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Cipro pronta a tornare sui mercati a fine mese sulle orme della Grecia

Il capo dello Stato di Cipro, la piccola isola del Mediterraneo, Nicos Anastasiades ha dichiarato che il suo Paese potrebbe tornare sui mercati internazionali entro la fine di questo mese, con un anno di anticipo rispetto a quanto i creditori avevano previsto inizialmente.

Cipro pronta a tornare sui mercati a fine mese sulle orme della Grecia

Nicos Anastasiades è un uomo coraggioso che crede che la fortuna aiuti gli audaci. O almeno lo spera. Così il capo dello Stato di Cipro, la piccola isola del Mediterraneo – che venne salvata un anno fa da un maxi prestito da 10 miliardi di euro forniti dalla Ue e dall’Fmi – ha detto che Nicos potrebbe tornare sui mercati internazionali entro la fine di questo mese, con un anno di anticipo rispetto a quanto i creditori avevano previsto inizialmente.

Anastasiades ha rivelato la sua intenzione nel corso di una cena tenutasi a Cipro questa settimana presso la Camera di commercio degli armatori. Il presidente cipriota ha voluto anche sottolineare che questo ambizioso risultato si è reso possibile grazie al rigoroso rispetto da parte del governo delle condizioni (e della tabella di marcia) poste dal salvataggio che l’Isola ha ricevuto nel marzo dello scorso anno da altri Paesi della zona euro e dal Fondo monetario internazionale guidato da Christine Lagarde.

Chi saranno gli attori di questo ritorno sui mercati? Il ministero delle Finanze ha fatto sapere di aver assegnato a Deutsche Bank, Goldman Sachs International, HSBC, UBS Investment Bank e VTB Capital di cercare investitori interessati sui mercati internazionali. Nel mese di aprile, Cipro aveva sondato cautamente il sentiment del mercato piazzando 100 milioni di euro in obbligazioni a sei anni emesse attraverso un collocamento privato, con un tasso di interesse del 6,5 per cento. Un buon inizio per poter tentare ad un anno dal salvataggio il ritorno sui mercati in grande stile sulle orme della Grecia di Antonis Samaras che di miliardi di euro ne ha piazzati recentemente tre a cinque anni con un tasso inferiore al 5 per cento.

Senza dimenticare che anche Cipro (che pur sta mettendo i conti in ordine e varando le riforme strutturali a tempo di record) sta beneficiando di una politica monetaria della Bce sempre più espansiva al punto che alcuni operatori sembra siano tentati di fare del “carry trade” sull’euro e di investire poi su mercati emergenti più redditizi anche se più rischiosi. Non a caso la World Bank nel suo ultimo Outlook economico globale ha ridotto le stime dei paesi emergenti dal 5,3% al 4,8% nel 2014 motivando la limatura con gli effetti della crisi ucraina, il ribilanciamento della Cina che sta diventando da export oriented ad economia trainata anche dai consumi interni, le crescenti tensioni politiche scatenatisi in numerosi paesi in via di sviluppo.

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