Condividi

Il rischio Italia fa impennare lo spread e cadere la Borsa

Le turbolenze politiche legate alla nascita del nuovo Governo e al toto-ministri fa schizzare all’insù lo spread che in mattinata sfonda quota 200 e poi si attesta a 190 pb (+6,4% rispetto a ieri) – Piazza Affari, in liena con le altre Borse europee, lascia sul campo l’1,4% sulla scia dei titoli petroliferi e industriali – Male anche Wall Street

Il rischio Italia fa impennare lo spread e cadere la Borsa

Piazza Affari scende sotto i 23mila punti (22.911) e chiude in negativo un’altra seduta di passione, -1,31%, mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve il professor Giuseppe Conte per la formazione del nuovo governo Lega-M5s. Il copione si ripete sui titoli di Stato: il rendimento del Btp 10 anni è al 2,42% e lo spread con il decennale tedesco sale del 7,11% a 191.40 punti. Intanto da Bruxelles arriva un nuovo avvertimento all’Italia: i conti 2017 vanno bene, ma nel 2018-2019 servirà una correzione da 15 miliardi circa.

Il tutto mentre emergono nuovi segnali di rallentamento dell’economia, con l’indice Pmi composito dell’Eurozona sceso a maggio a 54,1 punti, sui minimi da 18 mesi e al di sotto del consenso e in calo sia in Francia sia in Germania.

La situazione contribuisce al balzo all’indietro di tutti i listini: Francoforte -1,47%; Londra -1,32%; Parigi -1,13%; Madrid -1,12%; Zurigo -1,56%.

Wall Street apre in calo, in scia alla performance negativa di ieri. Le vicende geopolitiche e commerciali sono all’ordine del giorno e il mercato a stelle e strisce risente dei rapporti non del tutto idilliaci con la Cina e la Corea del Nord. Tiffany però non sembra preoccuparsi troppo del clima generale e brilla sul Nyse con una performance stellare (oltre il 16%), grazie ai conti.

Nella serata americana verranno diffuse le minute della riunione della Fed di maggio e gli investitori si preparano a cogliere indicazioni su quanti rialzi dei tassi sono probabili quest’anno.

L’euro recupera qualche posizione dai minimi di giornata, ma il cambio resta sulla soglia dell’1,17, in calo dello 0,6%.

Le vendite colpiscono moderatamente il petrolio, pur impensierito dai dati settimanali sulle scorte Usa, inaspettatamente oltre le attese. Brent -0,8%, 78,93 dollari al barile. L’oro approfitta un po’ del suo ruolo di bene rifugio, ma risulta frenato dalla forza del dollaro e si apprezza dello 0,15%, salendo a 1293,19 dollari l’oncia.

In Piazza Affari poche blue chip si salvano dalle vendite. Il titolo migliore è Bper, +1,09%. Il ceo Alessandro Vandelli, in un’intervista al Sole 24 ore, conferma l’impegno alla riduzione degli Npl attraverso 4,5 mld di cessioni.  Acquisti anche su Ferragamo +0,44%; Mediaset +0,29%; Banca Mediolanum +0,25%; Italgas +0,2%

Le vendite penalizzano in primo luogo Saipem, -3,43%, dopo il balzo in avanti del mese di maggio. Cali consistenti anche per Pirelli -2,68%, Buzzi -2,3%; Tenaris -2,29%; Prysmian -2,28%. Unicredit lascia sul terreno il 2,23%, mentre il fondo hedge Caius Capital scrive una nuova lettera all’Eba, dopo la risposta di presa visione dell’authority alla missiva del 3 maggio, sottolineando che le spiegazioni fornite dal gruppo bancario in merito al trattamento dei ‘cashes’ rafforzano l’idea che tutte le azioni ordinarie non siano computabili nel Cet1.

Fuori dal paniere principale Fiera Milano sale del 7,21%, dopo la presentazione del piano industriale.

Commenta