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E-commerce e mobile banking: gli italiani ci credono

SONDAGGIO I-COM/ING BANK – Malgrado il contesto sociale, economico e tecnologico negativo, gli italiani mostrano di credere nell’innovazione tecnologica e la crescita a due cifre di e-commerce e mobile banking ne è una chiara testimonianza

E-commerce e mobile banking: gli italiani ci credono

 Capace di innovare nonostante un contesto non sempre favorevole: è l’Italia fotografata dalla ricerca realizzata da I-Com – l’Istituto per la Competitività guidato dall’economista Stefano da Empoli – per conto di ING Bank, uno dei principali gruppi bancari e assicurativi internazionali, in occasione dell’evento “Italia Think Forward! Innovazione digitale per la crescita del Paese”.

Il sondaggio sull’innovazione secondo gli italiani condotto su un campione di 1.011 persone, rappresentativo della popolazione adulta nazionale, ha messo a fuoco l’idea che italiani hanno dell’innovazione. Questi i risultati  più significativi:
•    il 91,1% del campione di italiani adulti ritiene l’innovazio¬ne importante per la crescita economica del Paese e il rilancio dell’occupazione. Si tratta di una stragrande mag¬gioranza che scende però in maniera significativa, pur rimanendo elevata, per le classi di età over 65 e per livelli di istruzione bassi (licenza media o titolo inferiore);
•    il 54,1% del campione ritiene che le PMI siano i soggetti più innovativi. Il 36% indica le grandi aziende e solo il 7,9% le amministrazioni pubbliche;
•    in assoluto, secondo gli intervistati, il soggetto pubblico dovrebbe essere il principale finanziatore dell’innovazione (42,6%). Non è così nel Nord Est, dove viene preferito il ricorso ai prestiti delle banche (42,8% vs 38,5%);
•    tra le forme di finanziamento privato all’innovazione, le banche (34,8%) superano i canali azionari e obbligazionari (21,3%);
•    il 74% del campione pensa che nell’arco dei prossimi 35 anni il telelavoro sostituirà gli attuali modelli organizzativi. Il 65,3% ritiene che i robot prenderanno il posto degli esseri umani nella maggior parte delle occupazioni attuali. Il 61,9% crede nella realizzazione compiuta della sharing economy. Le percentuali relative alle prime due risposte salgono in maniera significativa tra gli intervistati di genere femminile;
•    il 48,9% del panel ritiene che l’istruzione sia il fattore cruciale e necessario per l’innovazione, nettamente davanti alla capacità di adeguarsi alle circostanze (23,2%), al talento (21,2%) e alla fortuna (6,3%).

Il sondaggio ha approfondito, poi, il tema dell’innovazione digitale in banca con questi risultati:
•    tra chi effettua almeno un’operazione settimanale, l’home banking è più popolare dello sportello fisico (22,4% vs 9,4%);
•    il 90,7% del campione controlla il conto online con cadenza mensile. Il 58,3% effettua bonifici almeno una volta al mese;
•    per un terzo del campione  entro i prossimi 5 anni il mobile banking sarà il canale prevalente per le operazioni bancarie. Per il 59,6% ciò accadrà entro i prossimi 10 anni;
•    la consulenza finanziaria del futuro sarà online: per il 29% degli intervistati si tratta di uno scenario che si realizzerà in 5 anni, mentre per il 56% in 10 anni.

Sulla diffusione dei servizi digitali nel confronto tra Europa e Italia si sono registrati invece i seguenti risultati:
•    In Italia internet è lo strumento di interazione con la Pubblica Amministrazione nel 21% dei casi. Ben al di sotto del 41% della media europea e dei casi di eccellenza, rappresentati da Danimarca (85%) e Olanda (79%);
•    in tema di e-commerce tra gli ultra-quattordicenni i servizi assicurativi, bancari e finanziari sono il comparto a maggiore crescita, passando dal 6% del 2012 al 13,7% del 2013. Segue l’acquisto di libri e riviste (dal 25,1% al 34,3%);

Infine su innovazione e infrastrutture nel confronto tra Europa e Italia i risultati sono stati questi: 

•    In Italia il 68% delle abitazioni sono connesse alla broadband. In Europa la media è del 76%. In Finlandia, UK e Olanda il dato supera l’87%, mentre in Romania e Grecia si aggira intorno al 55%;
•    nel 2013 l’Italia ha fatto più progressi di tutti gli altri Paesi UE, passando dal 55% di case connesse nel 2012 al 68% del 2013.
•    la velocità della connessione fissa lascia a desiderare: circa l’80% si attesta in Italia tra i 2 e i 10 Mbps. Solo lo 0,6% supera i 30 Mbps, mente in Europa ciò accade in media nel 21,2% dei casi;

“Nonostante condizioni di contesto spesso sfavorevoli, i fatti dimostrano che l’Italia è un Paese che può e sa essere più innovativo di quanto si pensi.  Lo conferma la crescita a due cifre nell’ultimo biennio di alcuni servizi digitali, come il mobile banking e l’e-commerce” – ha rilevaro Stefano da Empoli, Presidente di I-Com – “Barriere tecnologiche, strutturali e culturali non ci consentono, tuttavia, di tenere il passo rispetto al resto dell’Europa. Crediamo, dunque, sia urgente intervenire incrementando gli investimenti nelle reti fisse e mobili, digitalizzando i servizi pubblici e implementando programmi di alfabetizzazione digitale, a partire dalle scuole”.

“Mi fa particolarmente piacere scoprire che l’Italia crede in maniera così spiccata all’innovazione e al suo potere di migliorare la vita quotidiana delle persone –  ha infine commentato Don Koch, Country Manager di ING Bank Italia. ING è presente in Italia dal 1979 con le attività dedicate ai corporate client e dal 2001 come pionieri del digital banking; in questo arco temporale crediamo di avere dato un contributo importante allo sviluppo di progetti innovativi nel Paese. Alcuni esempi tra i più significativi: il sostegno a importanti progetti di energie rinnovabili, lo sviluppo del direct banking in Italia e, più recentemente, l’impegno a premiare giovani start-up tecnologiche. Più che guardare al passato però, oggi ci piace continuare a pensare al futuro e agire concretamente per offrire ai nostri clienti gli strumenti necessari per essere un passo avanti nella vita e nel business (“be a steap ahead in life and business”), come indicato dalla strategia globale di ING – prosegue Koch -. Abbiamo progetti ambiziosi per l’Italia con l’obiettivo di raddoppiare i nostri asset al 2020, allargare la nostra offerta anche al segmento delle PMI nei prossimi 2 anni e sostenere almeno altre 50 start-up nei prossimi 5 anni”.

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