Condividi

Guerra delle valute Usa-Cina, Borse di nuovo alla prova

L’ondata di pessimismo che ha aperto la settimana potrebbe proseguire anche oggi, dopo la pesante chiusura di Wall Street – Apple in caduta del 5,2% – Frena l’euro in parallelo alla corsa del Bund

Guerra delle valute Usa-Cina, Borse di nuovo alla prova

Vacillano i mercati, investiti dallo scontro senza esclusione di colpi tra i due giganti. Gli Usa, di fronte al calo dello yuan sotto la soglia del dollaro, hanno annunciato il ricorso al Fondo Monetario Internazionale contro la concorrenza sleale di Pechino. La Cina, colpita ieri dai nuovi dazi sulle merci verso gli Usa, accusa Washington di “voler deliberatamente distruggere l’ordine mondiale”. Le Borse, di fronte a all’inasprirsi della crisi, non si fanno illusioni: difficile, del resto, essere ottimisti di fronte a uno scenario geopolitico ad altissima tensione, dalla crisi in Kashmir allo sciopero che ha paralizzato Hong Kong.

DA HONG KONG AI MISSILI DI KIM, ESTATE ROVENTE IN ASIA

Proprio dall’ex colonia britannica arriva oggi l’unico segnale di distensione: la Banca centrale di Pechino ha annunciato il collocamento di obbligazioni a termine di 30 miliardi di yuan sulla piazza di Hong Kong, un’operazione che drena liquidità e rende meno facile trovare moneta a prestito. La mossa, più simbolica che effettiva, ha avuto l’effetto di placare momentaneamente la febbre delle valute: il cambio dollaro yuan è in lieve ribasso a 7,04, dopo tre giorni consecutivi di apprezzamento (ieri +1,6%). Anche lo yen giapponese ha invertito la rotta e ora si indebolisce sul dollaro a 106,6, da 105,9 di stanotte in apertura. Così come capita al won coreano, nonostante i nuovi missili di Kim scagliati (per la quarta volta in due settimane) nel mar della Cina.

Ma il mondo finanziario non si fa illusioni: un accordo tra Cina e Washington non sembra possibile, come conferma la decisione cinese di cancellare qualsiasi acquisto di derrate agricole Usa. Bank of America Merrill Lynch prevede anzi che la Banca centrale cinese lascerà il cambio arrivare a 7,3. Citi invece ritiene possibile arrivare a 7,5. Non sorprende, in questo quadro, la risposta dei mercati: azioni in calo, corsa verso i beni rifugio, a partire dalle obbligazioni più sicure, come i Bund. Pur di trovar riparo nei titoli tedeschi, i gestori ormai accettano di pagare un ticket (cioè ricevere un rendimento negativo) per le emissioni fino al 2049.

TOKYO LIMITA I DANNI. SESTO RIBASSO DI FILA IN USA

Di qui una seduta in profondo rosso che potrebbe essere replicata oggi.

I listini asiatici chiudono in territorio negativo: Tokyo perde l’1% circa, ma tiene la diga a 1.500 punti dell’indice Topix, la barriera tecnica ritenuta più importante. Il Kospi coreano riduce le perdite allo 0,3%, Sidney -2%.

Più pesante la frenata delle piazze cinesi: l’indice Csi 300 dei listini di Shanghai e Shenzen cede il 2,3%, Hong Kong -2,6%.

Assai più profonda la caduta di Wall Street, investita dall’ondata di pessimismo che ha ormai intaccato, a suon di attentati, la fiducia degli americani: il Dow Jones arretra del 2,9%, fanno peggio l’indice S&P 500 (-2,98%) ed il Nasdaq (-3,47%). I listini Usa hanno registrato il sesto ribasso consecutivo.

SOFFRE APPLE (-5,2%). GIÙ I CHIP (-4,4%)

Tra i titoli più colpiti c’è Apple (-5,2%), che vede a rischio la sua presenza in Cina, grande mercato di sbocco. Brusca ritirata anche per i chip: l’indice dei semiconduttori arretra del 4,4%.

Giù anche i rendimenti dei T bond a 1,738%, ai minimi dall’ottobre 2016.

Rimbalza stamane il petrolio, +1,4% a 60,5 dollari, correggendo in parte i cali di ieri (-3,5%).

Anche l’oro ha invertito il trend: ora è piatto a 1.462 dollari l’oncia.

