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Eni, Scaroni: “Quarto mandato? Mi piacerebbe”

L’ad del colosso petrolifero italiano ha ammesso che gli piacerebbe rimanere alla guida del gruppo anche per un quarto mandato, aggiungendo poi che il suo stipendio è una decisione che spetta agli azionisti – Sulla Libia: “Non ci sono rischi per le forniture di gas, ma produciamo meno di prima” – Su Saipem: “Siamo tranquilli, non c’entriamo nulla”.

Eni, Scaroni: “Quarto mandato? Mi piacerebbe”

Paolo Scaroni punta a rimanere al comando di di Eni. A dirlo è lo stesso amministratore delegato del gruppo petrolifero che, in un intervista rilasciata a Giovanni Minoli, ha risposto “Mi piacerebbe” alla domanda se aspirasse al quarto mandato alla guida di Eni.

Per quanto riguarda il suo maxi-stipendio, Scaroni ha dichiarato di “non essere sicuro di essere il più pagato, forse è troppo ma questa è una decisione che spetta agli azionisti”. 

Passando ad argomenti meno personali l’Ad di Eni ha parlato dei problemi della società, come la produzione in Libia: “non ci sono rischi per le forniture di gas per quest’inverno ma è un problema per Eni che produce un terzo di quello che produceva in passato, è un problema per noi”. “Non vedo rischi per l’inverno – questa la chiosa di Scaroni -, non stiamo al gelo”.

L’ad di Eni ha proseguito sparando a zero su Gheddafi, definito “un pazzo che ha distrutto le istituozioni” e affermando che “tutti i problemi che ha oggi la Libia dipendono da lui”.
 
Su Saipem Scaroni si dichiara tranquillo: “Non siamo noi a gestirla, cosa è successo lo decideranno i magistrati”. “Noi – chiarisce l’ad di Eni – siamo del tutto tranquilli, non c’entriamo niente”, riferendosi alle accuse di tangenti in Algeria rivolte alla controllata. Scaroni smentisce poi ogni vicinanza con l’ex direttore operativo Pietro Varone, che l’aveva tirato in ballo negli scorsi giorni: “non lo conosco, non lo frequento e ho contribuito a farlo licenziare”.

Infine Scaroni, all’indomani dell’incontro tenutosi a Vienna con il ministro del petrolio iraniano Bijan Zanganeh, ha dichiarato che l’Iran è un “paradiso degli idrocarburi”, chiarendo che l’Eni è il primo partner internazionale del Paese.

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