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G-20: tregua Usa-Cina, accordo su migranti

Il G-20 di Buenos Aires si chiude con prove di disgelo tra Trump e il presidente cinese Xi, ma con gli Usa che confermano di sfilarsi dagli accordi di Parigi sul clima e con un accordo molto vago sul commercio e sulla necessità di riforma del Wto – VIDEO.

G-20: tregua Usa-Cina, accordo su migranti

Al termine di un G-20 segnato dalla freddezza tra il presidente americano Donald Trump e il suo collega russo Vladimir Putin, che invece dalle immagini arrivate da Buenos Aires ha dimostrato grande confidenza con lo sceicco saudita Mohammad bin Salman, è stata almeno raggiunta una bozza di accordo su alcuni temi. Tra questi però non c’è il protezionismo, che era al centro dell’incontro insieme al clima (su cui gli Usa hanno ancora opposto resistenza) e migranti. Nel documento finale firmato dai 20 infatti si parla solo di problemi che stanno emergendo sul commercio internazionale.

Un punto l’accordo è stato trovato, anche se probabilmente con molti distinguo, la riforma del Wto, l’organismo che visiona e supervisiona gli accordi commerciali tra i vari Paesi membri, oltre 160. Un accordo sul quale è regolato il 95% dei commerci internazionali, in pratica tutti. Che l’Organizzazione mondiale del commercio stia stretta ormai a molti era noto, tanto che lo stesso Wto chiedeva delle modifiche, accolte. “Per la prima volta – è scritto nel documento finale –  si riconosce che l’Organizzazione mondiale del commercio ha fallito i suoi obiettivi e dunque è necessaria una sua riforma“.

USA-CINA

I leader insomma hanno preso atto dei problemi attuali, anche se in nessun documento si nomina la parola “protezionismo”. Sono partite in compenso le prove di un disgelo tra Stati Uniti e CinaDonald Trump ha incontrato Xi Jinping e gli ha concesso una tregua sui dazi: non scatterà dunque a gennaio il rincaro delle tasse doganali americane dal 10% al 25%, che doveva colpire 200 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina. Per ora la misura protezionista è solo rinviata, mentre ripartono i negoziati tra le due superpotenze. Ma il clima è cambiato proprio nel corso della cena di lavoro tra le due delegazioni, avvenuta dopo la conclusione del G20. “E’ stato un incontro fantastico e produttivo che apre possibilità illimitate sia per gli Stati Uniti che per la Cina. E’ un grande onore lavorare col presidente Xi”, ha commentato Trump.

CLIMA

Se il clima è cambiato nei rapporti Usa-Cina, non lo stesso si può dire a proposito degli accordi di Parigi. Gli Stati Uniti si sono infatti sfilati dall’accordo di Parigi sul clima: se gli altri partecipanti confermano il carattere “irreversibile” del patto, gli Stati Uniti ricordano in un paragrafo a parte che hanno respinto l’intesa. Un’unica promessa: assicurano che si impegneranno a favorire la “crescita economica, l’accesso all’energia e la sicurezza, a utilizzare tutte le tecnologie e le fonti di energia disponibili, nel pieno rispetto dell’ambiente”. Un po’ poco.

MIGRANTI

I “grandi movimenti di rifugiati sono una preoccupazione globale con conseguenze umanitarie, politiche, sociali ed economiche: sottolineiamo l’importanza di azioni condivise per affrontare le cause profonde dello spostamento e rispondere alle crescenti esigenze umanitarie” scrivono i leader al termine del G-20 di Buenos Aires.

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DEBITO

L’altro problema affrontato è il grande debito pubblico mondiale, sul quale ha messo l’accento Christine Lagarde, presidente del Fondo monetario internazionale, che ha chiesto ai leader del G20 di allentare urgentemente le tensioni commerciali e di invertire l’aumento di dazi e tariffe, avvertendo che rischiano di rallentare la crescita globale. “La politica fiscale – è scritto nel comunicato – dovrebbe ricostruire le risorse laddove necessario, ed essere usata in modo flessibile e pro-crescita, assicurando allo stesso tempo che il debito pubblico resti su un percorso sostenibile”. Il comunicato sottolinea, tra l’altro, che “la continua attuazione delle riforme strutturali migliorerà il potenziale di crescita”. Almeno là dove le riforme si stanno attuando.

CONTE-JUNCKER

Giuseppe Conte si presenta davanti ai giornalisti a Buenos Aires per la conferenza finale sul G20 con la mente sempre all’Italia e al confronto con la Commissione Ue sulla manovra. E sull’incontro avuto con Jean Claude Juncker dice: “Abbiamo toccato l’impostazione della soluzione finale”. Il premier spiega che imporre le sanzioni al nostro paese non conviene neanche all’Unione.

“Uno strappo con l’Italia sulla manovra – dice – non conviene all’Europa perché l”Europa non è altro dall’Italia: siamo sulla medesima barca, e quando si è sulla medesima barca bisogna approdare ad uno scoglio sicuro, anzi a una terraferma che di sciurezza a tutti coloro che sono sulla barca”.

Conte ha infine annunciato che il G20 del 2011 si terrà in Italia. Il nostro paese paese ha scambiato la guida dell’organismo con l’India che vuole avere la presidenza nel 2022, quando si celebrerà il 75 anniversario dell’indipendenza del paese.

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