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Champions, la Roma sfiora l’impresa ma l’arbitro la beffa

I giallorossi vincono 4-2 contro il Liverpool ma sono fuori dalla Champions – Come la Juve a Madrid, ancora una volta una squadra italiana paga gli errori arbitrali che nega due rigori alla Roma, che tuttavia sconta anche alcuni errori commessi sia nell’andata che nel ritorno della sfidas con i Reds

Champions, la Roma sfiora l’impresa ma l’arbitro la beffa

Niente da fare. Questa volta l’impresa non è riuscita e alla Roma, oltre agli applausi beffardi, resta l’amaro in bocca per una finale solo sfiorata e ora da guardare davanti alla tv. A Kiev, il prossimo 26 maggio, ci saranno Real Madrid e Liverpool e mai come questa volta si può dire che non sia meritata.

Certo, i Reds di Klopp hanno disputato una grande competizione ma sarebbe stato bello vedere come sarebbe andata a finire con il Var, sia all’andata che al ritorno. E visto che il discorso vale persino di più anche per la sfida tra Real e Bayern, resta una grande domanda: perché l’Uefa continua a rimandare l’introduzione della tecnologia?

“Senza gli errori arbitrali sarebbe cambiato tutto – ha tuonato Monchi – Ad Anfield abbiamo subito un gol in fuorigioco, qui non ci hanno dato due rigori clamorosi e in uno ci sarebbe stata pure un’espulsione. È il momento di alzare la voce, il calcio italiano deve farlo: ciò che è successo è davvero clamoroso”.

Parole forti, a cui hanno fatto seguito quelle di Pallotta (“la Var è indispensabile in Champions, altrimenti si fanno figuracce e si scade nel ridicolo”) e che arrivano appena 24 ore dopo la partita del Bernabeu, in cui il Bayern si è visto negare almeno due rigori, uno ammesso perfino da Marcelo.

La Roma schiuma di rabbia per due decisioni che avrebbero potuto cambiare tutto (il secondo penalty, un tiro di El Shaarawy letteralmente parato da Alexander-Arnold, avrebbe lasciato il Liverpool in 10 per mezzora) ma deve anche interrogarsi sui suoi errori.

Dei 7 gol presi in due partite dai Reds, infatti, almeno 5 erano evitabilissimi, e poi resta l’interrogativo su cosa sia accaduto ad Anfield, dove la squadra di Di Francesco ha ballato neanche fosse una compagnia teatrale. Il secondo tempo di ieri, cominciato sul 2-1 per gli uomini di Klopp (gol di Mané al 9’ e di Wijnaldum al 26’, in mezzo l’autorete di Milner al 15’), ha dimostrato che la qualificazione era tutt’altro che impossibile e che gli inglesi si potevano battere, oltre che “gestire” decisamente meglio.

Ma 45’ di rabbia e orgoglio che hanno prodotto tre gol (52’ Dzeko, 86’ e 94’ Nainggolan) non sono bastati a completare quella che, a tutti gli effetti, sarebbe diventata una rimonta assurda, quasi d’altri tempi, e alla Roma non restano che gli applausi del suo pubblico, oltre che dell’Europa intera. Molto rispetto alle aspettative d’inizio stagione, decisamente poco pensando alla finalissima di Kiev.

Quella che, sabato 26 maggio, giocheranno Real Madrid e Liverpool. Per la gioia di milioni di fans in tutto il mondo e dell’Uefa, ben contenta di poter contare su squadre storiche, blasonate, potenti. L’Italia? Per ora è ferma allo sfogo di Andrea Agnelli e al suo invito a utilizzare la tecnologia anche in Europa, il prima possibile. E visto come sono andate le cose, non sembra proprio che a Nyon abbiamo preso in considerazione l’ipotesi…

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