Condividi

Champions: il Psg strapazza l’Inter (5-0) e diventa per la prima volta campione d’Europa

Straripante vittoria dei francesi di Luis Enrique nella finalissima di Champions League a Monaco che dal primo all’ultimo minuto hanno messo impietosamente in ginocchio una spenta Inter

Champions: il Psg strapazza l’Inter (5-0) e diventa per la prima volta campione d’Europa

Inter, fine del sogno. La Champions League 2024/25 è del PSG, capace di trionfare nella finale col maggior scarto della storia della competizione. A Monaco, semplicemente, non c’è stata partita, in barba alle previsioni della vigilia, che davano sì i francesi favoriti, ma solo di poco. Invece, più che una finale, è stata una lezione di calcio, con una squadra padrona del campo dall’inizio alla fine, a fronte di un’altra talmente brutta da apparire irriconoscibile. Una sconfitta contro il PSG ci può stare, un divario del genere no: l’Inter dovrà riflettere a lungo sui perché di una debacle del genere, perché se è vero che il giudizio sulla stagione non cambia (quantomeno non al 100%), lo è anche che ripartire dopo un’annata da “zero titoli” richiederà un grande lavoro, sotto tutti i punti di vista.

PSG – Inter 5-0: francesi devastanti con Doué, Hakimi, Kvara e Mayulu, nerazzurri umiliati e mai in partita

Nessun tifoso dell’Inter avrebbe mai potuto immaginare un epilogo tanto amaro, così come nemmeno il più ottimista tra i parigini avrebbe osato sognare un trionfo tanto clamoroso. Cinque a zero, una lezione di calcio firmata PSG, un’umiliazione storica per i nerazzurri, stesi e rispediti a casa senza appello. I ragazzi di Luis Enrique hanno fatto a pezzi non solo la difesa interista, ma anche le sue certezze, il suo orgoglio, la sua identità. Una “manita” che pesa come un macigno nella storia del club milanese, che torna a casa da finalista… ma con un record negativo che brucia quasi quanto il trofeo mancato.

Dall’inizio alla fine, il PSG ha dominato ogni zolla del campo. Nemmeno un barlume dell’Inter solida e orgogliosa che aveva superato mille ostacoli per arrivare in finale. I nerazzurri sono sembrati piccoli, spaesati, inermi. E il divario, invece di colmarsi con il passare dei minuti, si è fatto sempre più profondo, fino a diventare un abisso incolmabile. Cinque gol incassati, nessuno nella storia delle finali di Champions aveva mai subito un passivo simile. L’Inter ora detiene questo poco invidiabile primato, e non può nemmeno aggrapparsi alla consolazione della sfortuna. Il risultato, amarissimo, è lo specchio fedele di ciò che è successo sul campo.

Il PSG ha incantato: niente più figurine e colpi di teatro, ma un progetto vero, solido, brillante diretto da Luis Enrique, che ha plasmato una squadra giovane, veloce, letale. Hakimi, l’ex, ha rotto il ghiaccio, ma a fare la voce grossa sono stati i baby prodigi: Vitinha e Joao Neves hanno tessuto calcio come due veterani; Doué, classe 2005, ha mandato in tilt la difesa nerazzurra con un assist e una doppietta da urlo. E per non farsi mancare nulla, ci ha pensato anche Mayulu (2006) a chiudere il tabellino dopo il gol del 4-0 di Kvaratskhelia, l’acquisto di gennaio che ha dato un volto nuovo al PSG post-fase a gironi. Dalle ceneri del 15° posto iniziale nel girone al trionfo europeo: il Paris ha fatto ciò che nessuno si aspettava. Ha zittito critiche, ribaltato pronostici e, soprattutto, travolto una big come l’Inter in una finale destinata a restare nella storia.

E l’Inter? Resta il percorso, certo, un cammino straordinario verso l’ultimo atto, ma anche una sconfitta pesantissima non solo nel punteggio. Perché perdere una finale fa male, ma crollare così, senza mai dare la sensazione di poter reagire, rischia di lasciare cicatrici profonde. E magari, chissà, di segnare la fine di un ciclo, proprio ora che si pensava fosse giunto il tempo di raccogliere. E invece, a prendersi tutto, è stato il PSG di Luis Enrique, al secondo triplete della sua carriera, il primo della storia dei parigini.

Inzaghi: “C’è delusione, ma la sconfitta non cancella il percorso. Il futuro? Vedremo…”

“Sono orgoglioso di questi ragazzi per quanto hanno fatto in questo percorso, sicuramente abbiamo trovato una squadra più forte di noi, che ha meritato di vincere – il commento amaro di Inzaghi -. Abbiamo approcciato male la gara, preso gol e poi ci siamo allungati facilitando il loro compito. La sconfitta ci dà grande amarezza, ma non cancella il percorso fatto. Sicuramente dovevamo fare tutti meglio stasera, io per primo. Zero titoli, ma bravissimi lo stesso, ho detto ai ragazzi che devono tutti avere la testa alta. Nel primo tempo non abbiamo giocato come sapevamo, loro arrivavano sempre prima sulle seconde palle, le ripulivano bene. Purtroppo, è arrivato un risultato largo, dovevamo giocare meglio tecnicamente. Abbiamo concesso gol che non avevamo mai concesso in questo percorso. Il mio futuro? Vedremo nei prossimi giorni con i dirigenti, dopo due finali perse in tre anni c’è troppa delusione e amarezza per pensare. Ne parlerò con calma con la società, che anche stasera ci è stata vicina nonostante la grande amarezza”.

Marotta: “Serata negativa, ma le valutazioni su Inzaghi non cambiano”

“Serata negativa, l’avversario ci ha surclassato in tutto – l’analisi del presidente Marotta -. Sconfitta meritata, che però non inficia negativamente la stagione. Abbiamo giocato contro una squadra molto forte e ci dispiace per la prestazione. Ringrazio i tanti tifosi arrivati qui a sostenerci. Era difficile arrivare fin qui, ci siamo arrivati con grandissimo merito. Siamo caduti con grande fragilità, ma devo ringraziare i nostri giocatori e il nostro allenatore. In 59 partite abbiamo dimostrato di meritarci questi palcoscenici, ora si chiude una parentesi. Non cambia nessuna valutazione su Inzaghi, ci vedremo con lui la prossima settimana. Ha ancora un anno di contratto e ha dimostrato di essere all’altezza, non è una serata negativa che cancella tutti i suoi meriti”.

Luis Enrique: “Ho lavorato molto per abbassare la pressione. Mia figlia? È sempre con me”

“La mia preoccupazione in quest’ultima settimana era quella di gestire le emozioni e la pressione di una città che non aveva ancora vinto la Champions – ha spiegato Luis Enrique -. Ho cercato di abbassarla per far arrivare i ragazzi tranquilli a giocare questo match e fare una bella partita. L’Inter è una squadra di altissimo livello, ma siamo stati bravi nelle pressioni e Dembélé è stato straordinario. Il suo lavoro ci ha aiutato molto ad andare in gol con facilità. Abbiamo costruito questa squadra per provare un nuovo percorso dopo l’addio di Mbappé. Abbiamo coinvolto giocatori di altissimo livello, cercando di far crescere i giocatori che avevamo in rosa, tutti sono cresciuti. La dedica a mia figlia? Lei sta con me dal momento in cui è andata via, lo ha fatto con il corpo ma non con tutto il resto. Non è una vittoria o una sconfitta a cambiare i miei sentimenti”.

Commenta