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Fs Italiane, tutti i numeri del Piano industriale 2022-2031: più treni e tempi di percorrenza ridotti

Il Piano industriale non solo disegna il futuro del Gruppo Fs ma anche del settore dei trasporti in generale: tanti gli investimenti e le sfide da affrontare. Ecco tutti i numeri di una delle maggiori realtà industriali italiane

Fs Italiane, tutti i numeri del Piano industriale 2022-2031: più treni e tempi di percorrenza ridotti

Con oltre 82mila dipendenti, più di 10mila treni ogni giorno (circa 8mila in Italia e oltre 2mila all’estero) 1 miliardo di presenze annuali su treni e bus e 45 milioni di tonnellate di merci all’anno, il Gruppo Fs, guidato dall’Ad Luigi Ferraris, è una delle maggiori realtà industriali italiane, leader nel trasporto passeggeri e merci su ferro. Guidata dalla holding Ferrovie dello Stato Italiane Spa, la società capogruppo è partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e controlla le società operative nei quattro settori della filiera: trasporto (Trenitalia, Mercitalia Logistic, Busitalia sita Nord, Ferrovie del Sud Est e servizi automobilistici), infrastruttura (Rfi, Italferr, Anas) servizi immobiliari (Grandi Stazioni Immobiliari e Fs Sistemi urbani) e altri servizi (Ferservizi, Fercredit, Italcertifer, Nugo e FSTechnology).

Sono numeri importanti quelli del nuovo Piano industriale 2022-2031 e che segnano la rotta del gruppo per i prossimi 10 anni. Una nuova visione strategica e organizzativa, di lungo periodo, volta a imprimere soprattutto un’accelerazione sul fronte degli investimenti, sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità senza dimenticare le persone. Ma il nuovo piano delle Fs guarda anche oltreconfine, con il Gruppo che intende porsi come una “multidomestic company” in Europa.

Quali saranno gli investimenti?

Il nuovo Piano industriale di Fs italiane prevede investimenti complessivi per tutto il Paese di oltre 190 miliardi e un impatto sull’economia nazionale stimabile in 2-3 punti percentuali di Pil, con l’obiettivo di trasformare i trasporti in un sistema integrato all’insegna della sostenibilità e digitalizzazione. Tanti soldi che, grazie anche al supporto di una quota molto consistente del Pnrr, saranno così ripartiti:

-a Rfi 110 miliardi di euro: che gestisce 16.800 km (1.670 gallerie, 23mila ponti e viadotti, 2.200 stazioni), di cui circa 700 km di rete (1.400 km di binari) sono dedicati ai servizi alta velocità;

– Per Anas 50 miliardi di euro: che gestisce una rete stradale di circa 32mila chilometri (2.000 gallerie, 18mila ponti e viadotti, 1.200 case cantoniere);

-la restante quota per la flotta (15 miliardi solo per treni e 4.660 autobus di cui 763 ibridi) servizi ferroviari (46 treni AV, 34 treni intercity, 495 treni regionali) e digitalizzazione in linea con le esigenze del mercato.

A proposito di innovazione e connettività, il Gruppo intende installare il wifi su tutti i 17mila chilometri della rete ferroviaria e nelle 2.000 stazioni Fs presenti sul territorio. È prevista anche una piattaforma per la smart mobility, un’altra per l’orario intelligente che interagirà col passeggero, e una per i pagamenti di gruppo.

Per raddoppiare la quota di merci movimentata nel 2019 e raggiungere il target al 2031, sono previste una serie di misure in un’ottica di sistema per un totale di quasi 2,5 miliardi di investimenti. La realizzazione di nuovi terminal ferroviari intermodali merci, tecnologicamente avanzati e a basso impatto sull’ambiente, potrà incrementare i volumi di merce, anche nel trasporto intermodale.

Alla luce del conflitto in Ucraina e delle criticità legate all’approvvigionamento di energia, Fs punta sul green. L’obiettivo è di produrre il 40% di energia, dato che il gruppo è il primo consumatore in Italia con 6 Terawatt/ora o il 2% della domanda complessiva. CI sono moltissimi spazi non utilizzati da sfruttare per il core business e che possono essere convertiti per impianti solari, piccole pale eoliche e anche fare un po’ di stoccaggio dell’energia nei momenti in cui c’è un eccesso.

Non bisogna dimenticare, inoltre, il ruolo delle nuove linee a cui Fs sta lavorando, come ad esempio il Terzo Valico dei Giovi: la parte terminale a sud del corridoio Reno-Alpi che potrà trasformare il nodo di Genova nel principale hub lungo la rotta commerciale dall’Estremo Oriente all’Europa, accorciando i tempi di trasporto via mare di circa 5 giorni di navigazione rispetto ai porti del mare del nord come Rotterdam e Anversa. C’è poi il rinnovo della flotta di locomotori e carri, con la sostituzione di 3.400 mezzi e l’ingresso di oltre 3.600 mezzi di nuova generazione, a minor impatto ambientale elettrici e ibridi.

Tra gli obiettivi ci sono anche la gestione integrata dei parcheggi che passeranno da 84 a 250 arrivando così a gestire 20mila posti auto in più, migliaia di colonnine per auto elettriche e nuovi spazi per lo sharing; lo sviluppo di centri di eccellenza per offrire servizi di turn-key, chiavi in mano, a città di medie dimensioni – quelle che hanno tra i 100mila e i 400mila abitanti – per progettare, realizzare, finanziare e gestire infrastrutture per la mobilità sostenibile urbana.

