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Exxon, la fine di un’era: addio Dow Jones dopo quasi un secolo

Il colosso petrolifero, che fino al 2013 era la prima società al mondo per capitalizzazione in Borsa, lascia il listino azionario principale, dove era entrato nel 1928 – Il motivo? Lo split delle azioni Apple, che farà fuori anche Pfizer.

Exxon, la fine di un’era: addio Dow Jones dopo quasi un secolo

E’ la fine di un’epoca, a testimonianza del fatto che il business dell’energia sta completamente cambiando. Exxon, la più grande società petrolifera statunitense e fino al 2013, prima dell’ascesa delle big di Internet, prima per capitalizzazione a livello mondiale, lascia il listino del Dow Jones, nel quale era entrata nel lontanissimo 1928, quasi 100 anni fa, appena prima della grande recessione dell’anno successivo. Il gruppo nato dalla fusione tra Standard Oil of New Jersey e l’impero dei Rockefeller aveva sopravvissuto a quella e a tutte le altre grandi crisi finanziarie, compresa quella del 2008, ma da lunedì 31 agosto non farà più parte dei 30 titoli del listino principale di Wall Street. Sarà sostituita da Salesforce, società californiana di cloud computing fondata nel 1999: il suo valore è di circa 190 miliardi e il Ceo Mark Benioff è anche proprietario del Time magazine

La parabola discendente di Exxon segue di due anni quella, ancora più drammatica, di General Electric, la leggendaria azienda fondata nel 1892 da Thomas Edison e che all’inizio degli anni 2000 era ancora prima al mondo per valore in Borsa, prima di piombare in una crisi nera. Lo stato di salute di Exxon, che da qualche tempo per la precisione si chiama ExxonMobil e opera in Europa col marchio Esso, è invece ancora buono: vale 173 miliardi di dollari (circa 146 miliardi di euro), ma evidentemente “l’oro nero” paga il nuovo paradigma ecologista che da qualche tempo pervade anche gli investimenti finanziari. Nel 2013 Exxon valeva ancora 400 e passa miliardi, più di Apple che ora ne vale 2.000.

Quella di Exxon non sarà l’unica novità sul Dow Jones a partire da lunedì 31 agosto. In quella data infatti entrerà in vigore anche lo split delle azioni proprio di Apple, che passano da 1 a 4 per diluire un valore diventato altissimo (ormai la casa di Cupertino capitalizza quasi quanto il Pil italiano…), scatenando un effetto domino che vedrà l’esclusione anche del colosso farmaceutico Pfizer (che sarà sostituito dalla biotech Amgen) e del gruppo attivo nel campo militare Raytheon Technologies, il cui posto sarà preso da Honeywell.

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