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Ferrari apre ai Bitcoin: negli Usa si potrà comprare una Rossa con le criptovalute

La Ferrari ha iniziato ad accettare pagamenti in criptovalute negli Usa ed estera il sistema all’Europa. Nel frattempo la Sec si appresta ad autorizzare Erf basati sui bitcoin

Ferrari apre ai Bitcoin: negli Usa si potrà comprare una Rossa con le criptovalute

Il Bitcoin? Secondo le ricerche di Elliptic, citato dal Wall Street Journal, questa ed altre criptovalute rappresentano il canale principale di finanziamento di Hamas. Ma la fortuna delle valute virtuali, in attesa che prenda il via l’euro digitale, non dipende solo dal lato oscuro della finanza internazionale. Lo conferma la decisione della Ferrari. La Rossa ha iniziato ad accettare pagamenti in criptovaluta per le sue auto sportive di lusso negli Stati Uniti ed estenderà il sistema all’Europa in seguito alle richieste dei suoi clienti più facoltosi, ha detto a Reuters il suo responsabile marketing e commerciale Entico Galliera. 

La Rossa prova così a sorpassare Tesla: nel 2021 Elon Musk accettò i pagamenti in Bitcoin, salvo fare marcia indietro dopo pochi mesi fa per l’eccessivo uso di energia necessario per l’estrazione delle cripto. 

Ora la Rossa ci riprova in un momento ad altissima tensione per i mercati finanziari, sotto la pressione dei venti di guerra che, almeno sulla carta, tendono a favorire i beni rifugio. 

“In realtà – confessa Callie Cox, market analyst di eToro – in questi giorni gli investitori si affannano a capire cosa possa significare l’escalation delle tensioni geopolitiche per il futuro dei mercati globali. Il prezzo del Bitcoin è sceso nell’ultima settimana, il che è strano se si considera che i rendimenti sono scesi e le azioni si sono stabilizzate. Ci si aspetterebbe che un protocollo decentralizzato brilli quando i governi sono messi alla prova, ma non è quello che abbiamo visto finora”. 

La Sec si appresta ad autorizzare gli Etf basati sulle criptovalute

Ma forse Cox, interpellato nel weekend, è stato troppo cauto. Da Stamane il Bitcoin sale del 2,6% vicino ai 28mila dollari. Merito di Ferrari? Non proprio. Semmai conta la decisione della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti di non presentare appello alla recente decisione del tribunale a favore di Grayscale Investments che impone impone alla stessa SEC di rivedere la domanda, già respinta, per il varo dell’exchange-traded fund (ETF) Bitcoin spot. 

Domani, sotto il tam tam della Borsa Usa, le autorità potrebbero approvare la licenza per ben cinque Etf basati sulle criptovalute.

Ferrari apre ai bitcoin: “Ce lo chiede il mercato”

I tempi, insomma, sembrano propizi per la lo sprint di Ferrari. Galliera ha giustificato l’iniziativa della Rossa con i progressi compiuti dalle “miniere” di criptovalute nel ridurre l’impronta di carbonio grazie all’utilizzo di nuovi software e al maggior ricorso di fonti rinnovabili. “Il nostro obiettivo di raggiungere la neutralità entro il 2030 lungo tutta la nostra catena del valore è assolutamente confermato”, ha detto il top manager, sottolineando come la decisione sia da attribuirsi anche alle richieste del mercato: molti dei clienti Ferrari hanno infatti investito in monete virtuali e ora hanno patrimoni anche ragguardevoli. 

“Alcuni sono giovani che hanno costruito le loro fortune attorno alle criptovalute. Altri sono investitori più tradizionali, che vogliono diversificare i propri portafogli”, ha proseguito Galliera. Del resto, si tratta di un mondo in piena espansione che la Ferrari intende valutare attentamente per allargare il suo bacino di clienti, nonostante possa contare su un libro ordini saturo fino al 2025. 

“Questo ci aiuterà a entrare in contatto con persone che non sono necessariamente nostri clienti ma che potrebbero permettersi una Ferrari”, ha sostenuto il responsabile commerciale, senza fornire indicazioni sugli obiettivi di vendita.

La Ferrari si è affidata a uno dei maggiori operatori nella gestione dei pagamento in criptovalute, BitPay: la piattaforma consente transazioni in Bitcoin, Ethereum e Usdc, garantisce la loro provenienza da attività legali e trasforma i pagamenti in valute tradizionali in modo da proteggere i concessionari dalle oscillazioni delle quotazione. 

“Era uno dei nostri obiettivi principali: evitare, per noi e per i nostri dealer, di gestire direttamente criptovalute e creare uno scudo alle loro ampie fluttuazioni”, ha chiuso il manager precisando che i “prezzi non cambieranno: non ci saranno commissiono o sovrapprezzi se sia pagherà tramite criptovaluta”. 

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