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Elezioni Usa, ecco come Wall Street finanzia i candidati

Il mondo della finanza Usa ha già investito oltre 115 milioni di dollari in donazioni per i candidati alle elezioni – Soros sta con Hillary Clinton, Singer con Rubio e Mercer con Cruz – I destini opposti di Sanders e Bush.

Elezioni Usa, ecco come Wall Street finanzia i candidati

Le elezioni statunitensi, ora alle prese con la lunga corsa delle primarie, sono anche, da sempre, una questione di soldi. Quelli che dai Super Pac, i comitati politici che non hanno limiti nelle cifre raccolte in favore dei candidati e che possono essere finanziati anche dalle aziende, confluiscono nelle casse elettorali dei diversi candidati.
Una corsa al finanziamento con i suoi lati oscuri, come il rischio che donazioni tanto ingenti possano indirizzare la politica dei candidati, non indifferenti e in cui è semplice trovare lo zampino dei colossi di Wall Street: 115 dei 290 milioni raccolti complessivamente dai diversi candidati verrebbero, infatti, proprio dal mondo della finanza.
A fare la parte del leone è George Soros, forse il più noto speculatore della sua epoca, che ha donato 8 milioni di dollari ai Super Pac pro Hillary Clinton. Del resto che tra i due esistesse un filo diretto è provato anche dalle diverse mail scambiate e diffuse negli ultimi giorni nell’ambito del mailgate che ha coinvolto la candidata democratica.
Paul Singer, invece, ha puntato le sue fiches, 2,5 milioni di dollari, su Marco Rubio, ritenendolo l’unico candidato possibile per battere la Clinton. Ammontano a ben 11 milioni le donazioni di Robert Mercer a Ted Cruz, che sostiene una delle cause che più sta a cuore al gestore di Renaissance Technologies, quella del ritorno al gold standard, ovvero la convertibilità del dollaro in oro.
Destini opposti per Bernie Sanders e Jeb Bush. Sanders, decisamente ignorato dai Super Pac, è ancora in corsa, anche se da sfavorito, per la candidatura democratica, mentre Jeb Bush, che ha ricevuto più donazioni di tutti, sembra già tagliato fuori dalla scranno repubblicano. Giusto per dimostrare che non sempre i soldi fanno la felicità.

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