Condividi

Il Covid aiuta i super ricchi: Nordamerica sorpassa Asia

La pandemia non ha danneggiato le persone con almeno 1 milione di dollari di patrimonio: oggi nel mondo sono più di 20 milioni, di cui 7 milioni in Nordamerica. Il caso estremo del Sudamerica. Ecco cosa è successo in Italia

Il Covid aiuta i super ricchi: Nordamerica sorpassa Asia

Quanto volte ci siamo sentiti dire che con il Covid i ricchi sono diventati ancora più ricchi e tutti gli altri sono rimasti ancora più indietro? Bene, è proprio così. Non è solo una sensazione dettata da alcune evidenze sparse, è proprio scritto nero su bianco. La 25 esima edizione del World Wealth Report di Capgemini non lascia spazio a dubbi: nel 2020 la popolazione globale degli High Net Worth Individual (acronimo HNWI, ossia chi ha un patrimonio personale di almeno 1 milione di dollari escludendo il valore della casa in cui vive, gli oggetti da collezione e i beni di consumo) è aumentata del 6,3%. Oggi i “ricconi” nel mondo sono più di 20 milioni. Tanti, ma se ci si pensa bene pochissimi rispetto alla popolazione mondiale, il che rende l’idea di quanto la ricchezza sia concentrata nella tasche di una piccolissima minoranza.

Ma soprattutto, il patrimonio di queste persone è cresciuto con la pandemia del 7,6%: in totale il jackpot avvicina gli 80.000 miliardi di dollari. Ancora meglio hanno fatto gli ultra ricchi, cioè gli ultra-HNWI, cioè quelle persone che superano non il milione ma i 30 milioni di dollari di patrimonio individuale: sono aumentati quasi il 10% e di pari passo la loro ricchezza, del 9,1%. La novità è che per la prima volta dal 2014, il mondo occidentale si è ripreso il primato, se di primato si può parlare in un’analisi così di nicchia rispetto alla vita di tutti. Il Nordamerica per la precisione, quindi in particolare gli Stati Uniti, torna ad essere l’area del pianeta con più super ricchi: sono quasi 7 milioni (+10,7%) e sono al primo posto anche per patrimonio detenuto con 24.320 miliardi di dollari (+12%). Sorpasso dunque consumato sull’Asia-Pacifico (leggi Cina), dove gli HNWI sono 6,9 milioni e sono cresciuti “solo” del 5,8%. Il loro patrimonio totale è di 24.000 miliardi di dollari.

Secondo Capgemini l’inversione di tendenza è dovuta ai rialzi azionari ma anche agli stimoli introdotti dal neo presidente Joe Biden: in teoria avevano l’obiettivo di salvare la classe media dalla crisi pandemica e di aiutare le classi più deboli, ma nei fatti la valanga di soldi pubblici immessa nell’economia sta favorendo per ora soprattutto chi aveva già molto prima. Anche in Europa comunque i più ricchi non possono lamentarsi: dopo la battuta d’arresto del 2018, anche nel 2020 il patrimonio è cresciuto e anzi ha superato per la prima volta i 17.000 miliardi, toccando i 17,46 trilioni. Le persone che hanno nel loro conto in banca (o chissà dove) questi soldi sono 5,3 milioni.

Ancora più concentrata la ricchezza nel Medio Oriente, dove 810.000 persone si spartiscono 3.170 miliardi di patrimonio. Ma è ancora niente rispetto al Sudamerica, il continente dove le disuguaglianze sono più estreme in assoluto: addirittura i super ricchi sono diminuiti del 4% a 600.000 persone, con il loro patrimonio complessivo che si è però consolidato (+0,5%) e che sfiora gli 8.900 miliardi. In Italia abbiamo, sostiene la ricerca, 300 mila individui con ricchezza spendibile superiore al milione di dollari, +9.2% rispetto al 2019. Diversamente dagli Stati Uniti però ad aver spinto il patrimonio dei Paperoni nostrani non è stata tanto la Borsa (anzi la capitalizzazione di mercato di Piazza Affari è diminuita del 6,4%) quanto il boom dell’immobiliare trainato durante il Covid dal desiderio di vivere in abitazioni più grandi e con un aumento del valori in media del 5,2%.

L’unica piccola consolazione a tanta disuguaglianza è che gli investimenti di questi milionari vanno sempre di più nella giusta direzione: gli investimenti sostenibili sono in crescita, con il 43% degli ultra-HNWI propensi a richiedere uno score ESG per i prodotti loro offerti.

Commenta