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Fincantieri, oneri pesano su utili ma volano gli ordini

Nel primo semestre sono cresciuti ricavi (oltre i 2 miliardi) e ordini (oltre i 4 miliardi, con il portafoglio che sfiora i 16) – Soddisfatto l’amministratore delegato Giuseppe Bono: “Abbiamo raggiunto risultati storici, in particolare nel business delle navi da crociera”.

Fincantieri, oneri pesano su utili ma volano gli ordini

Gli oneri finanziari, in deciso aumento, pesano sul primo semestre 2015 di Fincantieri: la società ha comunicato di averlo chiuso con un utile netto di pertinenza del gruppo in calo a 12 milioni rispetto ai 24 milioni dello stesso periodo del 2014, mentre il risultato netto d’esercizio è negativo per 19 milioni dai 33 milioni di utile netto del primo semestre del 2014.

A pesare particolarmente, come detto, gli oneri finanziari: sono saliti a 62 milioni (28 milioni nello stesso periodo del 2014). Bene i invece ricavi che sono in crescita a 2,22 miliardi dagli 1,98 del primo semestre 2014, gli ordini saliti a 4,17 miliardi (circa 3,48 miliardi nel 2014) e il portafoglio ordini che sfiora i 16 miliardi. L’ebitda cala a 128 milioni dai 142 del 2014, con un ebitda margin in flessione al 5,8% (7,1% al 30 giugno 2014), mentre l’ebit scende a 74 milioni (93 milioni nel 2014). La posizione finanziaria netta è negativa per 220 milioni, mentre era positiva per 44 milioni a fine 2014. La variazione – spiega la nota del gruppo – è principalmente riconducibile all’aumento del fabbisogno finanziario conseguente all’incremento delle attività dell’area di business delle navi da crociera.

“Per quanto riguarda le navi militari – spiega il comunicato – l’esercizio sarà caratterizzato da volumi di produzione ridotti, anche se sono state avviate le attività per il programma di rinnovo della flotta della Marina Militare italiana. La società continua, inoltre, ad essere impegnata nelle trattative con le organizzazioni sindacali per il rinnovo dell’accordo integrativo in Italia che, dopo essere stato prorogato per due anni dopo la scadenza originaria e dopo lunghe discussioni a partire da inizio di quest’anno, è stato disdetto in data 30 marzo 2015. Fincantieri – prosegue la nota – auspica che si possa pervenire a relazioni sindacali più adatte a competere in un mercato globale, avendo sollevato come punto centrale la necessità di un deciso miglioramento degli standard di efficienza, produttività e flessibilità delle maestranze in Italia.

La società, nonostante le sfide competitive che si trova ad affrontare e che sono state descritte sopra, si dichiara dunque sicura di assicurare un notevole carico di lavoro per gli anni a venire. Per quanto riguarda il segmento Offshore, il rimanente periodo del 2015 sarà caratterizzato da un contesto globale di mercato ancora molto difficile, in particolare nel Mare del Nord, seppur permangano, comunque, alcune opportunità in mercati e segmenti di nicchia. Al fine di poter sviluppare tali opportunità, Vard si focalizzerà sullo sviluppo di nuovi concept design per mezzi altamente innovativi. “La controllata continuerà – dice ancora la nota -, inoltre, a perseguire le azioni di efficientamento e di riduzione dei costi necessarie per dimensionare la propria capacità produttiva ai diversi scenari di mercato, riducendo la forza lavoro ma preservando le competenze chiave necessarie a poter cogliere eventuali opportunità alla ripresa del settore. Nel segmento Sistemi, Componenti e Servizi si prevede, nella rimanente parte del 2015, un’ulteriore crescita dei volumi, derivante dalle azioni strategiche di diversificazione messe in atto dalla società, ed una conferma dei margini positivi registrati nei periodi precedenti”.

L’andamento della gestione del gruppo riflette nel semestre le nostre aspettative, con una performance operativa caratterizzata da margini ridotti per le navi da crociera attualmente in produzione, dalla complessita’ produttiva legata al forte aumento dei volumi ed infine dal perdurare della crisi del comparto Oil&Gas”: lo afferma l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, il quale rimarca che “nel primo semestre del 2015 abbiamo raggiunto risultati commerciali considerevoli. Il portafoglio ordini e il carico di lavoro del gruppo hanno registrato infatti i massimi storici, attestandosi a 16 e 12 miliardi di euro che, contando su un soft backlog di 7,2 miliardi, permettono di raggiungere dei valori attesi pari rispettivamente a oltre 23 e 19 miliardi. Per sostenere un simile carico di lavoro – aggiunge Bono – abbiamo intrapreso un percorso di riorganizzazione dei siti italiani che non prevede licenziamenti e abbiamo potenziato le competenze del gruppo inserendo oltre 380 nuove risorse negli ultimi 18 mesi, nel contempo adoperandoci nella ricostituzione dell’indotto, che è stato gravemente colpito dagli anni di crisi. Anche i ricavi sono aumentati in maniera rilevante rispetto all’anno scorso, in gran parte grazie ai maggiori volumi di attività registrati nel business delle navi da crociera, con 11 unità in costruzione. Nonostante il segmento offshore risenta ancora della contrazione della profittabilità, principalmente a causa del perdurare della crisi del comparto Oil&Gas e del protrarsi delle problematiche relative alle attività in Brasile, il risultato di pertinenza del gruppo è positivo e gli sforzi che stiamo compiendo – conclude Bono – permetteranno un significativo incremento dei volumi di produzione nei prossimi anni”.

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