Il mondo delle criptovalute torna sotto i riflettori con uno degli scandali più clamorosi degli ultimi anni. Come riportato dal Wall Street Journal, Barry Silbert, miliardario fondatore di Digital Currency Group (DCG), è ora al centro di un’indagine giudiziaria per una maxi frode da oltre 2 miliardi di dollari. Un caso destinato a scuotere profondamente l’intero settore cripto, evocando paralleli con il celebre “Bernie Madoff”, l’ex presidente del Nasdaq e mente del più grande schema Ponzi della storia finanziaria.
Chi è Barry Silbert e cosa è successo?
Silbert è un pioniere del mondo cripto: nel 2015 ha fondato Digital Currency Group, una holding che ha investito in centinaia di startup, e ha creato importanti realtà come Grayscale Investments e Genesis Capital, la piattaforma di prestiti per investitori cripto. Genesis, però, è diventata presto il cuore della crisi che ha travolto il mercato nel 2022.
Nel 2022, durante il crollo brutale del mercato cripto che ha fatto perdere circa 2,17 trilioni di dollari al settore, il re delle crypto rassicurava gli investitori con dichiarazioni pubbliche di calma e sicurezza. Tuttavia, mentre queste parole cercavano di placare i timori, i documenti legali recentemente emersi raccontano una storia molto diversa: secondo i creditori di Genesis, Silbert e il suo team avrebbero sottovalutato i rischi reali e, anzi, avrebbero prelevato milioni dalla piattaforma proprio poco prima del tracollo, lasciando gli investitori al tappeto.
Le accuse contro Silbert: maxi frode e gestione scorretta
I creditori di Genesis sostengono che Silbert abbia ignorato deliberatamente gli avvertimenti di un imminente crollo del mercato, notificati da consulenti esterni come Oliver Wyman. Anzi, secondo le accuse, Silbert e il suo team avrebbero prelevato milioni di dollari da Genesis poco prima del fallimento, aggravando la crisi e lasciando gli investitori senza protezione.
In particolare, si parla di una richiesta di rimborso da oltre 100 milioni di dollari da parte di Silbert verso Genesis, proprio mentre la società si trovava in difficoltà finanziarie gravi. Le accuse evidenziano anche un uso improprio delle risorse aziendali e una gestione opaca che avrebbe favorito interessi personali a scapito di investitori e creditori.
L’effetto domino del crollo cripto e il ruolo di Genesis
Genesis aveva un’importante esposizione verso Three Arrows Capital (3AC), un fondo speculativo ad alto rischio che aveva investito pesantemente in asset come TerraUSD e Luna. Quando TerraUSD ha perso il suo ancoraggio al dollaro e Luna è precipitata, 3AC è stata costretta a liquidare rapidamente le sue posizioni, causando un effetto domino.
Questo ha provocato un aggravamento della crisi e ha fatto emergere un buco di oltre 1,1 miliardi di dollari nel bilancio di Genesis, accelerandone il collasso e contribuendo a una perdita di fiducia che ha coinvolto l’intero mercato.
La battaglia legale: un recupero miliardario in criptovalute
A seguito del fallimento, i creditori hanno avviato una causa legale contro Silbert e DCG, chiedendo il recupero di 2,3 miliardi di dollari, preferibilmente in criptovalute, nella speranza che il loro valore possa risalire. Il dossier, lungo 202 pagine e depositato al Delaware Chancery Court, espone accuse gravi di frode, conflitti di interesse e gestione irresponsabile.
Digital Currency Group ha respinto con forza tutte le accuse, definendole “infondate” e “opportunistiche”, e ha promesso di difendersi con decisione per proteggere la propria reputazione.