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Cottarelli in bilico: tutto rinviato a domani, voto più vicino

Giornata politica ad altissima tensione – Il Premier incaricato sale al Quirinale ma non presenta la lista dei ministri: rinuncia o rinvio a domattina? – In campo nuove opzioni tra cui un possibile incarico a personalità del centrodestra – L’unica certezza è che le elezioni si fanno più vicine.

Cottarelli in bilico: tutto rinviato a domani, voto più vicino

Colpo di scena al Quirinale. Mentre tutta Italia attendeva lo scioglimento della riserva e la presentazione dei ministri del nuovo Governo Cottarelli, qualcosa sembra non essere andato per il verso giusto. Tutto riaggiornato a domani mattina.

L’inattesa novità riaccende la tensione sui mercati, con lo spread che torna di nuovo sopra quota 300 punti.

Carlo Cottarelli ha lasciato il Colle senza rilasciare dichiarazioni dopo il colloquio con il Presidente della Repubblica Mattarella. La lista dei ministri che comporranno l’Esecutivo neutrale voluto dal Capo dello Stato non è dunque ancora pronta, nonostante la promessa del Premier “di fare presto, presto, presto”.

Se fino a ieri la preoccupazione era quella di non far percepire agli italiani di avere un elenco già pronto nel cassetto in attesa del fallimento di Lega e Movimento 5 Stelle, oggi i timori si ribaltano: la strada per la formazione del consiglio dei ministri potrebbe essersi complicata.

“Carlo Cottarelli ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista e nessuno ha parlato di rinuncia all’incarico”. Lo riferisce l’Ansa, citando fonti del Quirinale.

“Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto” ha affermato lo stesso Cottarelli entrando alla Camera.

Nonostante le dichiarazioni però, tutte le opzioni sembrano essersi improvvisamente riaperte, compresa quella di una rinuncia da parte di Cottarelli data la richiesta di elezioni tanto ravvicinate. In questo caso si potrebbe fare un ennesimo tentativo con un’altra figura scelta dal Presidente, probabilmente in area centrodestra, o procedere direttamente con lo scioglimento delle Camere che porterà al voto, mantenendo a Palazzo Chigi Paolo Gentiloni per il disbrigo degli affari correnti e la gestione delle elezioni.

Si susseguono infatti le ipotesi sulla data del ritorno alle urne. Il Partito Democratico ha deciso di rilanciare, proponendo di convocare le elezioni per la fine di luglio o per la prima settimana di agosto. Se la prima data appare improbabile, dato che in base a quanto previsto dalla legge devono trascorrere 60 giorni dallo scioglimento delle Camere, la seconda potrebbe essere invece legittima, anche se inusuale.

Voto il prima possibile anche per il Movimento 5 Stelle. “Il M5s – dice il capogruppo M5s in Aula – non molla, non illudetevi. Anzi, ci state rafforzando ogni giorno di più. Dobbiamo tornare al voto, dobbiamo farlo il prima possibile. E dobbiamo finalmente, dopo quello che è accaduto, segnare il riscatto di milioni e milioni di italiani”.

(Ultimo aggiornamento: ore 19.02 del 29 maggio)

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