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Gastronomia: 56 milioni in arrivo con Fondo per le attrezzature Made in Italy

È arrivato il decreto attuativo che stanzia i fondi per l’aggiornamento tecnologico delle attrezzature per il settore Horeca, ristorazione e hospitality – Ecco come funziona il Fondo

Gastronomia: 56 milioni in arrivo con Fondo per le attrezzature Made in Italy

È la filiera dei capolavori della cucina, della gastronomia e delle attrezzature professionali e domestiche per il food che ormai da anni traina in tutto il mondo l’export del made in Italy e, contemporaneamente, favorisce la crescita del turismo oltre a quella di altri settori manifatturieri del nostro Paese. Con un valore di oltre 575 miliardi di euro, questa filiera rappresenta la prima ricchezza del Paese e si appresta a superare entro breve quota 600 miliardi. La carenza di componenti elettronici e di materie prime (l’acciaio inox soprattutto), insieme ai costi energetici, potrebbero frenarne l’espansione, ma, secondo stime non ufficiali, molto meno di quanto si temeva.

Nel frattempo, è arrivato un attesissimo provvedimento sull’aggiornamento e l’efficientamento tecnologico delle attrezzature per ristorazione e hospitality. Finalmente, come avevamo annunciato mesi orsono, sono stati stanziati i fondi (56 milioni di euro) con il decreto attuativo del Fondo per il sostegno alle eccellenze della gastronomia. È stato così raggiunto un importante traguardo per il settore della ristorazione, grazie anche all’attività svolta da Efcem Italia, l’associazione dei produttori di apparecchi per ristoranti e ospitalità, che negli scorsi mesi si era messa a disposizione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, fornendo dati e caratteristiche del settore delle apparecchiature professionali per la ristorazione funzionali alla stesura del provvedimento.

Horeca, crescita a 3 cifre

Va sottolineato che un forte contributo alla ripresa della manifattura italiana delle attrezzature professionali è arrivato anche dagli aumenti nel 2022 del “fuori-casa”, ovvero l’Horeca: +110% di cene, pranzi, aperitivi e dopo cena… Grazie alla cooperazione tra istituzioni e imprenditori sono stati elaborati i parametri e la fotografia dei problemi che la lunga chiusura dei locali dovuta al Covid aveva causato (con cali di fatturato e vendite del 20% e punte del 40).

Gli operatori Efcem hanno individuato e indicato le misure e i fondi necessari per il rinnovo delle apparecchiature obsolete ed energivore, tanto più urgente a fronte della necessità di tagliare consumi e sprechi, dando così un contributo a implementare ulteriormente le vendite sui mercati mondiali. Sul fronte interno, il comparto sfiora l’80% della produzione nei siti italiani e, secondo stime non ufficiali, si avvia a superare i 6 miliardi di euro di giro d’affari.

Le aziende che fanno parte di Efcem hanno messo a segno un aumento dell’export nei primi tre mesi del 2022 del 9% sul 2021 e del 13,6% sullo stesso periodo del 2019. E un +16% dei fatturati sul 2019, nonostante le crescite a due cifre dei prezzi di tutti i componenti e dell’inox (la materia prima per eccellenza del settore).

Come funziona il Fondo per il sostegno delle imprese

“Attraverso la concessione e l’erogazione di contributi a fronte di investimenti in macchinari professionali e altri beni strumentali durevoli – recita la comunicazione ufficiale di Efcem – il fondo è finalizzato a promuovere e sostenere le imprese di eccellenza nei settori della ristorazione e della pasticceria e a valorizzare il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano”. In particolare, “sono stati stanziati 56 milioni di euro, di cui 25 milioni per il 2022 e 31 milioni per il 2023”. Il Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano è destinato alle imprese operanti nei settori con codice Ateco 56.10.11 (Ristorazione con somministrazione), 56.10.30 (Gelaterie e Pasticcerie) e 10.71.20 (Produzione di pasticcerie fresca).

Le spese ammissibili – sottolinea EFCEM – sono relative all’acquisto di macchinari professionali e di beni strumentali all’attività dell’impresa, nell’ambito del regime de minimis, non superiore al 70% delle spese totali ammissibili e a 30mila euro per singola impresa.

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