Condividi

Fotografia: Gregory Halpern alla Fondation Henri Cartier-Bresson

Fotografia: Gregory Halpern alla Fondation Henri Cartier-Bresson

Il titolo di questo spettacolo, Soleil Cou Coupé (Let the Sun Beheaded Be), è preso in prestito dallo scrittore martinicano Aimé Césaire (1913-2008), la cui poesia ha ispirato Gregory Halpern durante il suo periodo in Guadalupa. Come quarto vincitore del programma Immersion, una commissione di fotografia franco-americana della Fondation d’entreprise Hermès, il fotografo americano esporrà alla Fondation HCB i suoi lavori dalla residenza del 2019. Affascinato dalla storia, dal luogo, dalle persone e dalla lingua volgare del dipartimento francese d’oltremare, Halpern ha creato una raccolta di fotografie che è al contempo enigmatica e attenta alla realtà.
Tornando sull’isola per tre viaggi successivi, sensibile a ciò che il luogo potrebbe offrire, l’approccio di Halpern rivela l’ispirazione surrealista, in particolare il “surrealismo caraibico” incarnato da Aimé Césaire. Alla domanda su cosa lo abbia portato in Guadalupa, l’artista ha risposto: “Forse ho avuto l’intuizione di trovare una certa forma di surrealismo lì”.

La storia della Guadalupa, intrinsecamente connessa alla colonizzazione europea e alla tratta degli schiavi, può essere osservata oggi attraverso molti monumenti commemorativi sparsi sul territorio. Consapevole di quella storia, l’approccio del fotografo è di sensibilità, curiosità
e ricettività. Halpern è attratto dalla contraddizione e dall’incongruenza, e affianca la bellezza naturale e la storia preoccupante dell’arcipelago, costringendo gli spettatori a risolvere da soli questa irresistibile miscela di immagini.
La Guadalupa è un luogo di migrazione dove le culture si incrociano. Halpern vede un riflesso di se stesso dentro i residenti che incontra e nella diversità delle comunità che rappresentano. Descrive le sue foto come “tanti ritratti come autoritratti” perché fanno eco alla sua storia familiare, che è stata contrassegnata dall’emigrazione
in un altro continente. Attraverso i ritratti e la rappresentazione di oggetti di uso quotidiano – il volgare – Halpern rileva, in diverse forme, le cicatrici del passato della Guadalupa.

Nato a Buffalo, New York, nel 1977, Gregory Halpern insegna fotografia al Rochester Institute
di tecnologia (New York). Ha una laurea in storia e letteratura all’Università di Harvard
e California College of the Arts, e ha ricevuto una Guggenheim Fellowship nel 2014.
Il suo lavoro è stato oggetto di numerose pubblicazioni: Harvard Works because We Do (2003), A (2011), East of the Sun, West of the Moon (in collaborazione con Ahndraya Parlato, 2014) , ZZYZX (2016), Confederate Moons (2018) e Omaha Sketchbook (2009/2019).
È editore di The Photographer’s Playbook (Aperture, 2014) insieme a Jason Fulford.

La curatela é affidata a Clément Chéroux, Joel e Anne Ehrenkranz Curatore capo della fotografia al MoMA di New York, in collaborazione con Agnès Sire, direttore artistico della Fondation HCB.

Ad accompagnare la mostra è un’opera intitolata Let the Sun Beheaded Be (Soleil Cou Coupé), pubblicata da Aperture.

Let the Sun Beheaded Be, 2019
© Gregory Halpern / Magnum Photos

Commenta