy Yang, analista senior di PitchBook a Reuters. Per molti osservatori, tuttavia, Klarna ha un vantaggio competitivo: la forza del marchio. “In un settore altamente competitivo e in rapida evoluzione, il riconoscimento del brand è spesso tanto importante quanto il modello di business”, sottolinea Kat Liu, vicepresidente di Ipox.

Il debutto di Klarna arriva in un momento in cui il mercato delle Ipo americane si sta riaccendendo dopo un biennio di incertezze. Solo a giugno, la neobank Chime aveva registrato un balzo iniziale del 59% al Nasdaq, pur scivolando poi sotto il prezzo di collocamento.

Klarna, che oltre al Bnpl opera anche come banca digitale, si candida così a fare da apripista per nuove quotazioni fintech a Wall Street. La domanda c’è, gli investitori tornano a guardare con interesse al comparto. Ma la partita vera si giocherà sul campo della redditività. Per il gigante svedese dei pagamenti dilazionati, il banco di prova comincia ora.

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