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Ibm: utile oltre stime nel primo trimestre, vendite deludono

I profitti hanno raggiunto quota 2,328 miliardi di dollari, in calo del 2,4% ma comunque oltre le attese – Fatturato in calo per il dodicesimo trimestre di fila – Ieri il titolo sotto i riflettori a Wall Street.

Ibm: utile oltre stime nel primo trimestre, vendite deludono

Ibm ha chiuso il periodo gennaio-marzo 2015 con ricavi in calo per il dodicesimo trimestre di fila, sotto le stime, ma anche con profitti migliori del previsto. Gli utili netti hanno raggiunto quota 2,328 miliardi di dollari, in calo del 2,4% dai 2,384 miliardi dello stesso periodo del 2014. Gli utili per azione, al netto di voci straordinarie, sono saliti a 2,91 dollari da 2,68, battendo le stime del mercato, che non andavano oltre i 2,8 dollari.

Per l’interno anno fiscale, Ibm si aspetta utili per azione al netto di voci straordinarie da 15,75-16,5 dollari. L’impatto valutario sarà però superiore ai 6 punti percentuali, oltre le stime precedenti, che parlavano di un impatto tra il 5 e il 6%.

Il fatturato del primo trimestre si è attestato invece a quota 19,59 miliardi di dollari (-11,9% su anno). Gli analisti avevano previsto un risultato migliore, a 19,64 miliardi. Hanno pesato sui ricavi il dollaro forte e le deboli performance nei mercati emergenti e nelle attività hardware, che hanno fatto segnare vendite per 1,7 miliardi di dollari, in flessione del 23% rispetto ai 2,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. 

La divisione software ha visto ricavi in calo dell’8%, a 5,2 miliardi, mentre quella dei servizi ha registrato una caduta del 12%, a 12,2 miliardi. Al netto dell’impatto valutario e di alcuni disinvestimenti, tuttavia, il fatturato totale è risultato piatto rispetto a 12 mesi fa.

A livello geografico, i ricavi dalle Americhe sono stati pari a 9,3 miliardi, per un ribasso del 3% rispetto all’anno prima. Nella regione Europa, Medio Oriente e Africa il giro d’affari è arrivato a 6,1 miliardi di dollari, in calo del 19%. Nell’Asia-Pacifico si è registrata invece una discesa del 18%, a 4,1 miliardi.

Ibm ha deciso di puntare su software e servizi, perciò sta cedendo attività hardware non redditizie a favore dei big data, della sicurezza e del cloud computing (che ha visto un +60% dei ricavi). Lo scorso anno tutte queste iniziative avevano generato 25 miliardi di dollari, il 27% dei ricavi annuali complessivi. La speranza della società è che arrivino a quota 40 miliardi, il 40% dei ricavi, nel 2018.

In attesa dei conti, arrivati a mercati chiusi, ieri il titolo Ibm ha guadagnato al New York Stock Exchange il 3,42%, a 166,16 dollari, mentre nell’after-hours ha perso circa lo 0,2%.

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