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Il Ftse Mib supera la soglia magica dei 27 mila punti base

Piazza Affari effervescente nella prima seduta borsistica di novembre: a tirare la volata delle blue chips sono i titoli petroliferi e quelli del lusso – Banche a due velocità – Spread a 131 pb – Nuovi record per Wall Street

Il Ftse Mib supera la soglia magica dei 27 mila punti base

Piazza Affari inaugura il mese di novembre salendo ai massimi dal 2008, oltre i 27mila punti, nonostante le banche siano rimaste chiuse per la festività di Ognissanti e i volumi siano risultati per questo ridotti. S’impenna però anche lo spread e aumentano i rendimenti dei titoli di Stato, nella crescente convinzione di un cambio di passo delle banche centrali in un contesto d’inflazione galoppante. C’è grande attesa per la riunione della Fed di martedì e mercoledì, mentre giovedì sarà la Bank of England ad aggiornare la sua politica monetaria. 

Il Ftse Mib chiude con una rialzo dell’1,27%  (27.215 punti base) è tra i migliori in Europa, in sintonia con l’Ibex 35 di Madrid (+1,38%) e il Cac 40 di Parigi (+1,06%), seguono il Dax di Francoforte (+0,79%) e il Ftse 100 di Londra (+0,74%). È più arretrato l’Aex di Amsterdam (+0,11%). L’indice paneuropeo STOXX 600 guadagna lo 0,72% e supera i precedenti massimi storici segnati a metà agosto con un sentiment globale sostenuto, tra l’altro, dal post-elezioni in Giappone (NIkkei 225 +2,61%) e dalla stabilizzazione dei prezzi del carbone in Cina, mentre i grandi del mondo sono riuniti a Glasgow per la conferenza Onu sui cambiamenti climatici. Thyssenkrupp e il produttore di acciaio Salzgitter si apprezzano dopo che in questi giorni Stati Uniti e Unione europea hanno deciso di porre fine alla disputa sui dazi per acciaio e alluminio.

Oltre Atlantico appare intonata in avvio Wall Street, reduce dalla seduta record di venerdì. Il Dow Jones tocca per la prima volta i 36mila punti, salvo poi rallentare. Perde quota Microsoft dopo il rally della scorsa settimana, quando ha nuovamente superato Apple e riconquistato il ruolo di società a maggior capitalizzazione (quasi 2.500 miliardi di dollari). Corrono Tesla e Facebook

A convincere gli investitori che è ancora il momento di comprare azioni contribuisce la brillante stagione delle trimestrali. L’80% delle società quotate negli Usa ha superato le attese (quasi la metà di quelle dello S&P 500) e Refinitiv stima una crescita dei profitti nel terzo trimestre dell’anno di circa il 38,6%.

Sul mercato dei cambi si tinge leggermente di rosso l’indice del dollaro sulla piazza Usa (-0,17%), dopo la stima sul Pmi manifatturiero di ottobre (pubblicata da Ism) in rallentamento a 60,8 rispetto al 61,1 di settembre. Emerge inoltre una forte pressione sui prezzi accompagnata da un calo dei nuovi ordini ai minimi da giugno 2020.

La frenata del biglietto verde arriva dopo la buona intonazione delle ultime settimane, per l’aspettativa di un avvio di tapering da parte della banca centrale nordamericana. Goldman Sachs, a causa dell’inflazione, anticipa inoltre una stretta sui tassi Usa nel luglio dell’anno prossimo, quando in precedenza scommetteva sul terzo trimestre del 2023.

L’euro recupera circa lo 0,2% sul dollaro e tratta intorno a 1,158.

In prossimità delle decisioni di Jerome Powell, che soli pochi giorni fa diceva che “è tempo di avviare il tapering, ma non è il momento di alzare i tassi d’interesse”, crescono i rendimenti dei titoli di Stato Usa, con il decennale intorno a 1,59%.

Il rialzo dei rendimenti è tangibile anche nella zona euro, dove il gruppo dei bond con segno negativo si è ridotto in ottobre ai minimi da oltre un anno, perché, secondo Reuters, gli investitori scommettono su un aumento dei tassi di interesse anche in Eurolandia già il prossimo anno.

Ne soffre il secondario italiano, che archivia anche oggi una seduta negativa. Lo spread tra il Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 131,7 (+3,13%) punti base e i tassi crescono rispettivamente a +1,18% e -0,14%.

Tra le materie prime si apprezzano oro e petrolio. Lo spot gold tratta in rialzo dello 0,5% a 1792,8 dollari l’oncia.

Il Brent guadagna oltre un punto percentuale e tratta a 84,7 dollari al barile. 

E ancora una volta, come spesso è accaduto negli ultimi mesi, sono i titoli oil a dominare la scena del listino principale di Piazza Affari.

Chiude con un balzo Eni +2,76%, in scia ai risultati del trimestre e la guidance per il 2021, ben sopra le attese del mercato. “I broker stanno adeguando i target price in vista anche del capital market day del gruppo sull’Ipo del business che integra retail gas&power e rinnovabili il prossimo 22 novembre”, sottolinea un trader. Equita conferma  la raccomandazione “Buy” alzando dell’11% il prezzo obiettivo a 15 euro. Tra le oli service Tenaris si apprezza del 2,7% e rialza la testa Saipem +1,56%.

Nel lusso si mette in evidenza Moncler, che con un progresso del 2,87% è la migliore big di giornata, alla luce dell’incontro del management con la comunità finanziaria. Continua a correre Ferrari, +2,73%. 

Tra le utility si mettono in luce Snam +2,1% e Terna +1,77%, dopo la revisione del rating da parte di S&P Global: per entrambe i giudizi di lungo e breve termine sono stati confermati rispettivamente “BBB+” e “A-2”, ma l’outlook è migliorato da “stabile” a “positivo”.

La lista delle blue chip negative è breve e parte da Nexi, -2,7%.

In un contesto di banche ben comprate a livello europeo, nella prospettiva di maggiori guadagni legati a eventuali rialzi dei tassi, perdono terreno Bper -0,58% e Unicredit -0,49%, con il nuovo Risiko bancario che è ancora tutto da giocare, dopo che la banca guidata da Orcel ha dato forfait per Mps (-1,79%). 

Sale però Unipol +1,25% (azionista di Bper), che alcuni osservatori ritengono una candidata a rilevare la banca senese. 

Nel settore svetta Intesa +1,53%.

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