La Juventus è la prima finalista. I bianconeri conquistano l’ultimo atto della Coppa Italia, in attesa di sapere chi, tra Atalanta e Napoli (ore 20.45), contenderà loro il titolo il prossimo 19 maggio. Merito del pareggio dello Stadium, uno 0-0 che ribadisce la ritrovata solidità difensiva della Signora (1 gol subito nelle ultime 7 partite), ma anche la difficoltà dell’Inter a concretizzare le occasioni create: scenario che, nonostante i nerazzurri abbiano il miglior attacco del campionato, si ripete da tutta la stagione.
Partita come da previsioni quella di Torino, con i nerazzurri a cercare la rimonta che avrebbe ribaltato tutto e i bianconeri a difendere, senza però disdegnare insidiose ripartenze. Alla fine, alla luce del risultato, il piano di Pirlo è riuscito meglio di quello di Conte, perché se è vero che l’Inter ha prevalso sia nel possesso palla (54% vs 48%) che nei tiri complessivi (18 a 12), lo è anche che la Juve ha avuto le occasioni migliori, sfiorando più volte il gol con il solito indemoniato Ronaldo, fermato solo da un grande Handanovic.
“Ci speravo, da debuttante era nei miei piani vincere la Supercoppa, essere in finale di Coppa Italia e ora giocarsi gli ottavi di Champions – il commento felice di Pirlo – Siamo soddisfatti, ma non abbiamo ancora fatto niente, perché siamo ancora a metà stagione, quindi abbiamo altri obiettivi da centrare: ora riposiamo e recuperiamo per la gara di sabato a Napoli. Io “Allegriano”? Mi fa piacere, se posso vincere quello che ha vinto lui potete definirmi tranquillamente così…”.
“Avremmo dovuto concretizzare di più, è un peccato perché nei 180’ si sono viste due squadre che hanno combattuto fino alla fine, ma abbiamo pagato dazio per i regali dell’andata che abbiamo fatto – l’analisi amara di Conte – Abbiamo provato fino alla fine a fare gol, perché con una rete la Juventus sarebbe andata ancora più in difficoltà, ma non ce l’abbiamo fatta. Si sbaglia, impareremo dagli errori e ripartiremo”.
A tenere banco però, come ogni Juventus-Inter che si rispetti, sono le polemiche, questa volta figlie di un labiale di Andrea Agnelli, ripreso a fine partita a rivolgere insulti (“vaffa… cogl…” ecc. ecc.) proprio verso Conte, a sua volta protagonista di un gestaccio (dito medio) verso la tribuna. Non solo: le cronache riportano di uno scontro proseguito anche nel tunnel verso gli spogliatoi, dove sarebbero volate parole altrettanto grosse. Che i due non si fossero lasciati bene lo sapevamo (nell’estate del 2019 il tecnico si propose, prima di firmare per l’Inter, per sostituire Allegri, ma il presidente rifiutò senza discussioni), che però il clima potesse trascendere così, francamente, no.
“Non c’è niente da dire, bisognerebbe che ci fosse più sportività e rispetto per chi lavora – ha replicato l’allenatore nerazzurro dopo aver visto le immagini – Le fonti della Juventus dovrebbero dire la verità, penso che il quarto uomo abbia sentito e visto cosa è successo per tutta la partita: bisognerebbe essere più educati”. La Juve, per dovere di cronaca, fa sapere che Conte avrebbe insultato Agnelli e tutto lo staff bianconero a fine primo tempo, scatenando, di fatto, il caos finale.
Clima infuocato insomma, nonostante un match senza gol. Ci ha provato a lungo l’Inter, che in una fase del primo tempo sembrava poter mettere la marcia giusta, poi però la Juve, dopo aver ritrovato i giusti equilibri, ha chiuso ogni varco, lasciando volentieri il possesso palla agli avversari senza disdegnare ripartenze pericolose, indirizzate soprattutto a Ronaldo. Il portoghese ci ha provato più volte, perdendo però il suo personalissimo duello con Handanovic: il portiere sloveno gli ha negato il gol in almeno due occasioni, mentre nelle altre sono stati bravi i difensori nerazzurri a murarlo. L’Inter invece, nonostante il predominio territoriale, non ha creato grossi problemi a Buffon, specialmente nel secondo tempo, quando il cronometro scorreva impietoso, decretando, minuto dopo minuto, l’esito della qualificazione.
La Juve del criticatissimo Pirlo agguanta così la finale di Coppa Italia, dopo aver raggiunto gli ottavi di Champions (mercoledì prossimo l’andata col Porto) e messo in bacheca la Supercoppa, l’Inter di Conte invece, già eliminata da tutte le coppe europee, fallisce un altro obiettivo stagionale, restando in corsa solo per lo scudetto. Certo, quello (assieme alla Champions) è il piatto principale, ragion per cui i giudizi definitivi restano tutti da scrivere, ma è chiaro che il bilancio, ad oggi, pende ancora una volta dalla parte della Signora. Capace di ritrovarsi nel momento più delicato, iniziato, guarda un po’, da un Derby d’Italia perso malamente.