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Elezioni Romania, ribaltone al ballottaggio: vince a sorpresa l’europeista Dan sconfiggendo i filorussi

Con un sorprendente ribaltone al ballottaggio, la Romania elegge presidente Nicusor Dan, sindaco europeista di Bucarest, sconfiggendo l’ultranazionalista George Simion. Una svolta che rilancia l’orientamento pro-Europa del Paese e segna una battuta d’arresto per i sovranisti. Al voto anche in Polonia e Portogallo

Elezioni Romania, ribaltone al ballottaggio: vince a sorpresa l’europeista Dan sconfiggendo i filorussi

La Romania ha scelto l’Europa. Con un ribaltone finale e in netta controtendenza rispetto al primo turno, il sindaco di Bucarest Nicusor Dan ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali, sconfiggendo nettamente George Simion, leader del partito ultranazionalista AUR e figura di spicco dell’ultradestra europea. Una svolta che potrebbe segnare un punto di svolta nei rapporti di forza all’interno dell’Unione Europea: la Romania passa da quasi “filorussa” ed euroscettica al essere ricordata come il luogo del primo duro colpo ai sovranisti in Europa.

I dati sono quasi definitivi: con il 98% delle schede scrutinate, Dan ha ottenuto il 54,3% dei voti contro il 45,6% del suo avversario. Un risultato netto, maturato in due settimane in cui l’elettorato europeista si è compattato attorno al candidato civico, centrista e liberale, ex matematico e attuale primo cittadino della capitale.

A Bucarest, migliaia di persone sono scese in piazza nella notte per festeggiare con bandiere romene ed europee. Dan si è unito ai sostenitori: “Questa è la vostra vittoria. La nostra società ha dimostrato che vuole il dialogo, non l’odio”, ha dichiarato, aggiungendo che “stanno per arrivare tempi economici difficili”, ma che il Paese ha scelto un futuro europeo, trasparente e riformista.

Dal caos del primo turno al voto record della diaspora

Le presidenziali romene si sono svolte in un clima teso sin dallo scorso dicembre, quando la Corte Costituzionale annullò il primo turno a causa di presunte interferenze russe a favore del candidato filorusso Calin Georgescu. La sua esclusione dalla competizione elettorale fu denunciata da Simion come un “colpo di Stato”. Il leader sovranista, sostenuto anche da alcune forze della destra italiana ed europea – tra cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini – ha costruito la sua campagna sulla contrapposizione con Bruxelles, Macron e le élite europee, presentandosi come l’alfiere del ritorno alla sovranità nazionale.

Ma al secondo turno, nonostante fosse partito da una posizione di netto vantaggio (oltre il 40% al primo turno contro il 20,9% di Dan), Simion ha visto sgretolarsi il suo consenso. Fondamentale è stato il voto della diaspora: oltre 1,6 milioni di romeni residenti all’estero hanno partecipato, il livello più alto di sempre nella storia della Romania democratica. Tradizionalmente più vicini a candidati riformisti e filoeuropei, hanno dato un contributo decisivo alla vittoria di Dan.

Chi è Nicusor Dan, il nuovo presidente della Romania

Nicusor Dan, 55 anni, è quindi il nuovo presidente della Romania. Matematico di formazione, con studi a Bucarest e a Parigi, è noto per la sua integrità e per una lunga carriera da attivista civico prima ancora che da politico. È stato lui, con il suo movimento “Salvați Bucureștiul”, a portare alla luce numerosi abusi urbanistici nella capitale, prima di approdare alla politica nazionale.

Eletto sindaco di Bucarest nel 2020 e riconfermato nel 2024, Dan ha guidato una difficile ma efficace opera di risanamento finanziario e modernizzazione urbana. Ha puntato su trasparenza amministrativa, digitalizzazione dei servizi e miglioramento delle infrastrutture pubbliche, guadagnandosi la reputazione di amministratore competente e pragmatico.

Il suo messaggio elettorale ha ruotato attorno a tre pilastri: europeismo, legalità e responsabilità. Ed è anche su questo terreno che ha vinto. Non a caso, tra le prime telefonate ricevute dopo la vittoria, c’è stata quella del presidente francese Emmanuel Macron, che si è congratulato con lui sottolineando “l’importanza della stabilità e dell’impegno europeo della Romania in un momento cruciale per l’Unione”.

Bruxelles respira, la destra radicale accusa il colpo

Il risultato è stato accolto con sollievo dalle istituzioni europee. “Il popolo romeno ha scelto la democrazia, lo Stato di diritto e l’Unione Europea”, ha scritto su X Macron.

La Romania è tornata“, ha esultato l’eurodeputato romeno del PPE Sigfried Mureșan. Anche da Renew Europe è arrivata una lettura politica netta: “Hanno perso Giorgia Meloni e l’estrema destra”, ha dichiarato Sandro Gozi.

Il voto romeno è stato visto come un banco di prova per la tenuta del fronte europeista in un’Europa attraversata da spinte sovraniste. La sconfitta di Simion, a fronte di un’alta affluenza (64,7%, record dal 2000), sembra indicare che il messaggio europeista, pur sotto pressione, mantiene un forte radicamento nell’elettorato.

Il “Super Sunday” europeo: al voto anche in Polonia e Portogallo

Non solo la Romania: è stato un vero “Super Sunday” elettorale per l’Europa, con al voto anche Polonia e Portogallo.

In Polonia, al ballottaggio per le presidenziali andranno l’europeista Trzaskowski (31,2%) e il conservatore Nawrocki (29,7%), con l’ultradestra ferma al 15%.

In Portogallo, la Alleanza Democratica (centrodestra) ha vinto le elezioni anticipate con il 32,7%, seguita da Socialisti (23,4%) e Chega (22,6%), l’estrema destra in forte ascesa. Ma nessuno ha la maggioranza: il premier Montenegro esclude alleanze con Chega e resta il nodo della governabilità.

Tre paesi, tre scenari diversi, ma un tema comune: il confronto tra due visioni d’Europa. In Romania ha prevalso quella che guarda a Bruxelles, non a Mosca.

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