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INTERVISTE DEL WEEKEND – Danieli: “L’Opificio Golinelli è una realtà che cresce”

INTERVISTE DEL WEEKEND – Il direttore generale della Fondazione Golinelli, Antonio Danieli, traccia il bilancio dei primi 6 mesi di attività dell’Opificio: oltre 60mila presenze con l’obiettivo di arrivare a 150mila – Una macchina che crea innovazione in ambiti d’avanguardia – Discovery 24 con Google e gli accordi con Miur, Università di Bologna e IIT – Il nuovo ruolo di Marino Golinelli che ora “avrà più tempo per inventare”.

INTERVISTE DEL WEEKEND – Danieli: “L’Opificio Golinelli è una realtà che cresce”

C’è una fabbrica che lavora a pieni giri nel cuore industriale di Bologna: è l’Opificio Golinelli, la cittadella della conoscenza e del sapere che, a sei mesi dall’inaugurazione, ha superato le 60mila presenze, stima di andare oltre la boa delle 90 mila entro l’estate e di arrivare “a 150mila a regime”. È quanto spiega a FIRSTonline Antonio Danieli, direttore generale della Fondazione Golinelli, che traccia un primo bilancio operativo dell’unica iniziativa filantropica di stampo anglosassone presente in Italia.

L’Opificio è la struttura nella quale, il 3 ottobre scorso, sono confluite tutte le attività della Fondazione “Scuola delle idee”, per bambini da 18 mesi a 13 anni; “Scienze in pratica”, laboratorio per ragazzi dai 14 ai 19 anni; “Giardino delle imprese”, avvio all’impresa per giovani fra i 13 e i 25 anni; “Scienza in piazza”, manifestazione per la diffusione della scienza; “Educare a educare”, programma per la formazione degli insegnanti; “Arte, scienza e conoscenza”, mostre, convegni dibattiti.

Questi primi sei mesi nella “casa” nuova sono stati soddisfacenti?

“Molto, i nostri numeri stanno crescendo. Nel 2015 le nostre attività hanno registrato circa 70mila presenze, quest’anno contiamo di arrivare quasi a centomila e, a regime, il nostro obiettivo è 150mila persone, perché abbiamo molte iniziative da mettere in campo. A questi livelli saremo saturi. Le diverse attività hanno frequentazioni con numeri diversi: 30mila per la scuola delle idee, 25mila la scienza in pratica, 17mila arte e scienza, 1500 gli insegnanti, circa 15mila le persone che hanno avuto accesso a attività culturali e infine 422 i ragazzi per il giardino delle imprese. Si consideri che quest’ultimo è una vera a propria fucina di potenziali aziende”.

Quanto investite in queste attività?

“Le spese nel 2015 sono arrivate a circa 2,7 milioni di euro, in gran parte sostenute con il patrimonio della Fondazione Golinelli. I ricavi dalle iniziative per le quali chiediamo un piccolo contributo hanno coperto il 25% circa. A questi volumi vanno aggiunte però le spese di struttura”.

Maino Golinelli ha fornito risorse alla Fondazione e al progetto Opus 2065 per altri 50 anni, poi ha scelto di fare un passo indietro, lasciando la presidenza della sua stessa creatura. La Fondazione guarda oltre quell’orizzonte temporale? 

“Certamente sì. Intanto pensiamo di recuperare risorse partecipando a bandi nazionali e internazionali, trovando partner, anche privati, con cui lavorare. Un esempio di questo modo di operare è Discovery 24, progetto che ha ottenuto il sostegno economico di Google. Inoltre la Fondazione ha l’obiettivo ambizioso di evolvere in una macchina che si autoalimenta, creando realtà produttive innovative in ambiti tecnologici e scientifici all’avanguardia, tenendo sempre presente il profilo etico. Saremo una fucina per la formazione e la coltivazione delle idee imprenditoriali, ma anche un vero Opificio dove queste proposte prendono orma e diventano prodotti, anche se le “fabbriche” saranno fisicamente altrove. L’Opificio rappresenta un cambio di paradigma, non ci poniamo più in un rapporto di sussidiarietà con il pubblico, ma intendiamo essere trainanti, vogliamo lavorare sulla ricerca e sulla produzione, cercando le giuste alleanze e partnership”.

Cambierà qualcosa anche nella formazione?

“Sì, da settembre l’Opificio diventa una scuola che si affianca alla scuola. Non ci sostituiremo ai corsi tradizionali, ma ci affiancheremo loro e selezioneremo i ragazzi costituendo classi con i migliori. I bravi non saranno neessariamente i più meritevoli, secondo i canoni tradizionali, terremo conto invece dei talenti, delle attitudini, delle opportunità. Potenzieremo anche la formazione degli insegnanti. Nel 2017 pensiamo di superare le 2000 persone, coprendo il Centro-Nord. Poi ci sono accordi importanti col Miur, l’Università di Bologna, l’IIT”.

Cosa cambierà senza Marino Golinelli alla presidenza?

“In realtà niente. Noi lo abbiamo definito un passo di lato e non un passo indietro, perché resta presidente onorario e partecipa alle riunioni del consiglio di amministrazione. Golinelli sarà solo meno impegnato sul piano operativo, così avrà più tempo per inventare e
riversare le sue straordinarie idee al gruppo di comando. A parte il rimpasto di alcune deleghe, la squadra è la stessa da anni e il percorso è largamente condiviso”.

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