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Elettrodomestici, arriva l’etichetta di riparabilità

Su tutti i device elettrici ed elettronici la Ue ha imposto dal 2021 un’etichetta speciale che segnala l’indice di riparabilità: per i consumatori è un grosso passo avanti e speriamo che presto arrivi anche l’indice di durabilità

Elettrodomestici, arriva l’etichetta di riparabilità

E’ passata sotto silenzio, perché ne hanno paura un po’ tutti. Ancora una volta infatti cala sugli importatori e sui produttori di apparecchi elettrici ed elettronici di bassa qualità, in particolare quelli venduti online, la mannaia- benedetta- della Commissione Europea. Il 1° ottobre 2019 la Commissione ha infatti varato con l’articolo 2 della Direttiva sull’ecodesign, l’obbligo di applicare un’etichetta speciale su tutti i device elettrici ed elettronici: l’indice della loro riparabilità. Tutti, quelli importati e quelli prodotti in Europa, a partire dal 2021. 

La prima mannaia, che ha salvato molto a lungo l’industria europea degli elettrodomestici, è stata quella dell’obbligo, in vigore dal 1994, di dotare tutti gli elettrodomestici di un’etichetta energetica che indicasse con grande chiarezza quali erano e sono gli apparecchi virtuosi e quali quelli spreconi. Per dare un’idea di cosa significa e cosa ha significato l’insieme di direttive comunitarie sull’efficienza energetica (osteggiate spesso dall’Inghilterra) basterà riflettere sul fatto che con il risparmio energetico imposto sugli elettrodomestici, il nostro Paese – secondo dati forniti dall’ANIE – ha evitato di avviare 3 centrali termoelettriche (altamente inquinanti) di media potenza ogni 10-15 anni.

Poco riparabile? Non comprate!

Per tornare alla nuova Direttiva europea, che la Francia ha già recepito, occorre sottolineare che i 10 regolamenti di applicazione (già pronti, perché l’Inghilterra ormai non può più bloccare le Direttive) riguardano frigo, lavatrici, lavastoviglie, apparecchi elettronici compresi i tv, lampadine e altri device. Poi arriveranno altri regolamenti per altri apparecchi, compresi i piccoli elettrodomestici. In dettaglio, come verrà trasferito al consumatore il nuovo parametro della qualità? Importatori e produttori dovranno presto fornire ai rivenditori e ai distributori le etichette che saranno poste sull’apparecchio, con l’indice (in percentuale) della riparabilità e la descrizione dei parametri in base ai quali sono stati stabiliti i tempi della riparazione.

Finalmente si potrà scegliere in base a precisi requisiti, come e se un apparecchio potrà essere aggiustato e non gettato via come accade con le cineserie importate dalle multinazionali della distribuzione e da distributori online. Sarà presto obbligatorio dotarsi di molti pezzi di ricambio per almeno 7 anni, indicando chiaramente come fare, come usarli e con quali strumenti effettuare la riparazione. E fornendoli entro 3 settimane non dopo mesi e mesi. L’apparecchio con un basso indice di riparabilità è così chiaramente “marchiato” come prodotto di bassa qualità, assemblato malamente, non aggiustabile. E anche parecchio pericoloso e inquinante.

Più ostacoli alla sleale concorrenza dell’e-commerce

Sarà molto costoso e difficile per le tante piccole e piccolissime società unipersonali di importazione che lavorano spesso “irregolarmente” sulle piattaforme dell’e-commerce, tenere in magazzeno enormi quantità di pezzi di ricambio….La Direttiva dell’ecodesign ha altri obblighi: richiede parametri di efficienza energetici ancora più stretti e una riciclabilità maggiore. E già molti esperti hanno commentato positivamente la Direttiva perché inevitabilmente renderà più complicata e costosa la delocalizzazione (con relativo immobilizzo di pezzi di ricambio per anni e anni) e anche il dumping esercitato da multinazionali extraeuropee. Una buona parte degli apparecchi elettronici non made in Europe non sono riparabili e non hanno pezzi di ricambio rapidamente disponibili.

Infine un’osservazione importante: la selvaggia baraonda di operazioni illecite condotta da singoli operatori su alcune piattaforme online ha provocato e continua a provocare la chiusura di centinaia e centinaia di negozi. E l’attività di Optime, l’Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica, sostenuto dalle associazioni del retail del settore, ha sollecitato e favorito “una meritoria opera di tutela della leale concorrenza-come ha sottolineato di recente il Presidente Davide Rossi– tra imprese operanti nel settore dell’elettronica di consumo in Italia e il rispetto delle norme imperative che disciplinano il settore a tutela dei consumatori e dell’economia nazionale nel suo complesso”.

La concorrenza sleale creata dall’abusivismo senza controlli su Internet e sui social network richiede anche un quadro europeo di normative molto chiare, grazie alle quali, chi deve acquistare un apparecchio elettronico e elettrico, avrà ulteriori parametri di scelta oltre all’etichetta energetica e cioè l’indice di riparabilità e, si spera presto, anche quello della durabilità. Perché, come sottolinea l’associazione Coolproducts, estendere per esempio, di 5 anni la durata di vita di una lavabiancheria potrà ridurre i gas a effetto serra emessi da mezzo milione di auto ogni anno. Se si estende ai tv questa considerazione, il taglio dei gas a effetto serra diventerebbe gigantesco.

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