L’EURO RIDUCE I GUADAGNI, IERI A 1,125 SUL DOLLARO

Frena stamane a 1,120 anche la rivalutazione dell’euro, ieri salito a 1,125 sul dollaro. Anche i listini europei hanno pagato un pesante prezzo al nuovo round della guerra commerciale, ormai sfociata in guerra delle valute. La tendenza al ribasso ha preso velocità nel corso del pomeriggio, in parallelo alla corsa dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi.

PIAZZA AFFARI -1,3% SOTTO QUOTA 21MILA, SOFFRE IL LUSSO

Piazza Affari è arretrata dell’1,3% e scende a 20.773 punti base, fermandosi sotto la soglia psicologica dei 21mila punti. In due sedute la Borsa italiana ha ceduto il 4% circa.

Fanno peggio le altre piazze: Francoforte -1,77%; Madrid -1,32%; Parigi -2,19%. La crisi di Hong Kong mette a rischio le vendite dei colossi del lusso: Lvmh -4,23%, Hermès -3,05%.

-Nel listino italiano il titolo peggiore è stato Moncler (-5%), anch’esso penalizzato dal peggioramento della situazione politica nell’ex colonia britannica.

LO YUAN FRENA ANCHE LONDRA

Londra (-2,47%) è la peggiore. Ma una volta tanto la Brexit non c’entra: la City ha patito il calo dei titoli legati alle commodities, che cedono il 3% con lo yuan offshore ai minimi record, un fatto che ha reso l’acquisto di metalli denominati in dollari più costoso per il maggiore consumatore di rame al mondo.

Colpo di scena nell’obbligazionario italiano. A differenza del resto del comparto europeo il rendimento del Btp decennale registra un seppur modesto rialzo a 1,56%, da 1,55% dell’ultima chiusura e 1,48% dell’apertura.

IL BUND A -0,52%, NUOVO RECORD

Il rendimento del Btp a 2 anni si è arrampicato fino a 0,22% da 0,18% della precedente chiusura per poi chiudere a 0,21%.

È proseguita invece la corsa ai rendimenti dei Bund: il decennale chiude a -0,52%, nuovo record negativo.

Il tasso del Bund trentennale ha segnato in apertura un nuovo minimo storico a -0,065%: ormai, dopo la seduta di venerdì, l’intera curva tedesca è scivolata in territorio negativo per la prima volta.

Aumenta di riflesso lo spread: la forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si ferma a 212 punti base dai 208 della scorsa chiusura, dopo un picco a 213.

A MILANO SALE BPER, BALZO DI IFIS

A limitare i danni di Piazza Affari la tenuta del comparto bancario: Unicredit in attesa della trimestrale del 7 agosto, cede lo 0,3%. Bene anche Bper, in rialzo dell’1,53% mentre Intesa sale dello 0,78%.

Brillante Banca Ifis +5,68% dopo i risultati: l’istituto ha annunciato l’avvio di trattative con Credito Fondiario per una partnership sui crediti deteriorati.

TIENE FCA, MANLEY RIAPRE A NISSAN-RENAULT

Tiene anche Fiat Chrysler (-0,4%). Renault ha intenzione di ridurre la quota in Nissan, oggi al 43%, a circa il 5-10%: questa decisione potrebbe anticipare la ripartenza della trattativa con FCA in vista di una possibile aggregazione. Jefferies taglia il target price a 14 euro dal precedente 16 euro.

Più pesanti le perdite di Brembo (-2,5%) e Pirelli (-3,2%). La peggiore è Cnh (-4,2%).

CADE STM (-4,3%), SOFFRE TELECOM

Proseguono anche le vendite su Stm che lascia sul terreno il 4,3% con un settore dei tecnologici europeo che perde oltre il 2,8%.

In forte ribasso Telecom Italia (-2,3%).

Nel Lusso, oltre al calo di Moncler, spicca la flessione di Ferragamo. Sempre sugli scudi, invece, Tod’s che porta a casa anche oggi un rialzo del 2,11% e nuovi massimi.

BALZO DI SAFILO, UNA CONFERMA PER INTERPUMP

Strappa Safilo con un balzo dell’11% dopo i risultati del secondo trimestre sopra le attese.

Da segnalare anche il calo di Diasorin (-2,5%). KeplerCheuvreux taglia il giudizio a Reduce.

Ottima performance anche per Interpump (+4,48%), che ha chiuso il primo semestre riportando un utile netto consolidato di 92,2 milioni.

Nonostante la giornata negativa, debutto molto positivo per Iervolino Entertainment sull’Aim con un balzo del 17,95% del titolo della società specializzata nella produzione di contenuti cinematografici e televisivi rivolti al mercato internazionale.

Commenta