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Engineering, Pandozy: con il fondo di JP Morgan cresceremo all’estero

INTERVISTA A PAOLO PANDOZY, AD DI ENGINEERING – “Ci aspettiamo che il nostro nuovo azionista ci porti una maggiore visibilità a livello internazionale grazie al suo importante network di conoscenze e contatti in ogni angolo del mondo” – “Dopo il Brasile puntiamo ad altri mercati in crescita: dalla Turchia ai Paesi del Golfo, dal Nord Africa all’Est Europa”

Engineering, Pandozy: con il fondo di JP Morgan cresceremo all’estero

I due fondatori della società divorziano, arriva un nuovo socio americano e apre d’improvviso nuove prospettive sui mercati internazionali. E’ successo a Engineering, società d’ingegneria informatica quotata a Piazza Affari nel segmento Star. La settimana scorsa la famiglia Amodeo si è separata dagli alleati di sempre, i Cinaglia, vendendo il 29,9% della società a One Equity Partners (Oep), un fondo che gestisce 10 miliardi di dollari per conto di JP Morgan. L’operazione era attesa, ma inizialmente i vertici dell’azienda temevano che dagli Usa arrivasse un’Opa ostile. I conti della società avrebbero potuto suggerire una scelta di questo tipo: nel primo trimestre l’ebitda ha raggiunto i 18,2 milioni di euro (+34,6%) e l’ebit i 12,9 milioni (+50,4%), mentre i ricavi sono stati pari a 189,8 milioni (+7%).

Alla fine però il fondo ha deciso di fermarsi un passo prima della soglia che rende obbligatoria l’Opa: sono passati di mano 3,6 milioni di titolo a 32 euro per azione, per un controvalore di circa 116 milioni. Ai Cinaglia rimane quindi in tasca il 34,99% di Engineering, mentre il 35,02% è flottante (negli ultimi sei mesi il titolo ha guadagnato in Borsa oltre 20 punti). Come cambiano a questo punto le prospettiva dell’azienda? Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato, Paolo Pandozy.    

FIRSTonline – Quali novità porterà l’ingresso di Oep?

“Ci aspettiamo che il nostro nuovo azionista ci porti una maggiore visibilità a livello internazionale grazie al suo importante network di conoscenze e contatti in ogni angolo del mondo. Da anni conosciamo questo fondo, che è già nel capitale di aziende del nostro stesso tipo, ad esempio in Brasile e Turchia. Riteniamo quindi che Oep potrà aiutarci molto dal punto di vista dell’espansione all’estero, ma naturalmente continueremo anche il consolidamento delle nostre attività in Italia, da cui oggi ricaviamo il 90% del nostro fatturato”. 

FIRSTonline – Su quali mercati si concentra il vostro progetto d’espansione?

“Siamo già presenti in maniera significativa in Brasile e vorremmo continuare a crescere con maggior decisione su vari mercati in crescita: dalla Turchia ai Paesi del Golfo, dal Nord Africa all’Est Europa, con particolare attenzione per quei Paesi che non sono ancora nell’Unione europea e dove le nostre competenze potrebbero avere diversi sbocchi”.

FIRSTonline – Dopo l’ingresso di Oep al 29,9%, secondo lei le prospettive di un’Opa nel medio periodo sono definitivamente archiviate?

“Un’Opa può sempre arrivare da parte di chiunque, ma a questo punto la situazione è sicuramente molto più stabile rispetto a qualche settimana fa. La decisione di Oep di rimanere sotto la soglia d’Opa ci ha sicuramente consentito di superare le incertezze degli ultimi tempi, consolidando la nostra posizione. Anche perché il nuovo azionista considera questo un investimento di medio-lungo periodo”.  

FIRSTonline – Attraverso Engineering Tributi siete attivi anche nel mercato della riscossione: quali prospettive si aprono in questo business con il disimpegno di Equitalia a fine anno?

“Questo è uno dei fronti su cui puntiamo per il futuro. Al momento riscuotiamo le imposte per poco meno di mille Comuni e già da tempo proponiamo i nostri servizi come alternativa a quelli di Equitalia. E’ però difficile fare delle previsioni, dal momento che si tratta di un settore soggetto a una legislazione instabile. Equitalia ha già ottenuto due proroghe – l’ultima fino alla fine del 2013 – quindi non ci rimane che attendere gli sviluppi dei prossimi mesi. Da parte nostra, possiamo dire che l’attività di Engineering Tributi sta andando molto bene. La convenzione che abbiamo sottoscritto con l’Emilia Romagna sta diventando un modello in tutto il Paese. Stiamo portando avanti progetti analoghi anche in altre zone d’Italia, perché riteniamo che se tutti i Comuni si muovono autonomamente senza un coordinamento a livello regionale l’attività di riscossione diventa ben più difficoltosa”. 

FIRSTonline – Oggi il titolo di Engineering tratta intorno ai 30 euro, ma alcuni analisti fissano il target a 35 o addirittura 39 euro. Secondo lei le vostre azioni sono tanto sottovalutate?

“Riteniamo che Oep abbia fatto un affare eccellente ad acquistare le nostre azioni a 32 euro. Il valore del nostro titolo ad oggi è nettamente sottostimato: lo sostengono diversi analisti ed io ritengo che le loro stime siano anche approssimate per difetto. Anche perché ci sono una serie di fattori che potrebbero sostenerci in futuro, ad esempio il decreto pagamenti, che genera in potenza un flusso di cassa straordinario, dal momento che dobbiamo incassare ben 200 milioni dalla Pubblica amministrazione”.

FIRSTonline – A livello generale quali sono le dinamiche che caratterizzano il vostro settore in Italia?

“Il mercato italiano è caratterizzato da un’enorme frammentazione di piccoli fornitori che non hanno le forze di sopravvivere autonomamente, soprattutto per le difficoltà di accesso al credito. Il nostro è un settore in crisi, che sta riducendo le proprie dimensioni, ma al contempo sta attraversando un processo di consolidando intorno a poche aziende eccellenti. Il 30 aprile, ad esempio, Engineering ha acquistato T-Systems Italia Spa (ora Engineering.mo, ndr), un’azienda in difficoltà. E stiamo parlando della filiale italiana di una grande multinazionale tedesca”.  

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