La decisione della Consob di sospendere per 30 giorni l’Ops di Unicredit sul Banco Bpm, con il voto decisivo del presidente dell’Authority che vigila sui mercati, Paolo Savona, ha scatenato reazioni furiose del Banco guidato da Giuseppe Castagna, che teme di restare nel limbo ancora a lungo, e di Fratelli d’Italia, che difende a spada tratta i divieti del Golden power che sono all’origine del contenzioso.
La Consob come guardiana del mercato
In realtà la Consob di Savona ha fatto solo il suo mestiere: quello di guardiano del mercato. E ha sospeso l’Ops per la semplice ragione che le inconsuete prescrizioni del Golden power, che a detta di molti sono un intervento a gamba tesa del Governo contro l’offerta di Unicredit, e le reazioni difensive della banca guidata da Andrea Orcel, che sembrano preludere a un lungo contenzioso legale, rappresentano “un fatto nuovo” e determinano una “situazione di incertezza” in relazione agli imprevedibili esiti del nuovo confronto tra Unicredit e Governo.
Un’Authority che non si piega
Ma, al di là degli aspetti giuridici della contesa, l’intervento della Consob e del suo Presidente Savona segnalano una grossa novità nella contrastata stagione del risiko bancario e dicono che c’è un’Authority che non si piega supinamente ai diktat del Governo e che intende fare fino in fondo il suo mestiere nella consapevolezza che il giudizio sulle Ops – e dunque anche su quella di Unicredit sul Banco Bpm – non spetta all’Esecutivo, che dovrebbe fare solo l’arbitro anziché il giocatore, ma unicamente all’Authority e al mercato. Ben venga dunque l’intervento della Consob e di Savona.