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Fed e riforma fiscale Usa non scaldano le Borse, ma Milano tiene

La presentazione della riforma fiscale dei repubblicani americani e la designazione del nuovo presidente della Fed non scuotono i mercati borsistici – Piazza Affari chiude in leggero rialzo (+0,2%), exploit di Tenaris (+9,7%), bene Bper, Telecom Italia e Unicredit – Forti prese di beneficio su Ferrari dopo i conti record ma anche su Mediaset, Buzzi e Moncler

Fed e riforma fiscale Usa non scaldano le Borse, ma Milano tiene

Ancora una seduta positiva per Piazza Affari, che arrotonda i suoi guadagni dello 0,24%, chiudendo a 23.046 punti, con Tenaris, +9,72%, in grande recupero e nonostante una Ferrari, -2,89, in panne. I due titoli, almeno per un giorno, si scambiano il ruolo di Cenerentola e Reginetta del Ftse Mib. Il produttore di tubi per petrolio e gas, dopo la trimestrale, attira gli investitori, anche perché è uno dei titoli che ha perso di più da inizio anno. Il cavallino rampante, al contrario, non ha fatto che inanellare record su record e oggi, dopo i conti, scivola in negativo per le prese di profitto. Mediobanca Securities mantiene però sulle azioni delle rosse di Maranello la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 109 euro, mentre Banca Imi e Equita il giudizio “buy”.

Seduta positiva per le banche italiane, trainate anche da qualche bella trimestrale di gruppi europei come Credit Suisse, Danske Bank e ING Groep. In Piazza Affari gli acquisti si concentrano su Bper +3,64%; Unicredit +1,82%; Banco Bpm +1,47%. Bene Telecom +1,6%. Le vendite colpiscono la moda, con Moncler -1,7%. Perdono posizioni Mediaset -2,23%; Campari -1,77% e Buzzi -1,73%.

Stabile l’obbligazionario e sulla carta italiana si mantiene l’intonazione positiva, nonostante l’impennata nei conti pubblici. Il fabbisogno dei primi dieci mesi del 2017 si è attestato a 61,141 miliardi, con un aumento di circa 11,5 miliardi rispetto a gennaio-ottobre 2016, attribuibile in larga misura alle erogazioni di luglio e agosto per la salvaguardia del sistema bancario. Il rendimento del Btp 10 anni è all‘1,8%; lo spread con il Bund stabile a 142.60 (-0,14%). Debole la Spagna, dopo una serie di arresti in Catalogna e con la procura di Madrid che chiede un mandato europeo anche per Puidgemont. Attorno alla chiusura, lo spread Italia-Spagna quota 32,4 punti base, dopo essere oscillato fra 32,3 e 34,4.

Tornando all’azionario: contrastati gli altri listini europei. Perdite frazionali per Francoforte -0,18%, che si allontana moderatamente dal top toccato ieri; Parigi -0,07%; Madrid -0,47%. Fuori dalla zona euro Londra guadagna lo 0,9%, mentre la sterlina si deprezza, dopo la decisione della BoE di alzare i tassi dallo 0,25% allo 0,5%, per la prima volta da dieci anni. La banca centrale inglese mette in conto altri due rialzi nel triennio 2018-2020, ma le sue previsioni sono molto prudenti, soprattutto per le incertezze legate alla Brexit.

Oggi l’euro si rafforza leggermente anche sul dollaro, con il cambio attorno a 1,165, +0,34%. Ieri la Fed ha lasciato i tassi invariati, pur non escludendo un prossimo aumento a dicembre, mentre questa sera alle 20 ora italiana Donald Trump dovrebbe incoronare Jerome Powell nel ruolo di successore di Janet Yellen.

Incerta l’apertura di Wall Street, in attesa del piano tasse, dopo la presentazione del quale c’è un parziale recupero. Il piano prevede un taglio dell’aliquota per le imprese al 20% dal 35% e la riduzione degli scaglioni di reddito per le persone fisiche, che scendono a quattro da sette: 12%, 25%, 35% e 39,6%. Al momento il Dow è in territorio positivo, mentre il Nasdaq resta in rosso, con Facebook negativo. Fra i titoli peggiori Tesla, che ha registrato la sua perdita trimestrale più consistente e posticipato di tre mesi gli obiettivi in volumi sul suo nuovo Model 3.

Petrolio in sosta, con Il Brent in zona 60 dollari al barile (60,42, -0,12%). Poco mosso l’oro.

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