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Immigrazione, Merkel: Italia va aiutata. E Bruxelles invoca regole comuni

La cancelliera afferma che “c’è un grande accordo” ul fatto che l’Italia non possa essere lasciata sola. Parla anche il vice presidente della commissione Ue, Frans Timmermans e risponde all’Inghilterra in vista del vertice del 14 luglio

Immigrazione, Merkel: Italia va aiutata. E Bruxelles invoca regole comuni

Sull’immigrazione servono regole comuni. Dopo la chiusura delle frontiere inglesi paventata da Londra, è questa la risposta che arriva da Bruxelles in vista anche del vertice d’emergenza che si terrà il 14 settembre. E la Cancelliera tedesca Angela Merkel fa sapere che c’è accordo sulla necessità di aiutare l’Italia su questo fronte.

“C’è un grande accordo – ha detto la Merkel a Berlino – sul fatto che l’Italia debba essere aiutata” nella crisi dei profughi. Non è possibile, ha aggiunto la cancelliera, che i tanti migranti che arrivano in Italia ci restino.  “Il mondo – ha proseguito – vede la Germania come un paese di speranza e di chance, non è sempre stato così”. Sulla gestione dell’emergenza profughi, che vivono il Paese e l’Europa, ha invocato “flessibilità” da parte della Germania, ricordando che il Paese l’ha dimostrata in diverse occasioni “nel salvataggio delle banche, nell’uscita dal nucleare”. “Serve coraggio”, ha aggiunto, ribadendo che non c’è tolleranza per chi non rispetta la dignità dei richiedenti asilo.

Anche il vice presidente della Commissione Ue è intervenuto. “Serve andare rapidamente – ha detto Frans Timmermans – verso regole europee comuni sulla richiesta d’asilo, sapendo che solidarietà e responsabilità sono principi indissolubili”. “E’ necessario – ha aggiunto – accelerare le procedure di registrazione”.

“L’Europa intera si mobiliti” sul tema dell’immigrazione. “Serve un sistema d’asilo europeo”. Non dobbiamo lasciare la “porta aperta a xenofobia e populismo. Alla strada di ciascuno per se stesso. Ciascuno per se stesso non ha mai portato a risultati positivi”, ha aggiunto Timmermans.

Intanto arriva un monito all’Ungheria: “Le barriere non mandano il messaggio giusto” e la Commissione Ue “non incoraggia l’uso di muri ma di altri mezzi” per la sorveglianza delle frontiere. Così una portavoce della Commissione Ue sul completamento del muro anti-migranti in Ungheria. Resta però una “competenza nazionale” per cui Budapest non incorre in “nessuna conseguenza legale”.
 

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