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Ferrero compra Kellogg per 3,1 miliardi: cereali a nozze con la Nutella

Ferrero e Kellogg hanno ufficializzato un accordo da 23 dollari per azione in contanti. Nel frattempo Plasmon torna italiana

Ferrero compra Kellogg per 3,1 miliardi: cereali a nozze con la Nutella

Ferrero fa shopping negli Usa e compra i cereali Kellogg’s. Dopo un’indiscrezione lanciata dal Wall Street Journal, il colosso dolciario italiano han annunciato di aver raggiunto un accordo da 3,1 miliardi di dollari, 23 dollari per azione in contanti, per acquisire WK Kellogg KLG, unendo così due storici produttori di alimenti sulle due sponde dell’Atlantico.

“Sono lieto di dare il benvenuto a WK Kellogg nel gruppo Ferrero. Questa è più di una semplice acquisizione: rappresenta l’unione di due aziende con un’importante tradizione a generazioni di consumatori fedeli”, ha detto Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del gruppo. 

Come Kellogg ha inventato i cereali

WK Kellogg è l’azienda che produce marchi come Froot Loops, Frosted Flakes, Rice Krispies e una varietà di altri cereali. Oggi ha un valore di mercato di circa 1,5 miliardi di dollari e un debito di oltre 500 milioni di dollari. 

La sua fortuna risale però a oltre cento anni fa, quando Will Keith Kellogg inventò i cereali Corn Flakes e fondò l’azienda all’inizio del XX secolo. Secondo la leggenda, il cereale a base di grano fu creato per errore, ma finì per rivoluzionare l’industria degli alimenti da colazione.

WK Kellogg è il risultato dello scorporo, avvenuto circa due anni fa, della divisione nordamericana dei cereali di Kellogg in una società quotata in borsa. La restante attività globale di snack, chiamata Kellanova, lo scorso anno è stata ceduta a Mars in una transazione da oltre 30 miliardi di dollari lo scorso anno. 

Ferrero: un colosso da oltre 18 milioni

Ferrero, da parte sua, è ormai un colosso internazionale dell’industria dolciaria. Dalla sua fondazione, avvenuta 80 anni fa ad Alba, l’azienda si è espansa a livello internazionale fino a diventare il terzo gruppo nel mercato del cioccolato, con 47mila dipendenti e circa 35 marchi venduti in 170 Paesi. Oggi a Ferrero fanno capo marchi come Ferrero Rocher, Nutella e Kinder, ma anche Butterfinger e Baby Ruth.

Nell’ultimo esercizio finanziario, il gruppo ha prodotto 18,4 miliardi di euro di ricavi, circa 21,5 miliardi di dollari, registrando una crescita di quasi il 9% rispetto al periodo precedente.

Negli ultimi anni, l’azienda ha acquisito diverse società allo scopo di espandersi negli Usa. Tra le più importanti figurano Wells Enterprises, il produttore di Blue Bunny e di altri marchi di gelato, e il business Usa di Nestlé, con cui ha concluso un accordo da 2,8 miliardi di dollari. 

Plasmon torna italiana

Ma le probabili nozze tra Ferrero e Kellogg non sono l’unica notizia che mercoledì ha sorpreso il mercato alimentare. Plasmon torna italiana. La storica azienda alimentare italiana che produce alimenti per l’infanzia è stata comprata da NewPrinces Group, il nuovo nome assunto da Newlat Food. 

Nel dettaglio, NewPrinces ha firmato un accordo vincolante per l’acquisizione delle attività italiane di baby e specialty food della statunitense Kraft Heinz, inclusi i marchi Plasmon, Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba.
L’ex Newlat ha acquisito lo storico stabilimento Plasmon di Latina il quale impiega circa 300 persone e produce ogni anno circa 1,8 miliardi di biscotti per il mercato italiano del noto marchio di biscotti. Le attività industriali e operative – inclusi lo stabilimento e il personale – proseguiranno regolarmente sotto la nuova proprietà, si legge in una nota. Inoltre, nel sito laziale si continuerà a produrre anche prodotti per Heinz Baby Food destinati al mercato Uk in virtù di un accordo di copacking. L’operazione sarà regolata in contanti con un enterprise value di 120 milioni di euro, su base cash free e debt free. 

Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces, ha sottolineato che “riportare in Italia marchi iconici come Plasmon, Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba concretizza una visione che perseguiamo da anni: costruire una multinazionale italiana capace di dare nuova vita a brand amati, profondamente radicati nell’identità del nostro Paese. Con questa operazione rinnoviamo il nostro impegno verso l’Italia e verso l’eccellenza della sua industria alimentare”.

(Ultimo aggiornamento: ore 15.30 del 10 luglio).

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