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Covid e effetto Pfizer sui vaccini colpiscono le Borse

I rinnovati pericoli della pandemia e l’annuncio di Pfizer che ridurrà temporaneamente le dosi a disposizione dell’Europa invertono il corso delle Borse che piegano tutte al ribasso – Piazza Affari perde l’1,13% ma si difende meglio degli altri listini: arretrano petroliferi e auto, bene invece Mediolanum e Nexi.

Covid e effetto Pfizer sui vaccini colpiscono le Borse

Tonfo dei listini europei nell’ultima seduta della settimana, mentre il Covid costringe molti paesi a nuove misure restrittive, Pfizer annuncia che ridurrà le consegne del vaccino in attesa di migliorare le proprie capacità produttive e la Cina riparte con un lockdown per 28 milioni di persone. Un quadro che pesa sul petrolio e sui titoli a esso connessi.

A dare la spallata finale, a una seduta già negativa, è stato inoltre l’avvio in rosso di Wall Street. La proposta di Joe Biden, di un piano di stimoli da 1900 miliardi di dollari non basta più a sostenere l’umore degli investitori, che s’interrogano sulle risorse per finanziare questo piano e temono un aumento delle imposte. Delude inoltre, in ambito economico, il terzo calo mensile consecutivo delle vendite al dettaglio (-0,7% a dicembre contro attese di -0,1%). La produzione industriale invece ha registrato una crescita dell’1,6% il mese scorso, maggior aumento da luglio, anche se l’indice della Fed non ha ancora riguadagnato quanto perso dall’inizio della pandemia di coronavirus.

Sono in rosso tre grandi banche come Jp Morgan, Citigroup e Wells Fargo dopo la presentazione dei loro dati trimestrali, seppur soddisfacenti. JP Morgan ha registrato un utile boom (+42%).

Piazza Affari chiude in perdita dell‘1,13%, a 22.381 punti e archivia una settimana nervosa anche sotto il profilo politico, con l’addio di Italia Viva al governo Conte e il premier che cercherà i voti in parlamento la prossima settimana per cercare di restare comunque in sella. Il fatto che per ora si evitino le elezioni, che è lo scenario più temuto dai mercati, allenta le tensioni sullo spread, per la verità mai troppo marcate. Il differenziale di rendimento fra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 115 punti base (-3,09%) e il tasso del decennale italiano arretra, fermandosi a +0,58%.

Intanto il governo ha annunciato ieri un nuovo pacchetto di stimolo del valore di 32 miliardi di euro a sostegno dell’economia, alzando l’obiettivo di deficit di bilancio per quest’anno, mentre per arginare i contagi nel nuovo Dpcm c’è la proroga di varie misure e a partire da domenica ci saranno tre regioni in zona rossa (tra cui la Lombardia), 12 in zona arancione e sei in zona gialla.

Nel resto d’Europa: Francoforte -1,45; Parigi -1,22%; Madrid -1,66%. Amsterdam perde lo 0,75%, nel giorno della notizia delle dimissioni del governo di Mark Rutte, scaturite da uno scandalo legato ai sussidi per l’infanzia. Londra -1%, con la pandemia che non lascia tregua e nonostante i dati mostrino per l’economia britannica una contrazione inferiore alle attese a novembre. Pesano sui listini europei le perdite nei settori minerario, petrolifero e gas, a seguito delle nuove restrizioni in Cina, che sollevano preoccupazioni per la domanda da parte del principale consumatore mondiale di materie prime. 

Il future Brent marzo 2021 cede il 2,3% e scambia intorno a 55,12 dollari al barile. Arretra anche il contratto dell’oro, febbraio 2021, -1,13%, 1830,40 dollari l’oncia. Sul mercato valutario il dollaro resta ben intonato e si avvia ad archiviare il maggior rialzo settimanale da novembre contro un panel di monete. Reuters scrive che gli analisti prevedono un ulteriore rafforzamento anche nel breve termine mentre un aumento dei casi di Covid limita l’appetito per il rischio.

L’euro scivola contro il biglietto verde dello 0,5% e il cambio si muove intorno a 1,2. In Piazza Affari sono solo nove le blue chip che si salvano dalle vendite. Svetta su tutte le altre Banca Mediolanum, +2,22%, sostenuta dalla promozione a “buy” da parte di Goldman Sachs. Nel settore del risparmio gestito è in luce anche Banca Generali +0,67%. Nel resto del listino si segnalano Enel +0,29%; Inwit +0,27%; Buzzi +0,19.

La lunga lista dei ribassi parte invece Prysmian, -4,4%. Martedì scorso le azioni avevano perso parecchio terreno a seguito del collocamento da parte di Clubtre del 3,73% del capitale, ma poi erano rimbalzate. Il bilancio settimanale è però fortemente negativo, -8,07%. Saluta il Ftse Mib in ribasso Fiat, -4,35%, che tornerà lunedì con il nome Stellantis dopo la fusione con Psa. La nuova casa automobilistica debutterà lo stesso giorno a Parigi, mentre martedì a New York (chiusa il giorno prima per il Martin Luther King Jr Day). Nell’occasione saranno John Elkann e Carlos Tavares, rispettivamente presidente e ceo di Stellantis, a suonare la campana di apertura delle Borse.

Arretra anche Ferrari -2,55%. Le vendite martellano i titoli oil: Tenaris, -4,19%, Saipem -2,76%, Eni -1,93%. Tra le banche Unicredit -1,82% (-6,14% nella settimana). Atlantia cede l‘1,66%, nel giorno dell’assemblea per la scissione di Aspi. Fuori dal paniere principale Cattolica cede l‘1,17%. La compagnia ha convocato un cda straordinario domenica per lavorare al piano di rimedi dopo i numerosi rilievi evidenziati dall’ispezione Ivass. L’autorità ha evidenziato tra l’altro carenze sul governo societario e sulla gestione dei rischi chiedendo, entro 60 giorni, un piano che illustri in dettaglio tutte le azioni da intraprendere per rimuovere le criticità, rafforzare il sistema di governo societario, con un profondo ricambio del cda, e ricondurre la condotta di Cattolica e del gruppo alla sana e prudente gestione.

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