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Ecco Nao, il robot con l’intelligenza di un super pc Ibm

Il robot alto 60 centimetri prodotto da Aldebaran Robotics è dotato delle capacità cognitive del supercomputer Watson della Ibm – Si aprono nuove prospettive per il mercato della robotica, ma anche alcuni interrogativi inquietanti.

Ecco Nao, il robot con l’intelligenza di un super pc Ibm

Cosa succede se unisci Watson, la straordinaria intelligenza artificiale della Ibm, al corpo di un robot alto 60 centimetri? Ottieni Nao, della francese Aldebaran Robotics, il primo robot dotato delle capacità cognitive del super computer che, alcuni anni fa, fu in grado di battere un uomo in un quiz show televisivo, grazie alle sue capacità di consultazione e riconoscimento, che lo rendono in grado di rispondere a domande complesse a condizione che sia connesso alla rete.

L’automa è stato presentato a Milano durante l’evento “Ibm Business Connect” da Michelle Unger, general manager per le soluzioni cognitive di Ibm Europa e può essere il simbolo di una nuova fase, quella, le cui prospettive sembrano ampissime, dell’unione di intelligenza artificiale e androidi. Nel fine settimana ha fatto la sua comparsa all’Opificio Golinelli a Bologna.

Una fase che è destinata ad allargare il mercato dei robot, che, secondo la società di ricerca Idc, nel 2019 varrà 135 miliardi di dollari con una crescita annua sopra il 17%. Si tratterebbe perlopiù di robot impegnati nell’industria, ma c’è stata una accelerazione nell’ultimo anno anche per quanto riguarda altri utilizzi, da quando è arrivato sul mercato il robot maggiordomo Papper creato della Aldebaran Robotics, che è stato acquistato molto anche da privati, il segno che i robot stanno iniziando ad uscire dai laboratori di ricerca. Un altro esempio è Connie, il concierge sintetico che l’Hilton sta sperimentando ad Austin, in Texas.

Una prospettiva affascinante, ma anche, per molti, pericolosa. Secondo Bart Selman, che insegna computer science all’Università Cornell, nei prossimi trent’anni metà degli impieghi saranno a rischio per colpa di Nao e compagni. E la paura che prima o poi l’intelligenza artificiale possa raggiungere i livelli inquietanti raccontati in “2001 – Odissea nello spazio” sembra essere diffusa anche tra i grandi nomi della tecnologia come Elon Mask, Bill Gates e Stephen Hawking. Perchè a volta anche il progresso si trasforma in deriva. Ma tutto dipende da come si usano le scoperte della scienza e le applicazioni della tecnologia.

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