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Eni: dividendo garantito anche con petrolio low cost

All’assemblea aperta a Roma l’Ad Claudio Descalzi e la presidente Emma Marcegaglia presentano i risultati ottenuti nei primi tre anni. Ora si apre la fase del consolidamento. Presente a Roma il 63,4% del capitale. “Nessuna condanna negli ultimi 25 anni”. Molte le domande degli azionisti

Al via l’assemblea degli azionisti di Eni chiamata ad approvare il bilancio 2016 e la distribuzione di 80 centesimi di dividendo (40 già pagati in acconto) oltre al rinnovo del consiglio di amministrazione che vede confermato il vertice uscente. Sono presenti azionisti pari al 63,4% del capitale. Il presidente Emma Marcegaglia, aprendo l’assemblea ha precisato che azionisti con diritto di voto sopra il 3% sono Cdp che detiene il 25,76% e ministero dell’Economia con il 4,34 per cento.

L’assemblea è chiamata a votare anche la remunerazione e il piano di incentivazione a lungo termine che prevede l’assegnazione gratuita di azioni proprie all’amministratore delegato e alle prime linee di Eni.

“Confermiamo per il futuro, confortati dai risultati conseguiti, la nostra remuneration policy crescente in funzione dell’atteso miglioramento dello scenario e degli utili”, hanno garantito i vertici Emma Marcegaglia e Claudio Desclazi in apertura, sottolineando che dopo i primi tre anni di mandato dedicati alla ristrutturazione e trasformazione del gruppo consegnano agli azionisti “una società rinnovata nelle strategie, più efficiente e in grado di generare stabilmente valore nel nuovo scenario dell’energia che si sta delineando”. Obiettivi importanti per raggiungere i quali “è fondamentale la continuità del management” ha detto Marcegaglia. Non è mancato inoltre un richiamo al fatto che “Eni negli ultimi 25 anni non ha subito nessuna condanna neppure in primo grado per reati societari, frode o corruzione”.

Dopo le presentazioni di presidente e amministratore delegato sono iniziate le domande degli azionisti sui primi punti all’ordine del giorno. Tra i primi interventi quello di Jacopo Fo, figlio di Dario Fo, che ha chiesto se i tempi fossero maturi per una offerta innovativa con attenzione a responsabilità sociale e ambientale. Per la decima volta consecutiva partecipa come azionista critico all’assemblea di Eni Re:Common che, insieme alla Fondazione Finanza Etica, The Corner House e Global Witness, ha presentato domande che vertono sul Opl 245 e sulle attività nella Repubblica del Congo.

Per quanto riguarda Saipem “ce la teniamo perché ci crediamo”. Questo il commento dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi parlando della quota del 30,5% in Saipem. ‘È un’azienda fortissima, non appena il prezzo del petrolio salirà Saipem schizzerà; non ha bisogno di mamma e papà, è fatta di superprofessionisti”.

Il titolo Eni è in ribasso dell’1,25% in Borsa alle 14,02 di giovedì.

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