Quali sono i tempi di percorrenza?

Le opere si tradurranno in una riduzione dei tempi di viaggio sulle principali tratte ferroviarie. Ad esempio: Torino-Genova (da 1h e 40’ fino a circa 1h); Milano-Genova (da 1h e 30’ a circa 1h); Milano-Trieste (da 4h e 20’ a 3h e 50’); Napoli-Bari (da 3h e 35’ a 2h); Palermo-Catania (da 3h a 2h); Sassari-Cagliari (da 3h a 2h e 30’). La realizzazione del sottoattraversamento ferroviario di Firenze, inoltre, contribuirà a ridurre i tempi di viaggio sulla dorsale AV Torino–Salerno e a una totale separazione dei flussi Alta Velocità e Regionali nel nodo di Firenze, con un miglioramento della regolarità e un potenziamento dell’offerta di quest’ultimi.

Focus su Sicilia (20 miliardi) e Calabria (16 miliardi)

Grande attenzione è posta a ridurre le disuguaglianze fra nord e sud. Solo per la Sicilia sono previsti oltre 20 miliardi di euro di investimento. A livello di infrastrutture, i principali progetti riguarderanno i territori di Palermo, Siracusa, Catania e Messina. Ammontano invece a 5,78 miliardi di euro le risorse destinate alle infrastrutture stradali: tra gli interventi principali il Collegamento Ragusa-Catania, la SS 121 Tratto Palermo-rotatoria Bolognetta, la SS 626 per il completamento della Tangenziale Gela, la SS 284 Adrano-Paternò.

Ma anche interventi di rigenerazione e soluzioni di intermodalità e logistica nelle aree urbane, per circa 2 milioni e mezzo di metri quadrati di aree da valorizzare con investimenti per 3,7 milioni sul patrimonio. Invece, l’investimento nell’Isola sarà di 860 milioni per la manutenzione straordinaria dei compendi di Catania Acquicella (360 milioni) e Catania Bicocca (500 milioni).

Sono 16,689 miliardi di euro gli investimenti previsti nel prossimo decennio in Calabria. I fondi attribuiti alle infrastrutture costituiscono la parte principale: 15,28 miliardi di euro, di cui 8,8 miliardi riguardano le infrastrutture ferroviarie e saranno per lo più destinati alla realizzazione dell’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, al potenziamento e all’elettrificazione della linea ionica e della dorsale Lamezia-Catanzaro Lido e ai collegamenti con il porto di Gioia Tauro. 6,48 miliardi di euro la tranche destinata alle infrastrutture stradali.

Sono 309 invece i milioni di euro destinati ai passaggeri che si tradurranno in 29 nuovi treni e in nuovi servizi, fra cui il miglioramento del servizio metropolitano nell’area di Reggio Calabria e la velocizzazione dei treni Intercity sulla linea ionica, fra Reggio Calabria e Taranto. Per il “polo urbano”, in Calabria si stimano circa 600 mila mq di aree da valorizzare, per un valore pari a 1,1 miliardi di euro; i principali progetti riguardano i territori di Reggio Calabria, Cosenza e Montebello Ionico. Per la logistica invece è previsto un potenziamento e lo sviluppo di nuovi collegamenti. I servizi intermodali (legati al traghettamento nello Stretto di Messina) passano da circa 1,3 milioni di euro nel 2022 a circa 4,1 milioni nel 2031, equivalenti a circa 276 treni l’anno. I servizi convenzionali cresceranno da 1 milione di euro nell’anno corrente a 1,5 milioni nel 2031.

Fs all’estero: Francia, Uk, Germania, Grecia, Olanda e Spagna

In Francia, a dicembre 2021 è stata avviata l’offerta di servizi ad alta velocità fra Milano e Parigi passando da Torino e Lione e potenziata anche con i collegamenti fra Parigi e Lione.

Nel Regno Unito con Trenitalia c2c – controllata da Trenitalia Uk – Fs ha rafforzato la sua presenza grazie all’assegnazione della concessione per gestire una delle tratte ferroviarie più importanti la Londra-Glasgow, a cui si aggiungeranno i servizi sulla nuova linea ad alta velocità (High Speed 2) che collegherà Londra con Birmingham e Manchester. In Germania e in Repubblica Ceca con Netinera. In Grecia dove sono stati attivati collegamenti più veloci fra Atene e Salonicco e sviluppati servizi a favore del passeggero e dell’intermodalità.

In Spagna, dove il Frecciarossa 1000 viaggerà fra le principali città del Paese entro la fine del 2022 e in Olanda, grazie a Qbuzz, operatore su gomma nel trasporto pubblico locale che sta sviluppando importanti soluzioni per favorire un trasporto più sostenibile con una propria flotta di bus a idrogeno.

Proiezioni finanziarie: ricavi ed ebitda in crescita

Non mancano di ambizione neanche le previsioni finanziarie al 2031. Dai 12 miliardi di euro di ricavi del 2022, si prevede di toccare i 18,1 miliardi nel 2025 ed i 22,5 miliardi nel 2031. In aumento anche l’ebitda a 3,9 miliardi, con una crescita media annua (Cagr), nell’arco di piano, rispettivamente pari al 6,9% e all’8,2%.

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